L’incontrastato Regno dell’Amarena è Fabbri 1905, un simbolo familiare italiano: l’inizio con i distillati fino all’eccellenza del gusto in 120 anni di storia

Si fa presto a dire Amarena, ma basta pronunciare “Fabbri” ed ecco che viene fuori un innegabile simbolo della tradizione italiana. Automaticamente tornano a galla sapori, serate in famiglia o fra amici in anni sì lontani, ma che hanno continuato a godere di una totale continuità con l’oggi. Fabbri 1905 è un simbolo familiare italiano accumulando ben 120 anni di storia.

Io stesso mi sono sorpreso a riscoprire un bel gelato al cioccolato fondente mettendoci sopra le amarene Fabbri. Perché mi ero fatto così male sospendendo questa abitudine?
Che sciocco sono stato, ma proprio in questa parte calda del 2025 ho ritrovato una delle mie combinazioni di gusto preferite. Bisogna stare attenti mentre si va avanti con gli anni e si diventa più “stagionati”: mai dimenticare i sapori originari, quelli che ci hanno fatto crescere.
Considerate poi che io sono drogato di cioccolato, ne ho scritto spesso. La combinazione con le amarene appena estratte dal celebre vaso Fabbri tenuto in frigo… regala vera lussuria.

Zucchero, spezie e altri aromi segreti, questi alcuni elementi usati da Rachele Buriani, moglie di Gennaro Fabbri, il fondatore dell’originaria Premiata Distilleria Liquori G. Fabbri di 120 anni fa.

Ingredienti per cosa?

Donna Rachele in quell’inizio del 1900 ci preparava le sue “marene con frutto” immerse in uno squisito sciroppo dalla fermentazione della ciliegia acida Prunus cerasus. Una vera leccornia che tanto piaceva a suo marito.

Di lì a poco proprio Gennaro ebbe l’idea: e se si provasse a commercializzare queste amarene in sciroppo?
Il passo conseguente fu la prova in famiglia e fra amici stretti, tanto da mirare al meglio il prodotto e da lì ecco venire fuori l’Amarena Fabbri.

E il contenitore?

Il vaso in ceramica con i suoi disegni floreali stilizzati lo conosciamo da generazioni. Per le amarene in sciroppo Fabbri ci voleva qualcosa di particolare che non fossero più le iniziali damigiane, così Gennaro ebbe un’altra delle sue intuizioni dopo aver regalato una di queste ceramiche a sua moglie Rachele.

Il vaso in ceramica fu un creazione del ceramista Riccardo Gatti di Faenza, fondatore della bottega d’arte che portava il suo nome, cui Gennaro Fabbri commissionò il lavoro nel 1915.
L’artista seppe realizzare questo elegante contenitore dalla forma così particolare, a pagoda rovesciata ricollegandosi, anche nei colori e nei tratti tipici del decoro a porcellana faentino, alla produzione cinese.
Una forma che rispondeva perfettamente a un’esigenza pratica per il trasporto: entrava benissimo nei carretti per i gelati.

Altro punto vincente fu messo a segno proprio su questa idea di design divenuta poi iconica, tanto che un esemplare del vaso Fabbri fu esposto in una mostra sul design italiano al MoMA di New York, incastonato fra altri 150 oggetti del Made in Italy dal 1800 agli anni 70 del 1900 per il Pop Up Fattobene.
Nelle case degli italiani questo oggetto è diventato anche elemento d’arredo o come contenitore prezioso giungendo fino ai collezionisti per le edizioni più antiche o le tirature speciali.
Anche questa è storia di noi tutti, ci rappresenta nel mondo, oltre che essere frutto di un marchio e di un artista.

Fabbri 1905 è cresciuta nel corso degli anni e ha ampliato la sua sfera d’azione, lo ha sempre fatto fra i sapori che sono stati declinati in differenti categorie, gelateria, pasticceria, e il cosiddetto beverage. In tutto l’azienda conta 1.300 prodotti, 17 linee di produzione, 10 sedi in tutto il mondo e poi il cuore, il nucleo fondamentale dell’impresa, a Bologna, come da storia ultrasecolare dell’azienda. La distribuzione dei prodotti di questa holding familiare avviene verso più di 100  nazioni.

Tutto questo mondo si è presentato anche a Roma, Palazzo Giustiniani, per farsi conoscere nel dettaglio ai giornalisti della Stampa Estera in Italia-Gruppo del Gusto grazie a Carlotta Fabbri, dal 2023 al timone del marchio, Maestra dell’Arte della Gelateria Italiana, Digital Marketing & Sales Director di Fabbri 1905 nonché presidente di UIF-Gruppo Prodotti per Gelato.
Lei insieme a Stefania, Federico, Pietro Fabbri, Giovanni Quattrocchi, Michele Magli e Fabio Macrì, rappresenta la quinta generazione della famiglia alla guida dell’azienda. Tutti hanno passato la trafila tradizionale della famiglia, iniziando a lavorare nell’impresa da livelli base in modo da conoscerne nei particolari la struttura e i processi produttivi, la scelta degli ingredienti, la gamma di prodotti nel loro nascere e nella loro ideazione.

