Brutto colpo per chi lavora in agricoltura e si occupa di frutta, verdura e ortaggi. Quest’ultimo colpo di gelo che ha caratterizzato l’inizio di primavera e la prima metà di aprile, ha portato danni medi al 50 per cento in tutte le colture, con ovvia differenziazione per regioni e tipo di prodotto. L’allarme è lanciato da Italia Ortofrutta (link)-Unione Nazionale di 140 organizzazioni dei produttori, organo rappresentativo che tiene sotto controllo lo stato del settore (foto Wine News, Repubblica, La Stampa Cave du Roi-Enteca).
L’Italia è ben nota per la grande varietà dei prodotti della terra, vuoi per lo sviluppo lungo diverse latitudini del territorio nostrano, sia per la grande variabilità fra aree interne, montane, collinari, di pianura, vulcaniche, lambite dal mare, isolane. Questa ricchezza ha sempre garantito ricchezza nella produzione riflettendosi quindi anche nell’offerta al piatto rendendo molto reale e desiderata/invidiata la “dieta mediterranea” all’italiana, una delle più sane e complete al mondo.
Purtroppo questo aprile 2021 non è stato generoso nella sua prima parte, almeno nella determinante parte climatica: temperature che sono scese parecchio rispetto alla media annuale del periodo, improvvise gelate. Una situazione di cui, in un momento economico precario da pandemia Covid-19, tutti i produttori avrebbero fatto volentieri a meno.
Come sottolineato da Italia Ortofrutta, è stato registrato oltre il 50% dei danni alle produzioni ortofrutticole nazionali con punte fino all’80% nelle drupacee. Non è un dato definitivo, ma una stima, anche se molto vicina alla rilevazione definitiva.
Molte produzioni in tanti territori italiani sono state drasticamente dimezzate e tanto per fare degli esempi è andata male per le albicocche, le pesche, le albicocche, le fragole, i kiwi e tutta una vasta gamma di ortaggi (a cominciare da pomodori, zucchine, peperoni di aziende nel centro-nord) senza dimenticare molti vigneti con le ovvie ripercussioni sulle produzione dei celebri vini italiani.
È andata male lungo una vasta fascia del Paese, dal Piemonte alla Lombardia, Trentino e Veneto fino all’Emilia Romagna, Marche, Toscana e Molise.
Sotto gli occhi di molti i falò notturni e torce per proteggere le colture nell’area del Padovano e nel Cuneese a protezione dei ciliegi in fiore, oppure i frutteti in Valtellina o quelli di Abbazia di Novacella o nel Torinese gli asparagi tra Santena e Poirino o i vigneti piemontesi, oppure quelli di Montalcino o i trevigiani di Motta. Riscaldamento innalzato nelle serre con grande aggravio dei costi per le imprese.
Le temperature sono scese anche a cinque gradi sottozero o poco oltre.

“I ritorni di freddo tardivi caratterizzati da forti gelate, così come sta accadendo in questi giorni -spiega Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta – sono fenomeni che stanno diventando sempre più frequenti, comportando la perdita di ingenti quantità delle produzioni e mettendo a dura prova la sostenibilità economica delle aziende agricole e la loro capacità di produrre beni essenziali quali frutta ed ortaggi. Il sistema produttivo subisce inerme tali fenomeni a causa della mancanza di un sistema in grado di tutelare e assicurare protezione alle imprese agricole dai cambiamenti climatici che non risultano essere più, purtroppo, un problema congiunturale e che sta pertanto diventando un problema strutturale“.
“Occorre una risposta adeguata e opportunamente strutturata da parte del Sistema Italia – continua Falconi – per far fronte ai cambiamenti climatici utilizzando anche le risorse del Recovery Fund e della nuova programmazione della PAC basata sulla realizzazione ed attuazione del piano strategico nazionale di protezione dai rischi climatici sia intervenendo sul sistema assicurativo che in molti casi non risponde più alle esigenze degli agricoltori, sia con interventi di protezione attiva degli impianti frutticoli che consentano anche di garantire gli approvvigionamento di prodotto alle strutture di lavorazione”.

“È necessario intervenire subito – afferma Gennaro Velardo, presidente dell’Unione – Occorre che il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, in concerto con le regioni e le amministrazioni competenti diano un segnale al settore ortofrutticolo che ha garantito, anche nel pieno della pandemia, nutrimento sicuro a tutti i cittadini italiani e non solo. Occorre che le amministrazioni competenti si attivino per effettuare la stima dei danni, dichiarare lo stato di calamità naturale ed utilizzino il Fondo di Solidarietà Nazionale per ristorare le imprese agricole dalle perdite subite dal gelo per metterle nelle condizioni di continuare a garantire nei prossimi anni una fornitura di ortofrutta sana e di qualità”.







Giusto per mettere un po’ di “pepe” alla situazione, mi pare giusto… 😅
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Adesso cosa manca? Diluvio universale? Cavallette? Altro?
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Beh, credo che ci saranno tutte: resta da capire in che ordine! 🤣
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Facciamo tutte insieme così ci leviamo il pensiero! 🦗🌧🔥☠️😁😄
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🤣🤣🤣
Vai avanti tu, poi mi dici! 😉
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Non resta che aspettare. Chiudiamoci in casa, tanto siamo abituati
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Eh, forse per i nobili a cui pagano i tributi i vassalli può andar benem ma per i servi della gleba come me, tocca andare a lavorare lo stesso! 😛
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Vassalli? Chi? Dove sono finiti?
Qui siamo/sono a lavorare al pc. I vassalli scomparvero da tempo 😄
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Accidenti: mai che le cose proseguano nel verso giusto! 😛
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