Mi dichiaro colpevole. Da cioccolatodipendente come sono, non avevo mai approfondito la produzione del cacao e del cioccolato dall’Honduras. Grave colpa la mia anche perché -lo assicuro- gusto e olfatto ne vengono incantati. E poi l’Honduras è il secondo produttore di cacao in America Centrale con 1.900 tonnellate nel 2022.
Un primato che il paese latinoamericano affianca a quello della sua eccellente e vasta produzione di caffè, una filiera che occupa oltre 1 milione di lavoratori, settore che vede la Nazione honduregna come sesto produttore mondiale di caffè 100% arabica.
(immagine di copertina con frutti del Cacao dalla VeGa Community Honduras)






L’incontro diretto e gustoso con il cacao e con il cioccolato honduregno l’ho avuto grazie a VECC Chocolatier Honduras e alla VeGa Community Honduras.
La storia di questa coltura è molto remota, le prime tracce si hanno con i Maya che diedero vita alla bevanda degli dei, la kakawa ma anche Xocolatl o bevanda aspra dall'amarezza di questa mistura. Si tratta del 1.000 a.C. nella penisola dello Yucátan, con le fave di cacao prodotte nel tempo fra aree che oggi sono il sud del Messico, il Guatemala, il Belize, l'Honduras ed El Salvador.
Proprio nell'area honduregna gli indigeni di quel millennio utilizzavano il frutto del cacao per produrre la birra con la polpa. Poi il caso e le sperimentazioni li portarono alla produzione della cioccolata dalle fave. L'evidenza è venuta fuori tra il 1995 e il 2000 in scavi archeologici in Honduras, a Puerto Escondido: sono state trovate ceramiche e tracce di cacao risalenti al periodo tra il 1100 e l'800 a.C.
Anche gli Aztechi prepararono la cioccolata (cacahuatlâ, chacauhaa o cacahuatla) da questo frutto o cabossa, dal peso di 300-500 grammi fino a un chilo in via eccezionale, lunghezza dai 10 ai 15 centimetri.
Dal Centroamerica oggi i maggiori produttori mondiali di cacao si trovano in Africa, Costa d’Avorio e Ghana in testa.
Il frutto contiene in media una trentina di semi ovali a forma di mandorla, detti appunto fave ricche di grassi, zuccheri, coloranti e alcaloidi come la teobromina dall'effetto euforizzante e la caffeina.
Proprio il colore delle fave, dalle bianche alle violette e simil brune, differenzia le diverse tipologie come il cacao che ne risulterà.
La pianta è la Theobroma cacao Linnaeus, appartenente alla famiglia delle Malvaceae. Il nome Theobroma si rifà proprio all'origine storica (Theobroma, in greco "cibo degli dei").
È una specie tropicale sempreverde originaria delle foreste pluviali e pianeggianti dell'Amazzonia e dell'Orinoco. Oggi è coltivata in America Latina, Africa occidentale e Sud-est asiatico.
Tre le principali varietà, Criollo, Trinitario e Forassero.

Cacao e Cioccolato compagni della felicità
Il cioccolato e il cacao sono vero e puro piacere. Chi li ama e chi ne ha fatto continua ricerca di gusto, è sempre lì a scovare sfumature tra sapori e profumi, sia nella stesso cacao che nei diversi prodotti, dalle tavolette ai bonbon, a tazze piene di quella crema fumante e lussuriosa.
Spesso e volentieri mi diverto negli abbinamenti di gusto. Cioccolato da assaporare con i liquori secchi fino a quelli più dolci, con un bicchiere di rum o di whisky, con una grappa barricata, con un cognac di carattere, profumato ma non invadente, con un passito di Pantelleria o di Montefalco che sono due mie passioni.
Questi e altri compagni sono perfetti per diverse sfumature di cioccolato fondente, dal 60% in su.
Sottolineo, non è assolutamente vero che un vino dolce come il passito sia perfetto solo col cioccolato al latte, come ho sentito affermare in alcune occasioni: lo smentisco categoricamente. Il lato amaro e astringente, che dipende dal cacao originario di un pezzo di cioccolato, trova perfetto matrimonio con la dolcezza dei vini passiti, in particolare siciliani-panteschi e umbri di Montefalco.
Bisogna sperimentare, cercare ed essere abili negli abbinamenti.
Provate.
Consiglio un preciso procedimento d’assaggio da seguire. Fate comunque i vostri esperimenti perché vi divertirete e il cammino tra i sapori deve essere vostro.
Prima bevete un sorso del liquore o del vino che avete scelto, fatelo girare in bocca, assaporatene le sfaccettature di gusto e di quell’aroma che salirà dal retro della bocca fino al naso.
Poi mordete il cioccolato. Questo inizierà a sciogliersi in bocca presentandosi al palato. Proprio in questo momento prendete un altro piccolo sorso del vostro rum, grappa o quel che sia.
Il matrimonio tra i sapori arriverà al massimo.
Lo faccio raramente, ma mi sono provato anche con l’abbinamento a tre con un sigaro.
Questo esperimento lo conobbi a un evento di presentazione di passiti abbinati a cioccolati fondenti dalla Sicilia al Nord Italia. Tutto da gustare insieme, appunto, a diverse marche di sigari: un’esperienza travolgente di profumi e di sollecitazioni al palato.
Dobbiamo ringraziare tutti Cristoforo Colombo che nel 1502 assaggiò una bella cioccolata proprio nell'attuale area dell'Honduras portando poi in Spagna la notizia e la descrizione insieme ad alcuni semi di Cacao.
L'unica cosa da imputare al nostro grande navigatore fu quella di non aver intuito le grandi potenzialità del cacao, cosa che invece fu compresa da Hernàn Cortés che poteva già godere di una piantagione intera a lui data dall’Imperatore Montezuma.
Cortes dal 18 febbraio 1519 era stato inviato in esplorazione verso l'Impero Azteco, azione che culminò poi il 13 agosto 1521 con la conquista di Tenochtitlán, capitale dell'impero centroamericano.
Da quel momento il cacao e la cioccolata entrarono a forza in Europa attraverso la Spagna, primo carico importante nel 1585 da Veracruz a Siviglia. Poi l'Italia e la Francia altri poli di diffusione, a seguire Amsterdam, fino a diventare molto ricercato nelle corti d'Europa e sempre più nelle altre classi sociali.
Van Houten, Caffarel, Michele Prochet ideatore del gusto gianduia, questi alcuni dei celebri nomi che crearono sapori e profumi eccellenti partendo dal cacao.