Anche in questa occasione mi sono divertito con i sapori, a cominciare dai cocktail come l’Amarena amore mio ideato per questo incontro romano con la stampa internazionale. Poi agli abbinamenti con il salato, i formaggi, i salumi e molto altro senza saltare alcuni dolci.

Sarò ripetitivo, ma è stata goduria. Corrisponde alla dinamicità dell’azienda dimostrata da Carlotta Fabbri a Stampa Estera quando ha parlato delle continue sperimentazioni, ricerche di sapori, nuove soluzioni che non perdono mai di vista la tradizione del gusto e l’utilizzo di ingredienti genuini, prima fra tutte l’amarena naturalmente.

Strategia che ha portato Fabbri a un 30% di crescita del fatturato negli ultimi tre anni, oltre 1,7 milioni gli euro investiti in ricerca e sviluppo nel 2024 nel pieno dell’obiettivo per il suo terzo bilancio di sostenibilità ed economia circolare appena presentato: punto altamente fattivo e simbolico riguarda la valorizzazione degli scarti di produzione, in particolare quelli derivanti dalla lavorazione dell’iconica Amarena Fabbri. Nel corso del 2024 si è consolidata l’innovazione tecnologica che ha portato a una riduzione dello scarto del processo di produzione dell’amarena per circa 50 tonnellate. Abbattuto il livello dei rifiuti creando allo stesso tempo nuove opportunità di business sostenibile, promuovendo una logica di upcycling industriale.

Fabbri è anche ingredienti per la gelateria, tradizione fra le più antiche, ciliegie al liquore contenute nel classico vaso a fiori ideato per i fondatori, Gennaro Fabbri e la moglie Rachele Buriani.
Poi confetture, conserve di frutta. A seguire la pasticceria da quella fredda ai mignon, i dolci al piatto, i lievitati come la Colomba e il Panettone con le amarene della Casa e poi i Macaron vegani, i bignè, le Sacher vegan, le Zeppole con Amarena Fabbri.
Questi sono solo degli esempi fra i tanti possibili che includono l'offerta beverage con gli Spritz Fabbri, i Mixybar PLUS alla vaniglia Bourbon purissima del Madagascar, Tea Ceylon, Caramello e Nocciola, oppure gli Aria & Velluto Shake per l'universo Mixology o i celebri sciroppi Fabbri da utilizzare per aperitivi, cocktail e long drink, per frappé, milk shake e sorbetti.

Per chi ha l’età giusta, ecco qui sotto uno dei protagonisti di Carosello. Si tratta di Salomone, il pirata pacioccone, di evidente accento piemontese, personaggio che metteva a posto ogni situazione, tutte particolarmente pericolose, grazie all’Amarena Fabbri. Queste storie a cartoni animati fecero il loro esordio nel 1965.
Ad accompagnare Salomone due membri molto particolari della ciurma: il nostromo Fortunato di origini venete a cui capitano i guai più incredibili e Mano di Fata, filibustiere siciliano.
In ogni puntata, proprio nel momento cruciale, Mano di Fata vorrebbe passare alle maniere forti per risolvere i guai con l’ennesimo cattivo, quindi esclama con accento del tutto siculo, Capetano, lo possiamo torturare?. Salomone il pirata pacioccone non può consentirlo e risolve tutto con la dolcezza rispondendo, Ma cosa vuoi torturare tu? Porta pazienza! So ben io come fargli aprire la bocca. Basta offrirgli un’Amarena Fabbri!, mossa che convince il nemico di turno a confessare malefatte, a recitare formule magiche per far tornare in veste umana il povero Fortunato e far aprire le fauci a mostri che hanno ingoiato il nostromo, ormai vittima sacrificale.


Fabbri 1905 in numeri

Quel che sorprende è la vivacità di Fabbri 1905, la capacità di ideare nuove soluzioni e prodotti partendo da basi tradizionali e da ingredienti scelti. Indicare di aver realizzato 1.300 prodotti dà già una prima quantificazione di questo aspetto. Per questo ho sottolineato all’inizio che è troppo facile dire “Amarena”. Lei è la regina da sempre in questa che è stata definita holding familiare, ma seguendo l’inventiva e la filosofia delle origini, tutto attorno le sono nate soluzioni di gusto inimitabili. E il mercato premia.
Anche quando in più occasioni Carlotta Fabbri ha parlato di cura e di diffusione del gelato, del metodo per crearlo proponendo sapori e accostamenti, lo ha sottolineato rimarcando il vero significato della parola “gelato” che vuole intendere un prodotto artigianale, creato da mastri gelatieri, ideato con la stessa cura di questi artisti grazie a ingredienti scelti, ben differente dal vocabolo “ice cream” che sottintende il gelato industriale.

