Inutile sprecare molte parole, l’equivoco e il subdolo atteggiamento di Vladimir Putin e della sua corte, rendono decisamente inaffidabile ogni dialogo. Altro che riportare le regioni filorusse dell’Ucraina nell’orbita russa. Le truppe di Mosca sono praticamente a Kiev, anche se oggi, 25 febbraio 2022, la resistenza delle forze armate ucraine sta sorprendendo i generali moscoviti.
Forti scontri a Chernikiv, al nord, porta di ingresso delle forze armate russe verso Kiev e a Kakhovka oltre che a Kherson, al Sud, dove si trova una diga, struttura vitale per il rifornimento d’acqua alla Crimea. Odessa, contrariamente a quanto era stato detto, è ancora libera, anche se a largo stazionano navi sbarco truppe russe.

Missili hanno colpito anche centri urbani occidentali dell’Ucraina, vicini ai territori di nazioni che sono nella Nato. Gente in fuga: l’ambasciata italiana e l’ambasciatore Pier Francesco Zazo, nonostante la situazione, stanno eroicamente organizzando e hanno organizzato convogli per la fuga verso occidente.
Troppe parole prima, parole inutili oggi.
Non mi auguro e non voglio una guerra.
Però, come fidarsi di chi prima aveva inscenato una sorta di minimo ritiro delle forze armate, lo stesso zar Putin che ha partecipato a incontri diplomatici anche con altri capi di stato (prendendo sostanzialmente in giro tutti), quando invece aveva già pianificato e deciso l’invasione dell’Ucraina preceduta pochi attimi prima dall’attacco informatico per bloccare i sistemi di comunicazione e logistici ucraini? Tutto attuato con grande spietatezza.
E non mi si parli ancora della scusa ufficiale russa del possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato: se mai concesso, non sarebbe stato prima di dieci anni, non prima che l’Ucraina avesse pacificato contrapposizioni interne e avesse eliminato le disfunzioni e corruzioni nell’apparato statale-pubblico, punti imprescindibili per qualsiasi stato voglia entrare nella Nato.
Volendo estremizzare con un esempio a noi più vicino, è come se l’Austria invadesse l’Alto Adige perché affine e lanciasse missili sull’Italia fino a Roma.
Voi cosa pensereste?
É mai possibile cercare scusanti o comprensione per atteggiamenti simili?.. eppure gli imbecilli del web sono già in decisa azione russocomprensiva. Ma di questi cretini ne parlerò dopo, a fine articolo. Torno alle cose serie e preoccupanti.
Come ha scritto Renzo De Biase, persona che stimo, vicino alla mia famiglia, “Stalin, Hitler, Mussolini, Trump, Putin hanno una genetica comune, la megalomania delirante. Purtroppo è alta la loro capacità seduttiva, specie tra quanti hanno paura della libertà“.
Durissime sanzioni, questo il primo passo in risposta a alla brutale e sanguinosa invasione russa, però Mosca ha già trovato una “compagna di merende“. É la Cina… ma guarda un po’.