Visione d’insieme della produzione di cioccolato
Il generale calo della produzione 2023-2024 tra i paesi maggiori esportatori del mondo, in particolare fra Costa d’Avorio e Ghana che sono ai minimi storici, ha fatto lievitare i prezzi della materia prima, di pasta, burro e polvere di cacao.
Potrebbe essere un’ottima opportunità per le aziende honduregne di ritagliarsi una fetta aggiuntiva del mercato assicurando un prodotto di qualità come è suo solito.
Da ricordare che l’Unione Europea, regione che è tra le maggiori acquirenti del cacao, il 30 dicembre 2024 farà entrare in vigore un regolamento salva ambiente, ben preciso e circoscritto, imponendo alle aziende di dimostrare, attraverso certificazione, che le fave di cacao importate non giungano da aree deforestate.
Attualmente la stima del mercato il mercato del cacao ne traccia il valore attorno ai 47,1 miliardi di dollari. La previsione per il 2030 è che possa arrivare a circa 68 miliardi di rendite totali.






Conoscere il cacao e la cioccolata dell’Honduras
L’occasione felice per conoscere e assaporare il prodotto dell’Honduras è avvenuta alcuni mesi fa nella sede a Roma dell’IILA-Organizzazione Internazionale Italo-Latina Americana.
L’evento, “Cultura e Passione: Caffè e Cioccolato dell’Honduras”, fu organizzato dalla stessa IILA insieme all’Ambasciata dell’Honduras in Italia, dall’Ambasciata dell’Honduras presso la Santa Sede, in collaborazione con DM Italia, azienda italiana che è leader nella ricerca e distribuzione di attrezzature di alta gamma per il caffè.
Tra i tipici sentori del cacao troviamo quelli più forti di terra e legno o i più carezzevoli fruttati e floreali. Amarezza, dolcezza, aromaticità, nota astringente, tutti questi variano fra le differenti varietà di cacao.
Il Criollo, ceppo di assoluto pregio oltre che più raro, regala al gusto e alla conseguente stimolazione olfattiva, sentori che richiamano noci e nocciole, caramello e frutta, frutta rossa e frutta secca, un mix complesso e speziato, meno amaro della norma.
Il suo opposto è il Forastero, più deciso e amaro, intenso e “aggressivo” in bocca, più acido, astringente, spiccate note di gusto che richiamano legno e terra.
Il Trinitario superiore è una sorta di combinazione dei primi due. Riesce a combinare le loro migliori caratteristiche regalando a quelle del Criollo una maggiore intensità unita a sentori legnosi. Una bella scoperta.
Per me l’incontro con le realtà onduregne è stata allo stesso tempo una conferma e un arricchimento, a cominciare dalle produzioni agricole-imprenditoriali che stanno alla base di questa coltura. Per non parlare delle sensazioni di gusto…

All’evento romano Antonella Cavallari, segretario generale dell’IILA, a fare da padrona di casa e a tracciare un quadro preciso sul cacao e il caffè dall’Honduras. Una produzione di prima qualità che, come voluto dall’IILA, viene sostenuta sotto il segno della sostenibilità ambientale e dell’uguaglianza di genere.
Sostegno ai produttori della filiera da parte dell’IILA, in ogni fase, da quella della coltivazione fino alla commercializzazione utilizzando programmi come Al Invest Verde per rispettare i requisiti di tracciabilità e sostenibilità previsti proprio dalle nuove normative europee.
Una realtà dell’Honduras da far conoscere al meglio in Italia favorendo un consumo più consapevole e di qualità. A questo scopo è utilissimo spingere verso partnership pubblico-private come quella con DM Italia per l’incontro romano.



