Alta Velocità, in treno da Roma Termini al Parco Archeologico di Pompei: 1 ora e 47 minuti, ma una volta al mese. Ancora molto poco

L’iniziativa è importante, viaggia nel segno della valorizzazione dei nostri siti archeologici, dei beni culturali per metterli in rilievo dal punto di vista turistico e renderli più facilmente raggiungibili. Da Roma Termini al Parco Archeologico di Pompei in 1 ora e 47 minuti è un grande vantaggio. Peccato che il convoglio Frecciarossa di Ferrovie sia stato programmato solo per la terza domenica di ogni mese. Tanto per capirsi solo 12 volte l’anno. Inaugurazione in grande domenica 16 luglio 2023 invitando anche oltre 90 giornalisti, con la partecipazione del presidente Meloni, fatto che ha sconvolto una parte sostanziale del programma e del lavoro degli stessi giornalisti. Non perdetevi tre brevi video che in apposito capitolo ho inserito più in basso.

Adesso vado con ordine e inizio con la sola cronaca e la descrizione del lodevolissimo servizio ferroviario.

Roma Termini-Pompei, come funziona

Il servizio per l’area archeologica campana funziona (per adesso) solo nella terza domenica di ogni mese. Solo dopo aver fatto una verifica dei numeri e dopo aver constatato la presenza di una forte richiesta, la periodicità e il numero dei convogli potrebbero essere moltiplicati.

Certo, lo ripeto ancora, per adesso è ancora poco. Oltretutto, limitare a solo una domenica al mese può deprimere la voglia dei possibili utenti che hanno a che fare con i tempi dei loro viaggi turistici e/o rendere difficile la possibilità sfruttare il servizio.
Vedremo come andrà a finire.

Tornando all’inaugurazione, dalla partenza alle ore 9,20 da Roma e dopo la sosta a Napoli Centrale per caricare i giornalisti partenopei, il Frecciarossa vestito con una speciale livrea dedicata al percorso è arrivato a Pompei verso le ore 11,10.
Da questa stazione d’arrivo, grazie ai bus navetta, si è giunti in pochi minuti davanti ai cancelli del Parco archeologico.

Il ritorno a Roma è stato speculare, quindi altrettanto semplice.
In tutto, fra viaggio di andata e di ritorno, sono state necessarie 2 ore e 15 minuti circa.

Questo per il viaggio inaugurale con la stampa e con gli altri.

Sull’orario normale – Ogni terza domenica del mese, partenza alle ore 8,53 da Roma Termini.
Alle 10,03 fermata a Napoli Centrale.
Arrivo alla stazione di Pompei per le 10,40.
I viaggiatori troveranno i bus navetta Pompei Link diretti al sito degli scavi archeologici.

Orario di ritorno con partenza da Pompei alle ore 18,40.
Fermata a Napoli Centrale alle 19,23.
Arrivo a Roma Termini per le ore 20,55.

Sul treno i viaggiatori possono godere di un video che ripercorre brevemente la storia e la fine della Pompei romana, video che viene proiettato in due versioni, in una con sottotitoli in Italiano e l’altra in Inglese.

L’inaugurazione del 16 luglio per il Frecciarossa della Cultura, da Roma Termini al Parco Archeologico di Pompei

Per il viaggio inaugurale del 16 luglio, ad accogliere il presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’ingresso del Parco Archeologico di Pompei, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania e Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. Con il capo del Governo, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel che ha fatto da guida d’eccezione nel corso della visita e all’inaugurazione della Casa delle Nozze d’argento, splendida abitazione romana pompeiana appena restaurata.
Non prevista la Meloni secondo il programma spedito alla stampa il precedente 13 luglio, assente il ministro Santanchè, previsti e presenti Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Luigi Ferraris, amministratore delegato di FS Italiane e Luigi Corradi, amministratore delegato di Trenitalia.

Questa per quanto riguarda la parte politico-amministrativa presente sullo stesso treno fino a Pompei.

Nel vagone numero 4 hanno preso posto i giornalisti partiti da Roma e nella vettura 6 i colleghi presi a bordo a Napoli.

