Presidenziali USA: stop a Trump in Pennsylvania e in Wisconsin. Lui promette ancora sorprese?

C’è chi crede ancora in una sorpresa all’ultimo momento, a chissà quali stravolgimenti a favore di Donald Trump. Eppure, sono stati pure dei giudici Repubblicani, quindi affini al presidente uscente per schieramento politico, a riconoscere l’inconsistenza dei ricorsi legali trumpiani. Il suo ricorso in Pennsylvania è stato rifiutato dalla Corte suprema dello Stato e il nuovo conteggio in Wisconsin ha avuto un effetto contrario a quello voluto da Donald dando altri voti in più a Biden…

Il guaio di oggi è proprio il modo di non ragionare di vaste porzioni di pubblico, soprattutto sui social. Non si valuta più il singolo personaggio, non si riflette, non si verifica, non si mettono più a confronto tesi contrapposte. Non importa se siano personaggi di centro, di sinistra o di destra: sono indiscutibili per i loro fan. Si, proprio fan, perché i leader sono ridotti a rango di tronisti, di starlette, di giocatori di calcio: non si devono neppure toccare, non si devono mettere in dubbio, non si può neppure immaginare che abbiano imboccato una rotta sbagliata.

Il senso critico per molti si è eclissato, sciolto come neve al sole

Gli ultimi fatti sulle Presidenziali USA, prima di dissertare sul non-ragionamento dei tifosi di qualsiasi colore politico

Doccia fredda per Donald Trump anche dalla Corte suprema dello Stato della Pennsylvania. L’alto organo giudiziario ha respinto il ricorso dei repubblicani che intendeva fermare la certificazione dei risultati delle elezioni presidenziali che danno la vittoria a Joe Biden.

Quindi i Grandi Elettori di quello Stato nordamericano passano in favore di Biden senza altri dubbi.

Donald Trump – foto LaPresse

Ma a Trump va malissimo pure in Wisconsin dove è autore di un autogol avendo pure speso 3 milioni di dollari per un nuovo conteggio dei voti. Il risultato finale ha permesso a Joe Biden di aumentare il vantaggio. Nella nuova verifica, Biden ha pure elevato il margine a suo favore di 132 voti in uno dei distretti, quello della contea di Milwaukee. Secondo i dati diffusi, nel Milwaukee Journal Sentinel si legge che dei circa 460.000 voti ricontati, 317.527 sono andati al democratico e 134.482 al presidente uscente.

Un nuovo conteggio è stato chiesto anche nella contea di Dane, sempre in Wisconsin, dove le autorità elettorali locali ritengono di concludere entro il 29 novembre il secondo spoglio delle schede. La campagna di Trump ha chiesto il la nuova verifica in queste che sono le contee più popolose e più liberal dello stato e dove Biden ha vinto con un vantaggio di circa 21.000 voti.

Già avviato il processo di transizione di poteri e da diversi giorni. La partita è praticamente conclusa, anche perché, è bene ripeterlo, anche giudici repubblicani hanno bocciato i singoli ricorsi presentati dai legali del presidente uscente.

Si arriverà alla Corte Suprema?

Per come sono stati bocciati i ricorsi e per i risultati venuti fuori dai nuovi conteggi, non credo ci si arriverà, ma tutto è possibile vista l’esaltazione di Donald Trump forse affetto anche da un tocco di delirio e di disperazione per cercare di tenere vivo l’interesse tra i suoi spalleggiatori.

Molti continuano a sottolineare che il presidente uscente stia cercando di allungare la vicenda solo per garantirsi l’immunità nei processi a suo danno che scatterebbero a conclusione del suo mandato il 20 gennaio 2021.

A questo link un mio precedente articolo con i tempi e le date che porteranno all’insediamento del nuovo presidente Joe Biden: 8 dicembre e 14 dicembre i primi due capitoli, poi i successivi fino al 20 gennaio 2021.

