Non c’è più Lou Ottens inventore delle musicassette, rivoluzionario della musica portatile e accessibile

Lou voleva che la musica fosse portatile e accessibile”. È morto Lou Ottens inventore delle musicassette. Aveva 94 anni. I più giovani non hanno mai avuto a che fare con questi supporti magnetici, le musicassette, che qualche decennio fa rappresentavano l’unico modo per ascoltare musica in auto o durante scampagnate, al di là della radio.

A casa gli stereo erano spesso blocchi unici tra giradischi-lettori di cassette-sintonizzatori/radio, ma i più “raffinati” ed esperti acquistavano elementi separati, il meglio di ogni marchio (compatibilmente con la propria possibilità di spesa) con le cosiddette “piastre” che leggevano questi nastri racchiusi in squadrati e piatti involucri di plastica a doppio rocchetto.

È stato Zack Taylor, regista di documentari nonché realizzatore con Ottens del film “Cassette: A Documentary Mixtape“, a sottolineare come “Lou voleva che la musica fosse portatile e accessibile. Ha spinto perché Philips concedesse in licenza questo nuovo formato ad altri produttori gratuitamente, aprendo la strada affinché le cassette diventassero uno standard mondiale”.

Sì perché l’ingegnere Lou Ottens, nato nel comune olandese di Rijswijk il 21 giugno del1926, morto il 6 marzo 2021 nella sua casa a Duizel, in Olanda, passò tutta la sua carriera in Philips (link), sin dal 1952 quando fu assunto dalla multinazionale olandese fondata nel 1891 a Eindhoven da Frederik e Gerard Philips (padre e figlio).

Dopo aver dato vita alla musicassetta, Ottens contribuì anche alla realizzazione dei Compact Disc.

Lo stesso Ottens coordinò il gruppo di lavoro che sviluppò e fece realizzare il registratore portatile. Successivamente, nello stabilimento Philips di Hassen, portò a compimento anche il progetto della musicassetta. Questa realizzazione fu presentata alla fiera IFA di Berlino nel 1963 (io non ero ancora nato).

Chi come me ne ha avute a centinaia di cassette, ricorda benissimo quando il mangiacassette impazziva mangiandosi il sottile nastro magnetico, fatto che spesso rendeva inservibile anche il lettore con quella fettuccia di plastica che si avvolgeva e si annodava in ogni ingranaggio.

Poi le cassette sempre più evolute, con strato magnetico più spesso, al cromo o con mix di materiale al ferro… in questo caso con varie leggende metropolitane che si diffondevano: ottime prestazioni della cassetta, toni alti più brillanti, ma questa sottile pasta al ferro sembrava essere troppo abrasiva per le testine di lettura.

Cassette da 30 minuti, da 60 minuti, da 90 minuti e da 120 minuti, lettori-registratori reverse, quindi capaci di raddoppiare la durata di questi supporti (grazie ad avanzatissime testate di registrazione, tracciavano magneticamente i brani musicali e le registrazioni audio su metà della lunghezza del nastro permettendo di leggere l’altro “lato” con rotazione comandata o automatica delle testine di lettura).

E quando per riavvolgere il nastro si era costretti, in malaugurate occasioni, a riavvolgerle manualmente infilando una penna o una matita in uno dei rocchetti e girare il tutto con le dita?

Era una vera e propria avventura che consentì a noi tutti di portarci appresso la nostra musica preferita, sia con musicassette preconfezionate che autoprodotte registrando da vinili e radio. Una rivoluzione rispetto al solo vinile e una tecnologia semplice ma molto funzionale, tanto che si diffuse ovunque nel mondo.

Pensate che in tutto il mondo sono state vendute cassette per oltre 100 miliardi di pezzi.

Fu una rivoluzione anche per il lavoro. I miei primi passi come giornalista li feci in redazioni radiofoniche, in emittenti romane come Voglia di Radio, Spazio Radio, Radio Radio. In questi casi, sia per fatti di cronaca che per interviste e altro, serviva la cassetta e un registratore portatile (ricordate i Walkman della Sony?).

Per il mio lavoro serviva anche un telefono a gettoni (i cellulari non erano ancora venduti o così diffusi).

Ricordo bene che due erano i modi per trasmettere in diretta la cronaca di un fatto con tanto di interviste:

  • chiamare da una cabina telefonica, recitare a voce il proprio servizio facendo capo agli appunti presi su un blocchetto;
  • alla prima fase si poteva aggiungere la registrazione di una testimonianza, un’intervista, quindi bisognava far partire in play il registratore poggiandone il piccolo altoparlante alla cornetta, dal lato solitamente destinato alla bocca.