Il presidente cinese Xi Jinping lo ha fatto dire con chiarezza al portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin: la Cina “si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia“. E poi una frase totalmente ambigua: La Cina rispetta la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi, ma allo stesso tempo comprende le preoccupazioni in materia di sicurezza della Russia. Ma non finisce qui: Invasione? Si tratta di un uso preconcetto delle parole e del tipico stile di fare domande dei media occidentali.
… Diritti e interessi legittimi? La Cina comprende le preoccupazioni russe e non non vuole parlare di invasione russa?
La mossa pro-Russia di Pechino-Běijīng ha sicuramente la sua giustificazione in un sicuro tornaconto, altrimenti non avrebbe alcuna spiegazione visto che, fino a poche settimane fa, le stesse Cina e Russia si contendevano l’egemonia in Asia e in molti mercati e scenari geopolitici mondiali.
Probabilmente Putin ha fatto la sua mossa, sicuro dell’appoggio dei cinesi e sta facendo da apripista per una prova generale di “normalizzazione” di situazioni scomode utilizzando la forza delle armi. Normalizzazione scatenata non da attacchi precedenti fatti partire dai contrapposti (gli ucraini), ma per riportare un vasto territorio sotto il proprio controllo (i russi).
La Cina brama la stessa cosa, a cominciare da Taiwan. Lo ha già fatto in passato con il Tibet grazie prima a una strategia ambiguamente aggirante e poi sanguinaria: non esiste qualcuno che non sappia di questa annessione. Basta ricordare anche la rivolta del popolo tibetano nel 1959, nella capitale Lhasa, contro il governo cinese che ormai aveva invaso con truppe da Pechino. Quel movimento di popolo fu represso nel sangue dall’esercito cinese (oltre 65.000 vittime tra i civili tibetani e la deportazione di altre 70.000). Da allora il Dalai Lama, Tenzin Gyatso, è costretto a vivere da esule nel mondo.
Bisogna aggiungere le rivolte di popolo represse nella stessa Pechino, la protesta di piazza Tienanmen nel 1989 o a Hong Kong in tempi più recenti. Credo che basti. Tutti possono fare un utile ripasso con ricerche su siti storici ed enciclopedie online.
Russia, Cina, nulla di diverso tra questi due regimi. La Russia non sarà più a regime duro sovietico-comunista, ma moltissimo di quel passato regime è rimasto.
– Ricordo nel 2005 la mia in missione a Mosca con altri giornalisti per l’inaugurazione di una grande mostra su Fellini. Tutti eravamo invitati ufficiali.
In uno di quei giorni della nostra permanenza nella capitale russa, una guida designata iniziò a farci visitare gli splendori di Mosca. Bellissima città almeno nel suo cuore storico, bloccata da un caos pazzesco nel traffico stradale, ricca di tesori e in piena trasformazione.
Purtroppo, capitammo durante alcune celebrazioni. Circolazione limitata per tutti, linee di metropolitana a singhiozzo, circolazione stradale irreggimentata.
La nostra guida, una giovane ragazza, si limitò a chiedere istruzioni a due militari dallo sguardo e viso volpino, alcuni con mascella alla schwarzenegger-russa: il tour previsto per la delegazione giornalistica ufficiale era sconvolto, la guida voleva sapere se potevamo ugualmente passare in un punto di blocco o quali le alternative possibili. In risposta, quei due in divisa con cappello a larghe tese le abbaiarono malamente qualcosa urlandole in faccia parole su parole. La ragazza tornò da noi sconvolta. Le tremavano le mani e ci disse “andiamo via di corsa!”.





Ce ne rendemmo conto tutti all’istante. Nulla era cambiato dal crollo del durissimo e annullante regime sovietico-comunista. La gente veniva ancora trattata come suddita totale del potere imperante al momento.
Tornando a oggi, l’atteggiamento di Putin e del suo governo – capaci di tanti travestimenti accomodanti nel corso degli anni – è nella natura inamovibile di quel Paese: capace di decisioni spietate ma non come risposte ad attacchi, semplicemente come modellatori del mondo a proprio uso e consumo.

Malessere e contrapposizione secolare. Ucraina contesa e dilaniata. Il peggio durante il XX secolo: gli ucraini non dimenticano
Rammentate il 2014 e le forti pressioni russe sul governo ucraino per evitare che Kiev firmasse un accordo stabilendo relazioni più strette con l’Unione Europea.
Il governo ucraino abbassò la testa, ma la gente si rivoltò (proteste in piazza Indipendenza nella capitale ucraina) contro questa decisione così ubbidiente agli “umori” russi.
In quel Paese la storia la conoscono bene. Nei secoli l’hanno ben vissuta: una terra contesa dal XIII secolo, dai mongoli, poi dal Granducato di Lituania, dal Regno di Polonia. Nel 1600 strappata nella parte est dagli zar russi mentre la restante fu presa dalla Polonia.
Più di un secolo dopo fu totalmente conquistata dall’Impero zarista che voleva cancellare il retaggio locale, eliminare qualsiasi traccia del linguaggio ucraino oltre a forzare la conversione all’ortodossia russa.
Il trauma più grande avvenne dal 1917 con la Russia comunista che piegò brutalmente la resistenza ucraina assorbendola totalmente nell’Unione Sovietica nel 1922.
Come descrive lo stesso National Geographic, “Nei primi anni 30, per costringere i contadini a unirsi alle fattorie collettive, il leader sovietico Joseph Stalin provocò una carestia che portò milioni di ucraini a morire di fame. Successivamente, Stalin importò un grande numero di russi e altri cittadini sovietici (molti dei quali non parlavano ucraino e non avevano legami con quella regione) per aiutare a ripopolare la parte orientale del Paese“.
Da qui le contrapposizioni sociali, etniche che hanno sempre lacerato il territorio. La situazione storica e le influenze esterne, per ultime quelle russe, hanno fatto sì che le due popolazioni, Ucraini al 78,1% e Russi (17,3%), abbiano avuto complesse relazioni reciproche.
Per informazioni enciclopediche, la voce Ucraina dall’Enciclopedia Treccani (link).

