Le norme per contenere la pandemia Covid-19 dal 16 gennaio al 5 marzo 2021

Aggiornate le norme per il contenimento della pandemia Covid-19 in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo 2021. Le suddivisioni in regioni gialle, arancioni e rosse con relative restrizioni, più l’ipotesi di zone bianche… se mai ci saranno. Di seguito troverete anche le schede cliccabili e ampliabili per la lettura/visione su cosa si può fare nelle rispettive aree.

Con oltre 80.000 morti per Covid e contagi di nuovo in aumento nel corso delle ultime settimane facendo registrare un tasso di positività che tocca il 10,7% e il bollettino del 15 gennaio 2021 che mostra 16.146 i nuovi casi con 273.506 tamponi, mentre le vittime sono 477, ecco di seguito le nuove misure adottate. Da sottolineare che la regione con più casi giornalieri è la Lombardia (+2.205), seguita dalla Sicilia (+1.945), dall’Emilia Romagna (+1.794), dal Lazio (+1.394) e dalla Campania (+1.150). Aumenta il numero dei morti tra i medici: sono arrivati a quota 289.

Zone gialle, arancioni e rosse

In breve, dal 17 gennaio due regioni saranno in zona rossa, Lombardia e Sicilia, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano.

Dodici invece le regioni in zona arancione: Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Veneto, Val d’Aosta.

Restano in zona gialla solo cinque regioni, Basilicata, Campania, Molise, Sardegna e Toscana, più la Provincia autonoma di Trento, quindi più liberi nei loro movimenti e nella conduzione di vita circa 12 milioni di italiani sul totale di 60.

Dal 16 gennaio nuove soglie per l’indice RT (l’indicatore che misura la velocità di trasmissione del contagio) per l’ingresso nelle fasce:

  • zona arancione con Rt 1 (e non più 1,25) o con un rischio complessivo alto;
  • zona rossa con Rt 1,25 (e non più 1,50).

Possono diventare arancioni le Regioninel cui territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi sueriore a 50 casi ogni 100 mila abitant e che si collocano in un scenario d tipo 2 e con un livello di rischio almeno moderato” o che “si collocano in un scenario di tipo 1 e con un livello di rischio alto“.

Le regioni che, invece, possono diventare zone rosse sono quelle nelle quali si manifesti una incidenza dei contagi superiore a 5 per 100.000 abitanti e che si collocano in uno scenario almeno di tipo 3 e con un livello di rischio almeno moderato”.

Le regioni resteranno nell’assegnazione stabilita per un periodo di 14 giorni.

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