All’incontro di quel giorno anche S.E. Ernesto Pumpo, ambasciatore dell’Honduras in Italia, Alberto Cocci, amministratore delegato di DM Italia insieme ai rappresentanti di quattro realtà produttive honduregne:
- INLOHER e COMSA per il caffè;
- VECC CHOCOLATIER e VEGA COMMUNITY per il cacao-cioccolato.
Il tutto coordinato da Giselle Canahuati, ingegnere industriale laureata alla Texas A&M University, un MBA alla Libera Università degli Studi Sociali LUISS Guido Carli di Roma, già Console Generale dell’Honduras a Roma, oggi segretario Socio-Economico di IILA.













VeGa Community Honduras
La realtà di VeGa Community Honduras è molto particolare, una via di mezzo tra sistema di vita e piantagione di cacao, riserva naturale e tecnologia visto che l’intento principale è quello di dare vita a “un modello per le future comunità sostenibili a livello globale […] con strutture che sono state progettate per ospitare nomadi digitali da tutto il mondo“.
Uno spazio di co-living e co-working, con la sua piantagione di cacao a San Pedro Sula, nella riserva naturale privata Hacienda Tara a meno di mezzora d’auto dall’aeroporto
internazionale di La Mesa.
VeGa come unione dei nomi dei due ideatori e fondatori, Veronica (Veronica Polia, nata e cresciuta in Italia) e Gabriel (Gabriele Aguilar, honduregno). Tutto è immerso nella natura vicina a una struttura urbana. Poi le vere e proprie installazioni di VeGa, le oltre1.800 piante di cacao in 1,7 ettari. Si mira molto al matrimonio con l’ambiente, dai “contenitori riciclati al compostaggio, dal giardinaggio alla consapevolezza alimentare“.
Chi qui arriva gode di strutture che consentono accesso online per il suo lavoro, ha modo di scoprire l’Honduras seguendo varie rotte e possibilità, anche partecipare anche alla raccolta dei frutti del Cacao, alla fermentazione e tostatura delle fave secondo metodi artigianali e non industriali.
Per la produzione sono stati scelti tre diversi tipi di cloni facendosi guidare dai loro rispettivi sapori e aromi raffinati. Dal canto suo la riserva naturale ha più di 5 anni e il primo raccolto ufficiale di VeGa è avvenuto nel 2022.
Vega Community Honduras
Colonia El Barrial 3 calle 2 avenida
San Pedro Sula 21102, Honduras
Telefono: (+504) 98310472
E-mail: info@vegacommunityhn.com
Facebook: https://www.facebook.com/groups/vegacommunityhonduras/
Instagram: https://www.instagram.com/vegacommunityhonduras/
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCzDBWzszpYpTQRP8a4fXU3A
VECC Chocolatier Honduras
Old Criollo, Red Melon Indian, Trinitario superiore (ibrido tra cacao Criollo e Forastero), queste le tre genetiche di cacao scelte dalla VECC Chocolatier Honduras per le sue piantagioni e per portare avanti la creazione del suo cioccolato superiore.
VECC Chocolatier Honduras
Tre regioni dell’Honduras sono quelle dove le piante di Vecc crescono e danno fave di cacao, Atlantida, Santa Bàrbara, Copàn e Cortés.
VECC va al di là di un semplice acronimo, infatti racchiude la filosofia e la rotta dell’impresa. Quindi VECC sta per:
- V come Valentia, Coraggio, perché in questa vita si tratta di essere coraggiosi e avere determinazione in tutto quel che si fa;
- E come Éxito, Successo, guidati dalla mano di Dio otterremo il successo della nostra azienda e la fedeltà di ogni cliente;
- C come Compromiso, Impegno, ci impegniamo per offrire a ogni cliente la nostra attenzione nei loro confronti e la migliore qualità del prodotto;
- C come Creativitad, Creatività, uno dei nostri obiettivi è sempre quello di innovare cercando la soddisfazione di ogni gusto ed esigenza dei nostri clienti.
Come avviene spesso, la cura delle piantagioni avviene nell’ambito di una tutela agroforestale e in ambienti protetti proteggendo la biodiversità.
Il processo prevede l’impianto di alberi di banana, alberi d’alto fusto (quelli da legname) e di alberi della genetica Gliricidia sepium noti pure con altri nomi come Robinia sepium, Madriado-madre del cacao Cacahuanāntli, Gliricidia, Lillà messicano o prugna di San Vincenzo.
Dopo sei mesi vengono messe a dimora le vere e proprie piante di cacao.


La raccolta dei frutti e l’estrazione dei semi avviene ogni anno da febbraio a maggio e da settembre a novembre.
Indirizzo: La Ceiba, Atlántida,
Honduras C.P. 504
Cellulare: (+504) 87411744
e-mail: chocolatiervchn@hotmail.com