Adesso lo zar Putin ripropone un’Ucraina da sottomettere calpestandola.
Si può tollerarlo?
Serviranno le durissime sanzioni economiche occidentali contro la Russia per riportare al rispetto di una Nazione sovrana come è l’Ucraina?
Riuscirà nel suo intento lo stop di qualsiasi linea di finanziamento, a cominciare da quelle che hanno fornito moltissimi danari alla Russia per la ristrutturazione e semplificazione dell’apparato burocratico-funzionale statale?
Intanto viene dato lo stop al rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia e il blocco di depositi bancari dalla Russia verso istituti bancari dell’Unione Europea. Stop al trasferimento di tecnologie nel campo dell’energia, soprattutto per la raffinazione del petrolio. Divieto di esportazione di tutti i beni, le tecnologie, i servizi destinati al settore aereo. Blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia. Ma questo è solo un piccolissimo assaggio, tanto altro bolle in pentola.
A pagare le sanzioni contro la Russia, dal punto di vista economico, sarà soprattutto la gente russa, non di certo chi è nell’apparato di stato e non i vertici.
Però oggi, per chi governa a Mosca, questa potrebbe essere una situazione molto pericolosa. I potentati economici russi, estremamente forti, non ci staranno a perdere miliardi: come reagiranno?
Una cosa è sicura. Mentre tutti noi non potremo fare altro che attendere lo svolgersi della storia, tanti altri moriranno e patiranno di stenti.
Tenete in conto anche la possibilità di errori micidiali.
Un minimo sbaglio potrebbe scatenare la reazione militare occidentale e gettare l’Europa nel baratro di un conflitto mondiale dal catastrofico esito finale: basterebbe che un missile russo colpisse un territorio o una città appartenente a un paese della Nato confinante con l’Ucraina. Anche con una cannonata mal mirata. Disastroso: la Nato, per suo statuto, è un’istituzione di difesa. Qualsiasi paese membro dovrà essere difeso con immediatezza.

“Dulcis in fundo” (o “in cauda venenum”?): gli imbecilli del web
In ultimo, un invito accennato ai novelli analisti diplomatici-militari-strategici da social, quelli che nulla di tutto questo hanno mai fatto.
Parto da un punto che, credo, tutti condivideranno: se un criminale e il suo governo altrettanto farabutto ordinassero di lanciare missili sulla gente, sarebbe estremamente semplice capire con chi schierarsi.
Invece, c’è sempre un bel manipolo di cervelli nullafacenti che sono capaci di farmi venire il disgusto.
Noto che qualcuno è stato capace di scrivere, “[…] chi farnetica di SANZIONI in questi termini, ci sta esponendo ad un disastro peggiore della guerra in Ucraina“.
Ma quale incapacità mentale può mai mettere allo stesso livello l’uccisione di persone con bombardamenti, missili-cannonate e le eventuali sanzioni contro la Russia? Come è possibile solo ipotizzare che le sanzioni siano peggiori nei loro effetti rispetto ai massacri a sangue freddo?
Roba da non crederci.
Deve essere frutto di condizioni mentali dettate da qualche preconcetto senza basi. Un fondamentalismo di qualche tipo, un credo deviante complottistico-politico o un’incapacità cronica nel saper pensare.
Qui sotto metto un esempio tra i possibili: un “social-esperto” che per il suo ragionamento farneticante utilizza un post del presidente Usa, Biden.

Non vi obbliga nessuno a pubblicare certi post assurdi sui social. Evitate di scrivere in modo da non fare pessime figure!
Quale alternativa alle sanzioni? Dovremmo dire no alle sanzioni? Che altro dovremmo fare? Dare un buffetto a Putin? Mollargli una sculacciata sul sedere? Dirgli, “brutto cattivo, torna indietro!”.
Ma quello, il Vladimir Putin, se dovesse averla vinta in questa vicenda e passarla liscia, in futuro si sentirà in dovere di riprendersi ogni territorio che ritenesse utile o “storicamente russo”. Senza neppure immaginare a cosa si sentirebbe autorizzata a fare la Cina, la “compagna di merende” della Russia.
Non vi viene in mente nulla? Nessun pregresso storico? L’Anschluss hitleriano per giustificare l’annessione dell’Austria il 12 marzo 1938, non lo ricordate? Sarebbe bene tornare a scuola prima di scrivere scemenze.
Dopo le tante bestialità che ho già visto scritte sul tema pandemia Covid, non mi sorprende che altre cavolate trattino di geopolitica da cucina.
Mi fanno ugualmente infuriare, è vero.
Mi danno fastidio fisico e ne prendo pronta distanza.
Quindi, elimino dalla mia vista simili contatti e non freno il mio giudizio. Ma solo per una volta. Basta e avanza.
Luke Skywalker: “Cerco un grande guerriero”.
Il gran maestro Yoda: “Oh… grande guerriero. Guerra non fa nessuno grande”.
dalla saga Star Wars
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