FABBRI 1905:

• Oltre 1,7 milioni di euro investiti in ricerca e sviluppo.

• 177 dipendenti, di cui oltre il 45% donne e il 92% a tempo indeterminato.

• 17 linee di produzione e 23 di confezionamento.

• 1.300 prodotti realizzati.

• Oltre 100 Paesi di destinazione.

• 305 marchi registrati, di cui 15 nuovi e 22 rinnovati.

• 81% del budget di approvvigionamento utilizzato per fornitori locali, in costante crescita.

• Riduzione della produzione di rifiuti rispetto al 2023 (quasi il 21% in meno).

• Aperto il primo negozio monomarca Fabbri Shop nel cuore di Bologna (ha da poco compiuto il primo compleanno).

La storia di una famiglia, dalla Fabbri distilleria del 1905 in poi

Immaginate Portomaggiore, in Emilia-Romagna, provincia di Ferrara. È da ricreare l’atmosfera dei primissimi anni del 1900.
Nel 1905 vi arriva Gennaro Fabbri e già il suo nome di battesimo testimonia le origini partenopee dei suoi genitori.

In quel momento Gennaro ha 45 anni e a Portomaggiore, su piazza Umberto I, nota una vecchia drogheria con un locale adibito alle operazioni per la produzione del vino, quella che viene chiamata “tinaia” perché contiene tini di legno per la fermentazione dei mosti. Lui ha già due figli e desidera creare qualcosa di suo garantendosi contemporaneamente un avvenire.

Così prende il locale e lo trasforma in Premiata Distilleria Liquori G. Fabbri.

Questa l’origine più lontana di Fabbri 1905.

Negli anni 20 del 1900 nasce la Marena con frutto, il classico dei classici per l’azienda, frutto di una rielaborazione di una ricetta di Rachele Buriani, moglie di Gennaro Fabbri. Lui ha già aperto a Bologna lo stabilimento di produzione e oltre all’amarena aggiunge la produzione di sciroppi alla menta, alla granatina.

La Ciliegia al Liquore e l’ampliamento della gamma con le confetture risalgono al 1930, saranno le uniche produzioni consentite poi durante la Seconda Guerra MondialeI figli Romeo e Aldo sono sempre più presenti nella conduzione e nello sviluppo dell’azienda di famiglia tanto che nel 1933 il nome dell’impresa cambia in «Ditta G. Fabbri di Aldo e Romeo Fabbri».

I semilavorati per la produzione del gelato artigianale compaiono nel 1935, Gennaro Fabbri fa suo il Bar Centrale di Bologna che sta nel salotto buono e centrale della città, di fronte alla Sala Borsa dove affari e trattative sono protagonisti. Il Bar Centrale viene arricchito da Romeo e Aldo per farne anche centro sempre aperto dedicato alla degustazione dei prodotti Fabbri.
La formula ha grande successo, l’alta borghesia frequenta il locale, gli uomini d’affari passano sempre più spesso uscendo dalla Sala Borsa o prima di recarvici, anche come preludio a trattative da condire con liquori, sciroppi e gelato artigianale.

Fabio e Giorgio, nipoti di Gennaro Fabbri, sono i motori della ripresa post bellica. Nel 1947 l’azienda si trasforma in società per azioni «G. Fabbri SpA», ottimo trampolino di lancio organizzativo per uno sviluppo sempre più rapido e fattivo.

Poco più tardi, nel 1952, l’ulteriore slancio con le vendite all’estero sotto il segno del Made in Italy grazie al settore gelati e ai suoi prodotti di successo a cominciare dai Cremolati, ingredienti composti per la gelateria artigianale, quindi paste a base di frutta e creme. Queste ultime aggiungendo acqua o latte, si trasformano in ottimo e gustoso gelato artigianale.
Un settore in cui Fabbri 1905 continua a mantenere la leadership, anche in questo terzo millennio.

Dal 1960 l’ulteriore trasformazione con la nascita dello stabilimento ad Anzola Emilia, esteso su 180.000 metri quadri, quindi lo sviluppo della produzione. La spinta della terza generazione Fabbri che porta ulteriore entusiasmo all’azienda proiettata verso nuovi traguardi cogliendo l’opportunità della pubblicità televisiva attraverso Carosello. Tramite i televisori un pubblico ancora più vasto viene raggiunto direttamente nelle stanze da pranzo e nei salotti.

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