Fin qui sembra tutto lineare, ma il primo intoppo è stato proprio alla partenza, ancora fermi alla Stazione Termini.
L’arrivo della Meloni era una novità.
Il giornalista e l’operatore Rai sono stati lì subito a tentare di riprendere il capo del Governo nazionale che sarebbe salita sul treno.

Nulla da fare, agenti (che fossero Dia o altro, non importa), subito a far arretrare in carrozza i giornalisti affacciati dallo spazio della porta del vagone. Un operatore di Ferrovie subito a chiudere in faccia il portello della carrozza.
Toni concitati, mai si era vista una cosa del genere. Un agente, con stessa frase ripetuta da un ferroviere (che durante il viaggio è venuto a scusarsi): “Ho avuto questi ordini. Dovete stare chiusi dentro”.

Ripeto, mai vista una situazione del genere.
Anche perché di ognuno di noi conoscevano ogni dato, il numero del documento di identità, il numero del tesserino di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti. Oltretutto in molti seguiamo da tanti anni i fatti, le comunicazioni e gli eventi di Ferrovie.
Poteva mai esserci il pericolo di un attentatore tra i giornalisti?.. assurdo solo pensarlo.

Quel che non sospettavo ancora era che con gli intoppi non sarebbe finita lì.

Come sconvolgere negativamente un’inaugurazione. Il malessere del giornalista

Originariamente come “info logistiche per stampa e autorità” trasmesso ai giornalisti era stato scritto “Ore 11.10 Arrivo alla Stazione di Pompei – Ore 11.30 Transfer con navette verso il Parco Archeologico – Ore 11.40 Breve visita guidata al Parco – Ore 13.13 Partenza dalla Stazione di Pompei con fermata a Napoli Centrale“.

Leggete bene: stampa e autorità.
Non c’erano programmi differenziati per le due tipologie di umani invitati e presenti all’inaugurazione.

Nonostante quanto previsto da questo programma trasmesso il 13 luglio, i giornalisti NON hanno potuto mettere piede nell’area archeologica, quindi non hanno potuto fotografare i turisti arrivati in treno, fare loro delle domande.
Lo scopo originario era invece fare proprio questo tipo lavoro, sondare il terreno tra i visitatori.
Visto che nasceva un nuovo servizio per favorire il turismo in Italia, servivano immagini e interviste mirate a questo scopo.

Invece, per il servizio di sicurezza di Palazzo Chigi era ingestibile quel centinaio scarso di giornalisti (tutti invitati) tra le rovine di Pompei.
Parallelamente, per la sicurezza del presidente del Consiglio erano invece gestibili (!) i tantissimi turisti presenti nel Parco archeologico, estremamente più numerosi dei giornalisti e presenti nel Parco.
Quindi, oltre novanta giornalisti non avrebbero mai potuto fare la differenza e non si sarebbero potuti avvicinare al capo del Governo come era impedito ai tantissimi visitatori già presenti.

Avremmo dovuto girare video, registrare l’audio e intervistare limitati a una zona al di là di siepi, paletti da giardiniere collegati da fil di ferro. La stessa Meloni ha cercato di avvicinarsi, ma non ce l’ha fatta. I fotografi vicini alla Meloni sono del servizio interno di Ferrovie o Palazzo Chigi

Nessuno dei giornalisti è riuscito a comprendere il perché di questo stravolgimento delle cose, questa tattica fuori luogo, questo tener lontani.

Alla fine, noi “scriventi” siamo stati lasciati all’ingresso dell’area archeologica, sotto al sole, con l’unica concessione di fare domande all’ingresso e porne qualche altra all’uscita della Meloni dopo la SUA visita agli scavi.

Disagio

Peccato che quella sorta di mini conferenza stampa allestita in uno spazio “impedito“, con siepi, fil di ferro e cordoni a tener separati dal presidente del Consiglio e dagli altri intervistabili, ha avuto un solo effetto: l’inevitabile e reciproco impedirsi nel lavoro tra microfoni, telecamere, registratori digitali, smartphone agitati e allungati verso gli intervistandi.

Novanta giornalisti che, buttati in quella situazione, sono stati involontari e forzati protagonisti di un reciproco ostacolarsi nel lavoro.

