Il primo intento di questo articolo storico su Partanna Mondello è quello di salvare i contenuti di una vecchissima-issima nota Facebook che potrebbero andare persi: il noto social sta facendo letteralmente sparire questa funzione. Infatti questa è l’unica nota che, per adesso, sono riuscito a ritrovare: aprendola, non visualizza la lista di tutte le altre… purtroppo.
Villa Partanna (a Partanna Mondello – Palermo) è un esempio fra i numerosi che si possono analizzare per raccontare lo sviluppo nell’area della Piana dei Colli fra XVII e XVIII secolo, proiezione urbanistica verso Nord Ovest e al di fuori del centro cittadino di Palermo.

Partanna Mondello nacque proprio intorno alla Villa voluta dai Grifeo dell’epoca, da qui il nome del quartiere “fuori porta” affacciato verso il mare siciliano

(da testo di archivio storico palermitano) – “In data 29 luglio 1722 la Mensa Arcivescovile di Palermo concede in enfiteusi a Laura Grifeo principessa di Partanna (Laura La Grua Principessa di Carini, moglie di Girolamo I Grifeo, Principe di Partanna – matrimonio nella Cattedrale di Palermo, 30 aprile 1705) un terreno consistente nell’antica misura in salmi due tummuli due e mondelli tre di terre scapule, sito nel territorio di Palermo, nel feudo del Gallo, contrada del Colli. … Il fondo di pertinenza della casina nobiliare dei Grifeo principi di Partanna, sin dall’impianto ha una estensione limitata in quanto destinato ad esclusivo beneficio della villeggiatura degli aristocratici proprietari”.
“Il giardino è complemento inseparabile del complesso monumentale; villa Partanna appartiene infatti al ciclo delle Ville dei Colli, residenze di villeggiatura con un peculiare modello insediativo costituito appunto dal connubio architettura e giardino. Sulla scorta della relazione eseguita l’8 maggio dello stesso anno (1722) dai periti Isidoro Mazzola e Gaspare Di Trapani, eletti dal Rev. Frate Giovanni Villalonga Procuratore generale della Mensa Arcivescovile col consenso della principessa di Partanna, viene stabilito il censo annuale in ragione di onze due e tarì dodici per ogni salma. I patti enfiteutici obbligano Laura Grifeo ad investire la somma di 100 onze entro successivi tre anni per incrementare il valore del fondo impiantando vigne e alberi o fabbricando case”.

“I confini sono cosi descritti …col luogo del signor Principe di Castelforte (villa Castelforte), col muro del firriato del signor Principe di Lampedusa (villa D’Angelo Lampedusa) da una parte, e dall’altra parte … colla via pubblica che entra nel fegho del Gallo (attuale via Castelforte) ….uscendo dalla cantonera del muro del luogo del signor Duca di Geli (villa Di Matteo),…ed ancora …col luogo di Tanasi al presente posseso da Catalano restando la via in mezzo che confina con luogo di Tanasi e con le terre del signor Principe di Partanna, … e con il signor Principe di Carini (villa De Simone-Wirz) con tutta la via in meno (via Partanna Mondello)”.

La principessa contestualmente provvede ad appaltare a maestranze provenienti da Partanna la costruzione di una casina progettata da Agatino Daidone (16224-1724) architetto e matematico, intervenuto con Tommaso Maria Napoli (1655-1725) nella costruzione delle grandiose ville Palagonia e Valguarnera a Bagheria, … Il 21 giugno del 1722 i fabri murari Leonardo Sammurgato, Ignazio La Manna, Guglielmo e Nicola Cappadoro, tutti proveniente dal feudo di Partanna, si impegnano con Laura Grifeo a realizzare … tutta quella quantità di fabrica necessaria per finire e terminare di tutto punto cossì il casino a triangolo come il cortile circolare con sue cavallerizzee, carrettarie e stanze per la famiglia … l’architetto della fabbrica Agatino Daidone deve provvedere alla misurazione delle opere per la stima dei compensi.