Che strano modo di non ragionare oggi: il tifo politico-calcistico ha eliminato ogni capacità di pensiero

Oggi alcuni agiscono come se si fosse in preda a una fede oltranzista, da puri fondamentalisti, per quale essa sia, terrapiattismo, negazionismo, no-vaccini, no-mask, terracavismo, rettilianismo, luciferismo… e questo è solo un campionario minimo delle tante linee complottiste. Ma non c’è bisogno di arrivare a tanto.

C’è una sorta di stile di vita che si è fatto largo e che ha portato indietro, molto indietro, qualsiasi forma di raziocinio.

Un esempio lampante viene proprio dai fan di Donald Trump, ma considero lui solo perché è il personaggio oggetto di questo articolo. Ripeto: l’atteggiamento varrebbe per qualsiasi altra celebrità politica oggi osannata da folle urlanti anche nel mondo virtuale del web.

Ogni singola “personalità” del momento, ogni singolo presunto leader, viene esaltato o criticato solo per la sua appartenenza a una corrente pseudo ideologica. Che sia di destra, sinistra o di centro, poco importa. Celebrità che diventano articoli di una fede assurda capace di far indossare veri e propri paraocchi mentali.

Tutto è ridotto a un credo pseudo calcistico: nessun tifoso, nessun ultrà si sognerebbe mai di mettere in dubbio la propria squadra di calcio, i suoi giocatori-eroi, tutti indiscutibili. Un comportamento opposto sarebbe inteso come eresia.

Ebbene, l’atteggiamento riguardo ai personaggi politici oggi è identico. In Italia, ma non solo. Un’occhiata ai post di un social come Facebook rende tutto estremamente evidente.

Trump è stato eletto a campione del pensiero destrorso mondiale, quindi indiscutibile da quel tipo di popolo che trova condivisibile questa rotta di pensiero. É campione anche per alcuni (pochi per fortuna) leader della destra italiana che, purtroppo, trascinano in questo gioco le loro truppe cammellate.

Continuo a ribadire che sarebbe la stessa cosa per un leader di sinistra o di centro, tutti indiscutibili per le rispettive “tifoserie”. Ma le tendenze conservatrici, progressiste, liberali, popolari, non dovrebbero entrarci per nulla in queste valutazioni “sul merito” di tali celebrità.

É ormai perso ogni equilibrio mentale e ogni limpidezza.

Non esiste un campione della destra, non ne esiste uno per la sinistra, non ce n’è uno per i centristi. Non ci sono campioni.

Ogni valutazione fatta dalle “truppe”, avviene solo attraverso passaparola virtuali, blog o organi di informazione allineati con la rotta di pensiero preferita, quella che ognuno giudica più piacevole. Non passa nemmeno per l’anticamera del cervello di studiare cosa scrivono anche gli altri, le loro tesi, di mettere tutto a confronto. Una briciola di pura curiosità?.. Non se ne parla proprio.

In questo modo, molti credono ciecamente ai proclami trumpiani su prossime grandi sorprese riguardanti i risultati delle Presidenziali USA, su presunte rivincite: basta una lunga sequela di tweet lanciati dallo stesso Trump accusando continuamente Biden di brogli elettorali.

Sono state le elezioni più truccate mai viste, una frode assoluta. Abbiamo moltissime prove sul fatto che è stata la più grande frode elettorale della storia americana“, queste le parole di Donald Trump sulle presidenziali USA del 3 novembre, pronunciate durante una intervista via telefono al programma della conduttrice statunitense Maria Bartiromo su Fox News, pubblicate sul web in video e in testo verso le ore 20 italiane del 29 novembre. Il presidente uscente arriva pure a gettare sospetti su FBI e Dipartimento di giustizia per mancato controllo e blocco della presunta frode elettorale che gli avrebbe tolto la vittoria.

Affermazioni pronunciate nonostante le ultime, sonore bocciature dei suoi inconsistenti ricorsi legali e nonostante che i nuovi conteggi dei voti gli abbiano fatto perdere altro terreno rispetto all’avversario Joe Biden.