Era inevitabile.

Abbiamo dovuto lavorare così. Logicamente abbiamo dato priorità a colleghi con telecamere e con urgenza di produzione per i tg… ma tutti davanti non potevano comunque entrarci

Il tutto avveniva sotto un sole atroce con effetto microonde alla massima potenza.

Noi tutti ammassati in malo modo cercando di scattare qualche foto, di registrare le voci parlanti di coloro che lanciavano le loro dichiarazioni.
Interventi sovrastati da giustificabili imprecazioni di alcuni dei giornalisti letteralmente impilati uno sull’altro, rumori infiniti, sudori, borbottii potenti e qualche urlo, cadute rovinose a terra, luce solare che non ci faceva distinguere nulla dagli schermi di smartphone, macchine fotografiche e telecamere.

Disagio e incavolatura lievitavano.

In un primo tentativo di attenuare i malesseri da lenta cottura nel deserto, la struttura del Parco ha allestito un punto ristoro (già programmato) non appena la Meloni e il suo corteo sono entrati (solo loro) nel sito degli scavi.

Col passare dei quarti d’ora sono comparse altre bottiglie d’acqua tra le fila dei surriscaldati giornalisti, anime in pena lasciate in attesa della successiva manifestazione fisica del capo dei ministri italiani. La Meloni in bianco virginale sarebbe riapparsa, questa l’unica sicurezza.

Rivolgendomi a uno degli agenti che sbarrava il passo per l’interno del Parco Archeologico, ho sottolineato: “Per noi era previsto di andare all’interno come da programma scritto. In questo modo avremmo fotografato i visitatori, li avremmo intervistati se arrivati in treno. Un servizio strettamente legato a questa inaugurazione. Ora invece ci tenete fuori e non possiamo fare il nostro lavoro“.

Cosa mi ha risposto l’agente?

Ecco le sue parole:Se vuole visitare l’area archeologica di Pompei, potrà tornaci per suo conto. Anche il presidente Meloni tornerà e potrà intervistarla. Adesso non può entrare, questi sono gli ordini“.

Non ho ribattuto, anche perché non aveva compreso – o non aveva voluto comprendere – che il mio compito primario non era intervistare il capo dell’esecutivo Nazionale, cosa che non era funzionale al servizio del giorno. Le parole della Meloni erano solo un “condimento” del mio lavoro finale. Per quanto succoso e gustoso, solo condimento.

Niente da fare.
È stata la domenica degli ordini, non del buonsenso.

Dopo questa giornata non posso fare a meno di chiedermi come viene considerato il giornalista, cosa si pensa del suo lavoro…

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Antonio Gaggera ha detto:

    Probabilmente non si voleva disturbare la narrazione prevista dal Ministero della Propaganda.
    Ho poi letto, non so se i calcoli siano esatti, che prendendo l’AV Roma – Napoli e la Circumvesuviana, si può arrivare 15 minuti prima. Tutti i giorni.

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Attenzione con la Circumvesuviana, che somiglia ai disastrati treni locali di Roma, treni anziani, manutenzione saltuaria: oggi un convoglio si è bloccato proprio a Pompei. Non ho controllato se per un problema a quel treno o a uno precedente.
      Sul Frecciarossa dedicato, hai video su Pompei in due lingue (ce n’è bisogno viste le dichiarazioni di alcuni turisti al Colosseo), prime colazioni e pranzetti buoni, a pagamento i pranzi… presumo: a noi stampa quel giorno hanno dato tutto gratis 😜
      Il problema più grave di quella giornata è stato non poter svolgere il lavoro programmato intervistando i turisti nell’area archeologica proprio sulla connessione ferroviaria diretta… non ci hanno più fatto entrare nel Parco Archeologico di Pompei, invece era previsto da giorni

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      1. Antonio Gaggera ha detto:

        Non ho mai viaggiato sulla Circumvesuviana. Sicuramente il viaggio in Frecciarossa sarà più confortevole.
        Non vi hanno fatto fare il vostro lavoro, ma, almeno, vi hanno offerto il pranzo.

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