Lo spessore della muratura perimetrale è stabilita in palmi da quattro a tre (cm 107- cm 77 circa) per la prima elevazione, palmi due (cm 52 circa) per la seconda elevazione sino alla copertura; i tramezzi interni che terminano le stanze del casino dovranno misurare palmi due, al pianoterra e palmi uno e mezzo al primo piano (cm 52 e cm 39 circa); il muro circolare del corpi di servizio del cortile e previsto dello spessore di palmi due. Nello stesso giorno la principessa Laura Grifeo stipula un contratto con i mastri Paolo e Vito Costa, Nicola De Nastasi ed altri, tutti secatori di pietra di Partanna per intagliare tutta quella pietra bastante per la fabrica del Casino ed altre fabriche faciende. Il materiale litico dovrà essere della qualità migliore per durezza e compattezza, pietra… della più forte, estratta dalla cava aperta in prossimità della villa erigenda nello stesso fondo Partanna.







“Laura Grifeo ottiene dalla Curia Arcivescovile licenza di celebrare la Santa Messa nella cappella ottagona eretta nell’ala nord-occidentale ed intitolata all’Immacolata Concezione di Maria” (nelle due foto qui in basso, la cappella della Villa).


“Nel 1728 con atto del 31 agosto presso il notaio Nicolo Todaro di Trapani, il capo mastro Guglielmo Cappadoro ed i muratori Leonardo Samburgato e Ignazio La Manna ricevono dalla principessa di Partanna il compenso di onze 576 tarì 15 e grani 17 per i lavori … pro servitio nom casini… noviter per dictos magistros edificati… in contrada ditta delli Colli seu di Gallo”.
“Le opere afferiscono alla costruzione dell’ordine inferiore e superiore del casino, alla fabrica del baglio, cucine, magazzini, cavallerizze e cappella, ed all’edificazione delle case dei famigli. Le opere descritte indicano la completa attuazione dell’impianto della villa”.
“L’elenco floristico descrive una formalizzazione utilitaria ed insieme monumentale del giardino di pertinenza, compartimenti arborei regolari perimetrati da muretti sono ritagliati dalla croce formata da due viali rettilinei, di cui il principale posto in asse al prospetto posteriore della villa, e da sentieri minori; il verziere di alberi furuttiferi, la fruttera, ubicato a diretto contatto con l’edificio e formato da 21 fichi, 2 mandorli, 1 melograno, 5 gelsi, 3 albicocchi, 1 ulivo, 3 peri, 1 pesco e 8 agrumi. La restante area, ad esclusione di circa 1200 mq. di terreno definito incolto, terre scapule, di forma triangolare posto sul limite sud-est del fondo, e coperta da 329 ulivi selvatici, 54 innesti di ulivo e talee di ulivo e 2782 canne lineari di piante di fico d’India. Sono inoltre elencati il pozzo, i resti di una senia (termine col quale si indicava la macchina che sollevava l’acqua dai pozzi) e la vasca di raccolta idrica”.


Descrizione della proprietà nel 1855
“L’estensione è di tre salme, una bisaccia, due tummuli, due carrozzi, un quartiglio della misura legale corrispondente a circa 59.000 mq di cui 4130 mq circa occupati dalla casina con le sue pertinenze ed il cortile, dalle strade di accesso, dai muri recinzione e dalle case costruite lungo lo stradone di Partanna. I confini indicati sono: a nord via Partanna-Mondello, stradone rotabile della Parrocchia Chiesa di Partanna, a sud con il fondo di villa Castelforte, terre un tempo del Principe di Mezzojuso ed in oggi possesse dalla real riserva della Favorita, ad est con la via Castelforte, strada rotabile per la quale da Palermo si accede nel villaggio di Mondello, ad ovest con le terre proprietà Costa e Sessa e con il fondo di villa Verde, terre nominate di Costa ed censito di Sessa oggi posseduto dal Venerabile Monte di Pietà, e col luogo un tempo del Marchese di Sessa ed oggi in possesso del Sig. D. Giovanni Villariso”.
“Il fondo è recintato da muri con accessi marcati da piloni sui lati est, sud e ovest, il viale principale d’ingresso largo palmi 32 e lungo canne 29, dotato di emiciclo per la manovra delle carrozze, è definito da doppio portale alle estremità e sedili di figura semicircolare a metà del percorso”.
Da sottolineare che nei vari passaggi di proprietà dalla fine del 1800 in poi, la Villa ne ha viste tante, una porzione, in epoca recente, fu anche sede di un pub-pizzeria, soprattutto in spazi ricavati all’esterno.
Quando scrissi questa nota, l’edificio era in vendita, visualizzabile alla pagina di Rhema Group Immobiliare (fonte delle immagini). il corpo centrale è di circa 800 metri quadri su due elevazioni e altri corpi bassi residenziali per una superficie totale di 2.000 metri quadri.