Orecchie a sventola, l’eredità che in futuro ci ricorderà l’epoca Covid-19 e le mascherine?

Mascherine FFP2, FFP1, FFP3, le chirurgiche, quelle con filtri intercambiabili, senza filtri, personalizzate, colorate. L’epoca Covid-19 ce la ricorderemo per sempre, rammenteremo le fascette elastiche che oggi spesso stringono troppo diventando una tortura. Elastici che sovente piegano a mo’ di alettoni i nostri padiglioni auricolari regalandoci delle vere e proprie orecchie a sventola.

Ci rimarranno piegate in fuori? Avremo orecchie più sporgenti quando l’infezione sarà scomparsa vincendo il virus Sars-COV-2?

Chissà quando potremo veramente liberarci di questi mascheramenti che, purtroppo, oggi sono indispensabili. Si valuta che forse nel 2022 potremo tutti farne a meno grazie anche alla cosiddetta immunità di branco indotta dalla vaccinazione di massa.

Intanto somigliamo e somiglieremo sempre più alla razza aliena dei Vulcaniani caratterizzati da orecchie a punta. É la razza del pianeta Vulcano e che popola le diverse serie fantascientifiche di successo Star Trek, originariamente ideata nella prima sua versione classica dalla grande e vincente fantasia dello sceneggiatore e produttore televisivo Gene Roddenberry.

Chi conosce serie e film di cui sto scrivendo, avrà immediatamente risvegliato nei ricordi il personaggio di Spock, interpretato da Leonard Nimoy che nella sua carriera di attore ha calcato anche palchi teatrali, ma è assurto alla fama mondiale grazie proprio a Star Trek.

Nimoy/Spock affiancò il protagonista, il capitano dell’astronave Enterprise, James Tiberius Kirk interpretato dall’attore William Shatner, accompagnato dal dottor Leonard McCoy chiamato nelle diverse puntate anche “Bones” e impersonato da DeForest Kelley.

Da sinistra, Leonard Nimoy (Spock), William Shatner (Kirk) e DeForest Kelley (McCoy) dalla serie televisiva fantascientifica “Star Trek”

Tornando alla realtà e a noi, l’unica differenza sarà che le nostre orecchie non si allungheranno verso l’alto a modello Vulcaniano, ma avranno la tendenza a piegarsi orizzontalmente. In molti avremo un tocco alieno nel nostro aspetto. Ma non sarà una mutazione indotta dai vaccini come sottolineato spesso da parecchi sciocchi come complottisti e no-vax. Sarà solo un’abitudine e una trasformazione “meccanica”. Piega oggi, piega domani, piega per un anno e più…

A parte gli scherzi, è innegabile che per molte mascherine – capita più spesso con le efficacissime FFP2 provandone diverse e chiedendo a tanti – la fettuccia che gira intorno al padiglione auricolare stringa spesso più del dovuto. L’effetto orecchie a sventola o a “semi sventola”, è assicurato.

Naturalmente il mercato si è adeguato proponendo stringhe in plastica da mettere sulla nuca e che agganciano gli elastici delle mascherine. La speranza è avere sollievo fisico e non piegare le orecchie.

L’effetto comico è che in vendita ce ne sono diverse in tanti colori e diversi sistemi d’aggancio, da quelle con punti “a bottone” fino a quelle che sembrano avere artigli progressivi, in modo da adattarsi ai più diversi volumi cranici.

Qui si manifestano le più diverse applicazioni di questi ausili utili per tenere fisse le mascherine senza gravare sulle orecchie.

Ci sono fasce da tenere in fondo alla nuca e posso assicurarvi che dopo un’oretta il fastidio alla base posteriore del collo inizia a farsi sentire: l’elastico delle mascherina viene teso maggiormente per agganciarsi al supporto posteriore (anche se regolabile), quindi dietro al collo la pressione si fa sentire.

Diventano fastidiose, soprattutto per coloro che hanno i loro soliti mal di testa che partono proprio dalla nuca (io sono tra questi).

Poi le fascette che le case produttrici indicano di mettere a mezza altezza dietro la testa, più in su delle orecchie o ad altezza equivalente. Anche in questo caso – per prova personale – assicuro che scivola in giù lungo i capelli (a meno di non stringere tanto… ma non v’è certezza del risultato). La posizione non è proprio stabile, sia per uomo che per donna, schiaccia la capigliatura e non riesce a far presa in un punto specifico. Insomma, va a finire che scivola verso il basso e l’elastico inizia di nuovo a premere sull’attacco superiore del padiglione auricolare.

Fortunati i calvi perché il supporto plastico si ferma meglio direttamente sulla pelle… però dopo un po’ ho visto che lascia un’inequivocabile un’impronta rossa per pressione diretta sul cuoio capelluto.

Altra soluzione, di compromesso, ma che capisco poco. Aggancio degli elastici di tenuta della mascherina alla fascia in plastica messa sulla parte bassa della nuca… ma la parte superiore dell’elastico deve passare sempre sopra le orecchie per evitare abbassamenti della maschera e scivolamenti del supporto posteriore fino alla base del collo. Anche qui sottolineo un elemento sgradevole: il fastidio alle orecchie, dopo un po’, si ripresenta.

Gli unici che sembrano favoriti e che patiscono meno, sono coloro che hanno una testa ben rotonda con parte posteriore un po’ schiacciata: l’elastico si tende meno, forse non c’è bisogno del supporto plastico posteriore. Ma tutto dipende da dove la personale conformazione ereditata dai genitori ha fissato l’attacco delle orecchie al cranio. Se troppo alto, qualche problemino resterà.

A parte queste facezie che prendono comunque spunto da esperienze ben vive e reali, immaginatevi quel magnifico giorno quando potremo liberarci completamente dall’infezione e dalle mascherine.

Come ricorderete tutto questo?

Vi toccherete automaticamente le orecchie alla ricerca di una fettuccia elastica che, nei fatti, non ci sarà?

Quanti automatismi, anche nei movimenti, continueremo a ripetere per mesi e per anni pur non essendoci più la necessità di avere una mascherina sulla faccia, di mettere guanti in lattice, di disinfettarsi le mani prima di entrare in un supermercato o una volta tornati a casa?

Tutta questa vicenda non ci sta segnando e non ci segnerà solo fisicamente, nelle abitudini, nella salute e non ci colpirà solo per i numerosi lutti.

Avremo in eredità i “comportamenti fantasma”, meccanismo simile, anche se non paragonabile, a quando viene amputato un arto a chi subisce un trauma non riparabile o ricostruibile: si continua a lungo a sentire la presenza della gamba, del piede, dal braccio, della mano che non ci sono più.

Con tutta probabilità, quando saremo soprappensiero, sentiremo sul viso e intorno alle orecchie la presenza di una mascherina.

Speriamo e qui lo scrivo sorridendo, che nei fatti le nostre orecchie possano tornare alla loro normale verticalità perdendo l’indotto aspetto “a sventola”. Per i più giovani sarà più facile vista la maggiore elasticità dei loro tessuti.

Fatevi una risata immaginandovi questo futuro popolato di gesti fantasma, ma totalmente liberi di parlare, incontrare gli altri, nel segno di una rinnovata intimità con amici, compagne, compagni, fratelli, sorelle, nipoti, nonni, quella che per adesso abbiamo perduto, come ho sottolineato in un precedente mio articolo (link).

La riconquista della serenità e della pienezza dei rapporti umani varrà anche l’avere un paio di orecchie a sventola. Che importa, no?

Buona vita a tutti!

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