“Anime avvelenate”, romanzo crime/thriller tra sangue e colpi di scena fino all’ultima pagina

Calabria, vicende umane che si intrecciano, colori, sapori, luce e cibo che riportano al Sud più verace. Una cornice idilliaca che inizialmente inquadra un paese, Pipamaro, poi la visione dello Stretto di Messina che rappresenta universalmente il passaggio fra terre, mondi, idee. Questo l’inizio che cela una sequenza continua di storie, colpi di scena raccontati in “Anime avvelenate”, romanzo scritto da Domenico Scicchitano o Mico Chiantella per i lettori.

Dalle iniziali visioni che sembrano accarezzare il lettore con vivacità e piacevolezza, il passaggio è praticamente immediato verso la cruda realtà della ‘Ndrangheta matrigna e vampira della società. Una sorta di agrodolce narrativo che colpisce allo stomaco.

Sono rimasto colpito dall’incalzare degli eventi, dalla concatenazione dei capitoli e delle vicende umane tra parentesi che fanno tirare un sospiro di sollievo ai momenti più crudi. Un’idea di base molto valida concretizzata pagina per pagina.

Lo scenario e la sequenza di storie si svelano tra il Mediterraneo e la Colombia seguendo un rosario di continue sequenze che inizialmente sembrano non connesse tra loro, poi si stringono a cappio intorno agli strazi, alle sorprese, all’efferatezza di boss e killer.
Un nodo che, alla fine, stringe sempre più la verità fino al colpo di scena finale riversato addosso al lettore.

Non sempre tutto va perso.
Non sempre un’organizzazione criminale potente, transnazionale, sanguinaria, spietata vince contro il desiderio di giustizia e contro la rivelazione dei fatti ormai nudi.
La verità ha un sapore ben più dolce e gustoso della mera vendetta.

In “Anime avvelenate” tutto inizia col gioco di ragazzini, spensierati e innocenti. Tirano di pallone su una spiaggia calabra. Scanzonati, simpatici, la loro è un’amicizia che resterà viva fino a quando saranno adulti nonostante le distanze.
Proprio in quel momento iniziale saranno travolti da un meccanismo feroce che non avrà pietà. Tutto per colpa di un calcio a quel pallone che va a finire dove non doveva…
Ecco manifestarsi l’omicidio, l’avvelenamento – neppure troppo sotterraneo – della società, fino al balzo verso la malavita del Nuovo Mondo, le connessioni criminali, i commerci nascosti, la corruzione, gli appalti guidati, il remunerativo spaccio di droga.
Una corruzione che porta all’annientamento di quelle vite che non si sono adeguate ai voleri dei padrini, dei boss, distruzione di quelle esistenze che sono d’intralcio alla consuetudine dell’Ndrangheta, ostacolo alla gestione delle singole cosche malavitose, le ‘ndrine.

Lo scenario di “Anime avvelenate” è avvincente, disperato, accecato dalla luce viva e violenta di un sole che illumina il bene e il male.

Di più non posso rivelare su questo racconto.

“L’idea di scrivere questo romanzo mi è venuta nel corso degli anni grazie alla mia passione per il genere Crime/Thriller cinematografico e alla mia dedizione verso le storie di mafia e tutto ciò che ne concerne – mi racconta Domenico – Ho voluto appositamente unire il cinema e la scrittura in una sorta di romanzo sceneggiato per creare nella mente dei lettori le immagini e le sensazioni che si possono avere vedendo un film al cinema o in tv grazie all’immaginazione che soltanto un romanzo può darti. Inoltre, ho deciso di raccontare questa storia attingendo interamente alla mia fantasia e cercando di non cadere nell’enfatizzazione del male ma volendo soprattutto evidenziare anche quella parte di società sana che nonostante le difficoltà e le dolorose perdite ha deciso di combattere questo cancro con tutte le proprie forze”.


Domenico Scicchitano

Nasco a Palermo agli inizi degli anni 80.
La mia infanzia trascorre tranquilla come per la maggior parte dei miei coetanei tra le vie del capoluogo siculo, quelle strade così ricche di storia, di culture e di costumi plurimillenari che ancora oggi accolgono e affascinano milioni di turisti di tutto il mondo.

In quegli anni però “Zyz” il “Fiore”, come Palermo veniva chiamata dai Fenici, fu scenario di innumerevoli e atroci delitti, di guerre di mafia, ma ero troppo piccolo per ricordare quei tragici avvenimenti. La mia coscienza però venne scossa brutalmente come quella di milioni di siciliani e non solo nel 1992.

Iniziai a comprendere che la mia bellissima ma martoriata Isola era la culla di migliaia di supereroi, i quali non possedevano superpoteri come i personaggi dei fumetti, ma combattevano ugualmente il male anche a costo della vita.

Iniziata come rifugio creativo ai turbamenti dell’animo adolescenziale, la mia passione per la scrittura aumentò sempre di più.
Sebbene fossi un tipo molto socievole e dalla spigliata parlantina avevo qualche difficoltà a esprimere al meglio ciò che sentivo, ma non appena la mia mano impugnava una penna e un foglio di carta, tutto sembrava più facile.

Infatti, dopo aver ottenuto la maturità scientifica nel 2005 e una breve parentesi universitaria, iniziai a collaborare con un piccolo settimanale cittadino riuscendo a pubblicare undici articoli di cronaca.
Ben presto però questa strada s’interruppe.
Dopo anni d’inoccupazione iniziai a svolgere lavori manuali: elettricista, idraulico, tecnico di pannelli solari, magazziniere, ma il desiderio di ritornare al mio più grande amore era sempre lì, accovacciato in un angolo del cuore, pronto a entrare in campo.

Nel settembre del 2018 ripresi un vecchio manoscritto iniziato qualche anno prima per concluderlo dando così finalmente – e una volta per tutte – spazio e concretezza a quel sogno che per tanti anni avevo “soffocato”.

“Anime avvelenate”
romanzo di Domenico Scicchitano/Mico Chiantella
172 pagine
per l’acquisto a distanza in tutta Italia
o direttamente a Palermo

rivolgersi a Spazio Cultura s.r.l.
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orari apertura della libreria
dal lunedì al sabato
ore 9/13 | 16/19,30
** “Anime avvelenate”
“Poisoned souls” – English version
formato Kindle
su Amazon a questo link

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