2 giugno, festa della Repubblica Italiana, data del referendum istituzionale del 1946. Il Tricolore ha oltrepassato i 225 anni: la prima adozione ufficiale della bandiera fu sancita dalla Repubblica Cispadana, a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797.
Bandiere degli stati preunitari italiani prima dell’unificazione in Regno d’Italia:
Regno di Sardegna (Tricolore con al centro lo scudo sabaudo contornato di blu, fu adottato da Re Carlo Alberto il 23 marzo 1848)
Regno delle Due Sicilie
Ducato Parma, Piacenza e Guastalla
Regno Lombardo-Veneto (vassallo dell’Impero d’Austria)
Ducato di Modena e Reggio
Granducato di Toscana
Stato Pontificio
Referendum Monarchia-Repubblica 1946 (grafica di Wikipedia/Thern-Francesco Migliorini) distribuzione dei risultati: blu per la Repubblica, rosso per la Monarchia. I votanti furono 24.946.878, pari circa all’89,08% degli aventi diritto al voto (totale 28.005.449). Le schede convalidate furono 23.437.207, schede annullate (bianche escluse) 1.509.735. Per la repubblica voti 12.718.641 (circa il 54,27% delle schede convalidate), per la monarchia voti 10.718.502 (circa il 45,73% delle schede convalidate). Le regioni in grigio furono quelle dove non fu concesso esprimersi col voto: non potè votare chi prima della chiusura delle liste elettorali si trovava ancora al di fuori del territorio nazionale, nei campi di prigionia o di internamento all’estero, né i cittadini dei territori nella provincia di Bolzano (complessivamente 300.000 abitanti) fatti salvi i comuni di Anterivo, Bronzolo, Cortaccia, Egna, Lauregno, Magrè, Montagna, Ora, Proves, Salorno, Senale-San Felice e Trodena, all’epoca parte della provincia di Trento e non poterono votare nelle province di Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Zara (totale: 1.325.000 abitanti)