I fatti raccontano una realtà opposta a quella sbandierata dal candidato perdente, ma certe “mandrie umane” avranno creduto alle sue parole. Ci avranno creduto di sicuro in una reazione che ha dell’assurdo: un comportamento senza senso e inimmaginabile anche solo un decennio fa.

Cosa è andato perso? Perché cercare di colmare il vuoto odierno con una palese volontà di non ragionare, di non dubitare o di non riconoscere alcune dichiarazioni senza senso?

Una cosa è certa: i passaparola valgono più dei fatti. Quindi Donald Trump viene trasformato in vittima di macchinazioni internazionali, di poteri forti, di colossi imprenditoriali e multinazionali.

Poco ci manca che inizino a scrivere che il presidente uscente sia bersaglio di macchinazioni aliene-rettiliane o di altre amenità, quelle che popolano le menti fantasiose di minoritarie, ma molto rumoreggianti, presenze del web, a cominciare da “Q” e dai suoi accoliti che infarciscono i loro messaggi con espressioni e numeri criptici, tipici da setta vera.

Eppure Trump, con un patrimonio stimato in 3,1 miliardi di dollari, viene presentato dalla sua tifoseria (anche dai suoi fan italiani) come presunta vittima di giganti finanziari e imprenditoriali. Donald sarebbe colpito duramente da poteri occulti e/o palesi che vorrebbero tarpargli le ali, obliare la sua capacità di comunicare e che avrebbero contribuito a truccare le elezioni a suo sfavore.

Nella realtà, il presidente uscente degli Stati Uniti fa parte integrante di quel sistema di poteri mondiali, è tra i suoi protagonisti da decenni, ne condivide l’ambiente, le scelte, è un ingranaggio importante di quel complesso affaristico globale: è fiorito e fiorisce lì dentro ancora oggi, concludendo ottimi affari.

La Trump Tower da me fotografata a New York nel 1988 – scansione di diapositiva – ©GiuseppeGrifeo

Ricordo benissimo la Trump Tower sulla Fiftth Avenue, angolo con la 56a Strada, a New York, da me vista in un viaggio del 1988, uno dei segni tangibili della sua potenza finanziaria ed economica a livello statunitense e mondiale.

Rammento quel grattacielo di 58 piani che spiccava (e spicca ancora oggi) in design, tutto ottoni e oro scintillante all’interno, molto americano, per colpire l’occhio e la fantasia, tutto vetri a specchio e riflessi dorati anche fuori e sugli alberi che popolavano uno degli angoli digradanti dell’edificio.

Donald è “figlio d’arte”. Fred Trump, suo padre, era un facoltoso imprenditore di New York. I suoi primi passi affaristici li ha fatti nella Elizabeth Trump & Son, azienda del papà, rilevandola nel 1971 mutandola in Trump Organization. Uffici, grattacieli, casino, hotel costruiti ovunque e nel mondo grazie alla Trump International Hotel and Tower e alla Trump Model Management.

Un potere immenso. Tanto che nel 2016 Forbes definì Donald Trump come la seconda persona più potente al mondo (e non era ancora presidente degli Stati Uniti)

Eppure i suoi tifosi creduloni lo ritengono vittima di quegli stessi poteri che lui ha usato nei decenni e che continua a usare. Sarebbe perseguitato da un ambiente globale del quale, invece, continua a fare parte.

É un uomo che con grande abilità e alleanze ha saputo sfruttare le occasioni che gli si sono presentate davanti.

Lo ha fatto anche in campo politico tentando tre vie. In ordine cronologico, nel Partito Riformista per le elezioni presidenziali del 2000 dove non riuscì a spiccare durante le primarie, poi nel Partito Democratico e dopo nel Partito Repubblicano con il suo arrivo alla Casa Bianca.

Un personaggio dai molti “abiti”, i più adatti al momento, pronti da buttare via e da rinnegare per metterne di nuovi e più promettenti.

… poi c’è la libertà di pensiero, come quella di alcuni nel credere alle favole, ai passaparola senza fondamento e di vestire il proprio “eroe” con gli abiti che più sono graditi al proprio personalissimo sogno, ma non corrispondenti alla solida realtà.