Da pochi giorni è uscito su Lancet uno studio scientifico che ha analizzato l’influenza della chiusura e della riapertura di diversi servizi sulla diminuzione e sulla ripresa dell’infezione Covid-19, un’analisi fatta su 131 nazioni che hanno combattuto il coronavirus anche con il blocco di scuole, di manifestazioni pubbliche, dei luoghi di lavoro e altro
“In questo studio, abbiamo dimostrato che la chiusura delle scuole da sola potrebbe ridurre la trasmissione del 15% dopo 28 giorni, mentre la riapertura delle scuole potrebbe aumentare la trasmissione del 24% dopo 28 giorni“. Questa è la traduzione di una parte delle conclusioni cui sono giunti i ricercatori professore Harry Campbell, Tu Li, Durga Kulkarni, Alice Harpur, Madhurima Nundy, Xin Wang, dell’Usher Institute, Università di Edimburgo, Regno Unito. Progetto e iter finanziato dal Wellcome Trust Institutional Strategic Support Fund e dall’iniziativa Data-Driven Innovation.
Lo studio scientifico è stato pubblicato su The Lancet Journal versione online.
L’analisi è incentrata su quelli che vengono definiti come “interventi” non farmaceutici (NPI – Non-pharmaceutical interventions), quindi misure che hanno inciso sulle possibilità e sui comportamenti sociali per scoraggiare o sospendere contatti tra le persone ponendo un freno ulteriore alle vie di contagio.
Tanto per capirsi, gli NPI o interventi “non farmaceutici”, raggruppano la chiusura/apertura di molte attività e servizi, il divieto di riunione per gruppi con più di dieci persone, le limitazioni agli spostamenti della gente, tutte quelle disposizioni che, con un termine oggi in voga, vengono riassunte in Lockdown, che sia totale, parziale o mirato a singole località.
Lo studio si focalizza sull’andamento al ribasso o al rialzo dei contagi. Come gli studiosi hanno rilevato, la chiusura della scuola è tra i mezzi più efficaci sugli otto esaminati. Per altre chiusure/limitazioni, il rallentamento dei contagi non è così pronunciato (i grafici sono inseriti più in basso nel testo).

Secondo le premesse inserite nello scritto dei ricercatori, “È stata segnalata una recrudescenza dei casi di COVID-19 in alcuni paesi che hanno revocato alcuni di questi NPI (ndR.: interventi sulla chiusura di servizi e altre forme di aggregazione). Abbiamo cercato di comprendere l’associazione tra l’introduzione e la sospensione degli NPI con il livello di trasmissione di SARS-CoV-2, misurato dal numero di riproduzione variabile nel tempo ( R ), da un’ampia prospettiva in 131 paesi“.
“La chiusura delle scuole è stata ampiamente adottata in precedenza per controllare i focolai di influenza e le pandemie ed è stato dimostrato che riduce e ritarda i picchi di epidemie. Per SARS-CoV-2, il ruolo dei bambini nella trasmissione non è ancora chiaro”.

“Uno studio cinese ha mostrato che la chiusura delle scuole da sola non potrebbe interrompere la trasmissione, ma potrebbe potenzialmente ridurre il picco di incidenza del 40-60% e ritardare l’epidemia di COVID-19“.
I ricercatori hanno collegato i dati sulle stime giornaliere a livello nazionale di R (ndR.: numero di riproduzione variabile nel tempo) dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine, con i dati sulle politiche specifiche per paese riguardanti le stesse limitazioni nei servizi pubblici e privati dall’Oxford COVID-19 Government Response Tracker, disponibile tra il primo gennaio e il 20 luglio 2020.
Sui risultati finali dello studio, pesano alcune variabili e incognite relative ai dati in arrivo dalle 131 nazioni: “Bisogna fare notare che nella nostra analisi non siamo stati in grado di tenere conto delle diverse precauzioni relative alla riapertura della scuola che sono state adottate da alcuni Paesi, come la distanza fisica nelle classi (per esempio, limitare le dimensioni delle classi e posizionare divisori trasparenti tra gli studenti) e al di fuori delle aule (come la distanza fisica durante i pasti, la ricreazione e il trasporto), igiene migliorata (pulizia profonda di routine, lavaggio delle mani e maschere per il viso) e altri (controlli della temperatura termica all’arrivo). Queste precauzioni sono indispensabili per riaprire la scuola in sicurezza“.

Coronavirus e chiusura delle scuole: analisi dei dati
Nel monitoraggio sono state incluse 790 fasi da 131 paesi. Una tendenza decrescente nel tempo del rapporto R (ndR.: numero di riproduzione variabile nel tempo) è stata riscontrata in seguito all’introduzione della chiusura delle scuole, della chiusura dei luoghi di lavoro, del divieto di eventi pubblici, dei requisiti per rimanere a casa e dei limiti di movimento interni;.
La riduzione dell’infezione nel tempo ha mostrato variazioni dal 3% al 24% il giorno 28 dopo l’introduzione delle limitazioni rispetto al giorno precedente l’inizio delle chiusure di scuole, servizi, eventi ecc. sebbene la riduzione fosse significativa solo per il divieto di eventi pubblici ( rapporto R 0,76, IC 95% 0,88-1 · 00).

Per tutti gli altri NPI-chiusure, il limite superiore dell’IC al 95% era superiore a 1. Una tendenza all’aumento nel tempo dei contagi è stato riscontrato in seguito all’allentamento della chiusura scolastica, dei divieti di eventi pubblici, riunioni pubbliche di più di dieci persone, requisiti per rimanere a casa e limiti di movimento interni (R variava dall’11% al 25% il giorno 28 dopo la fine delle chiusure dei servizi rispetto all’ultimo giorno di lockdown: un aumento significativo dei nuovi contagi solo per la riapertura della scuola e la revoca dei divieti di raduni pubblici di più di dieci persone.


In risposta a una possibile recrudescenza di COVID-19, è stato stimato come i migliori valori che fanno registrare un rallentamento nella diffusione del Coronavirus necessitino di una combinazione tra la strategia di controllo per vietare eventi pubblici e riunioni pubbliche di più di dieci persone, misure per la chiusura dei luoghi di lavoro e restrizioni di movimento fino alla raccomandazione di rimanere a casa.

Coronavirus e chiusura delle scuole: la conclusione dello studio in breve
I singoli NPI, come la chiusura delle scuole, la chiusura dei posti di lavoro, il divieto di eventi pubblici, il divieto di riunioni con più di dieci persone, la raccomandazione di rimanere a casa e i limiti di movimento interni, sono associati a una ridotta trasmissione di SARS-CoV-2.
Quando però si decide di sospendere questi NPI, l’effetto viene ritardato di 1–3 settimane, con un rallentamento maggiore nel periodo già attivo di dette sospensioni.
In breve e tanto per essere chiari, dal momento della sospensione della chiusura dei servizi, delle scuole, del divieto di riunione per gruppi con più di dieci persone e di altro ancora, l’epidemia tarda a far vedere la sua recrudescenza, ma poi balza in alto con forza.
Come rimarcato dai ricercatori, “Questi risultati forniscono prove aggiuntive che possono informare gli amministratori pubblici delle varie nazioni sui tempi di introduzione e di revoca dei diversi NPI“.
Per vedere la ricerca completa nei suoi particolari, citata e rimarcata anche dal professore Roberto Burioni, basta cliccare a questo link del Lancet.