Sembrava di avere mille mani tra il mettere gettoni o monete, comporre il numero, tenere il blocchetto pronto come il giranastri, cominciare a parlare appena annunciati dallo speaker in redazione, sfogliare il blocchetto, pronunciare al volo il discorso, poi pigiare il tasto play del registratore per far sentire agli ascoltatori l’intervista.

Fu un’avventura in ogni senso la si consideri e, soprattutto, quando si era nel mezzo di manifestazioni con gente vociante intorno e, magari con scontri tra chi protestava e Forze dell’Ordine.

Ricordo bene che una volta feci questi collegamenti in cabina telefonica con taccuino e registratore avendo un sopracciglio sanguinante (un paio di fogli mi si macchiarono di rosso) per una pietra lanciata da un manifestante durante degli scontri con carabinieri. Quale era lo scenario? Scontri al Centro Sociale La Torre, lungo la Nomentana, innumerevoli anni fa.

Per tutto questo, per i momenti di svago, per i lettori di cassette montati nelle nostre auto da diciottenni e ventenni, per i dispositivi che seguirono, più complessi, che inglobavano radio con sistemi più evoluti e mangiacassette quasi spaziali rispetto a pochi anni prima, dobbiamo ringraziare Lou Ottens.

Lo ricorderò ogni volta che osserverò le cassette musicali che conservo ancora insieme ai miei servizi giornalistici e alle mie conduzioni dei GR che, raramente, ascolto ancora, con grande nostalgia per quei tempi di precarietà avventurosa, ma carichi di stimoli e magia.

16 commenti Aggiungi il tuo

  1. Avatar di loscribacchinodelweb Alessandro Gianesini ha detto:

    Beh, allora un saluto e un ringraziamento per avermi fatto trascorre momenti di spensieratezza con mio walkman! 🙂

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    1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

      Tantissimi momenti, si da quando ero piccolo. Una delle mie prime cassette era con la Singonia numero 6 “Pastorale” di Beethoven: L’avrò sentita centinaia di volte 😁
      Da ragazzo facevo le mie compilation da portarmi appresso e poi in auto, Donna Summer, i Police, i Toto e tanti altri. Bloccati nel traffico serale del centro di Roma alla ricerca eterna di un parcheggio, ci teneva compagnia la musica delle cassette che veniva fuori da impianti che installavo con amici

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      1. Avatar di loscribacchinodelweb Alessandro Gianesini ha detto:

        Eh, già… la mia prima cassetta che acquistai penso fu una tra “Buon compleanno Elvis” e “Big Ones”, seguite a ruota da “Vitalogy”… quanto tempo! 😱

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  2. Avatar di Nina Camelia Camelia Nina ha detto:

    E per poter registrare sulle cassette originali, vi ricordate che cosa si doveva fare?

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    1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

      C’era da coprire la linguetta superiore che in quelle originali non c’era: bastava metterci un pezzetto di scotch 😄

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      1. Avatar di Nina Camelia Camelia Nina ha detto:

        Yeahhhhhh…
        Quante ne ho combinate… le cassette di mio padre che cambiavano magicamente contenuto… 😀😄😄😄😄😄

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        1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

          😄😄😂 Anche io di “alchimie” musicali ne ho fatte tante con le cassette. Poi che lotta a registrare brani dalle radio che facevano finire subito i brani con la pubblicità o i jingle delle stesse emittenti 😁

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          1. Avatar di Nina Camelia Camelia Nina ha detto:

            Giaaaaaa… dovrei avere un paio di sperimenti ancora da qualche parte…

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            1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

              Io li conservo ancora quasi tutti

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              1. Avatar di Nina Camelia Camelia Nina ha detto:

                Ah no… io molte delle mie le ho perse strada facendo…

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                1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

                  È anche vero che per la mia mania di conservare, iniziò ad avere crisi di spazio… e di cose ne ho buttate

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                2. Avatar di Nina Camelia Camelia Nina ha detto:

                  Al contrario, io butto la qualunque… e ogni volta mi dico: ma come ho fatto ad accumulare tanta roba??😆😆😆

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  3. Avatar di Bergontieleonora eleonorabergonti ha detto:

    Le musicassette, che ricordi. Non so nemmeno quante volte mi si srotolava il nastro e con la penna piano piano mi toccava riavvolgerlo. In casa ho ancora le musicassette e anche il mangianastri e ti dirò… funzionano ancora, 😀!

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    1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

      Io le ho conservate quasi tutte, come ho tenuto un primitivo walkman e un lettore portatile anni 70. Capita che un paio di volte l’anno le riascolti, soprattutto le interviste fatte 25 anni fa e oltre.

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      1. Avatar di Bergontieleonora eleonorabergonti ha detto:

        Un bel salto nel passato tra bellissimi ricordi il tuo, 🙂

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