Fa parte di una delle grandi tradizioni ritrovate, quelle che fanno la storia dei territori, ne ripercorrono antiche vicende, riallacciano con il patrimonio culturale di un popolo. Così la tradizione storica catalana dei gegants si risveglia a Montcada i Reixac per la Festa Major, 1-5 giugno (programma a questo link).
In questi giorni i giganti balleranno per le strade della cittadina, sarà una grande festa piena di iniziative e i bambini andranno pazzi per questi colossi che popolano le più importanti ricorrenze dell’anno.

ESP – Forma parte de una de las grandes tradiciones redescubiertas, esas que hacen la historia de los territorios, rememoran hechos ancestrales, reconectan con el acervo cultural de un pueblo. Así, la histórica tradición catalana de gigantes vuelve a despertar en Montcada i Reixac con motivo de la Festa Major, del 1 al 5 de junio (programa en este enlace).
Estos días los gigantes bailarán por las calles del pueblo, será una gran fiesta llena de iniciativas y los niños se volverán locos por estos gigantes que pueblan las celebraciones más importantes del año.
Tradición de derivación española también presente en Sicilia entre 1600 y 1700, que ha llegado hasta nuestros días en San Cataldo, Mistretta, Caltagirone, Barrafranca, Aragona, Aidone y Messina.

CAT – Forma part d’una de les grans tradicions redescobertes, les que fan la història dels territoris, recorren fets antics, reconnecten amb el patrimoni cultural d’un poble. Així la tradició històrica catalana dels gegants torna a despertar a Montcada i Reixac per la Festa Major, de l’1 al 5 de juny (programa en aquest enllaç).
En aquests dies els gegants ballaran pels carrers del poble, serà una gran festa plena d’iniciatives i els nens es tornaran bojos per aquests gegants que poblen les celebracions més importants de l’any.
Tradició de derivació espanyola també present a Sicília entre 1600 i 1700, que ha arribat als nostres dies a San Cataldo, Mistretta, Caltagirone, Barrafranca, Aragona, Aidone i Messina.







Queste immagini dal gruppo Facebook Gegants de Montcada i Reixac (link)
I gegants, giganti in Lingua catalana, sono grandi figure che riproducono personaggi storici e/o leggendari, oppure figure popolari. Sono caratteristici di molti comuni della Catalogna e di tanti quartieri di Barcellona. Dotati di un’incastellatura interna, vengono mossi da volontari che “indossano” dall’interno queste alte figure con ossatura in legno e fisionomie in cartapesta e altri materiali, vestite con abiti, corone, drappi, spade, scettri, elmi ed altro (dipende dal personaggio da rappresentare).
Gli uomini al loro interno danno vita a questi “colossi” che avanzano lungo processioni o in rappresentazioni storiche: i gegants si spostano secondo particolari movimenti, quasi dei balli.





Tradizione presente anche in Sicilia con i “Sampaoloni” di San Cataldo comparsi nelle celebrazioni della Pasqua nel 1700, giganti che rappresentano gli apostoli. Oppure a Messina con i leggendari “Mata” e “Grifone”, utilizzati durante la festa dell’Assunta e processioni, tutto legato al culto della Vergine, ma anche “Kronos” e “Mytia” a Mistretta per la Festa della Madonna della Luce. E ancora a Caltagirone, Barrafranca, Aragona, Aidone. Tutte figure giganti di chiara derivazione spagnola.
Ho avuto modo di partecipare a una di queste grandi feste invitato al Comune di Montcada i Reixac, alle porte di Barcellona. L’ho fatto con Danilo Moncada-Zarbo di Monforte la cui famiglia è storicamente originaria del territorio: lontani antenati presidiavano da quel Castello il confine Nord-Est della Catalogna dove, come si racconta, grazie a possenti mura e a una serie di catene lungo il vallo, si sbarrava il passaggio. Da qui il primo nome di Montecateno, poi Montcada-Moncada.
Festa suggestiva, esibizione affascinante e divertente quella dei gegants di Montcada i Reixac che rappresentano due personaggi vitali della storia catalana: Guglielmo Raimondo I Moncada, in Catalano Guillem Ramon I de Montcada e la Regina Elisenda de Montcada.
Due fulcri storici per due epoche differenti.




Guglielmo Raimondo I Moncada
Guglielmo Raimondo era figlio di un altro Guglielmo Raimondo appartenente alla famiglia dei signori del castello di Montcada. L’ambito è quello del XII secolo.
Il nobiluomo aveva la Carica di Gran Siniscalco di Barcellona, quindi amministrava la giustizia e aveva il comando militare, un compito che svolgeva al servizio dei Conti di Barcellona. Da questi ultimi furono assegnate alla sua famiglia e a lui stesso diverse signorie, quella di Tortosa (dopo l’impresa della conquista della città) con il castello di Suda che divenne casa Moncada, poi la signoria di Sentmenat, Arraona, Peníscola e Carles. Guglielmo Raimondo fu anche castellano di Lleida e visconte di Bearn, titolo ratificato ufficialmente per il figlio Guglielmo. Questi erano solo alcuni dei domini controllati dai Moncada.
A Barcellona l’attuale strada Carrer Montcada è su terreni che furono acquistati da Guglielmo Raimondo dietro permesso concesso dal Conte di Barcellona. L’area era in una zona situata al lato del Mercadal e del quartiere del Bòira, l’attuale Plaza del Angel, dove passava l’antica e romana via Francisca diretta verso la Francia. Probabilmente la strategia del nobiluomo era di connettere questi terreni cittadini al feudo di Montcada i Reixac che si trovava lungo il tragitto, ma anche garantire la connessione del Castello di Vic con le aree dei mercati del Born.
Il personaggio doveva avere un carattere molto deciso e temerario, tanto che riuscì a forzare la mano anche allo stesso Conte di Barcellona per una contesa finanziaria e sul controllo delle acque di cui l’area di Moncada i Reixac era grande fornitrice di Barcellona. Guglielmo Raimondo arrivò a tagliare la fornitura minacciando di lasciare la grande città a secco.
Poi la disputa si ricompose, il nobiluomo organizzò per il conte la crociata in al-Mariyya (lo Specchio) o Almeria, per colpire il Sud-Est della Penisola Iberica ancora in mano ai musulmani del califfato degli Almohadi o al-muwahhidun che aveva capitale in Marocco a Marrakech. L’impresa riuscì, Almeria e la sua regione fu presa raggruppando le forze della Repubblica di Genova, di Alfonso VII di Castiglia, di García di Navarra e di Raimondo Berengario III conte di Barcellona.








Giganti della tradizione catalana dal museo “Gegants – La Casa dels Entremesos” di Barcellona – foto Giuseppe Grifeo
La Regina Elisenda Moncada
Guglielmo Raimondo I Moncada era un suo avo. Colei che divenne Regina sposando Re Giacomo II il Giusto d’Aragona, di Valencia e di Sicilia, Conte di Barcellona, fu una delle donne più rivoluzionarie dell’epoca per le opere che riuscì a realizzare. Elisenda de Montcada e Pinós, bella e molto colta, fu una protagonista tra XIII e XIV secolo.
Una sua magnifica edificazione fu il Monastero di Pedralbes (dal Catalano: pietra chiara), voluto quando rimase vedova. È il luogo dove poi fu sepolta in un monumento funerario dalla doppia rappresentazione inserito nel muro divisorio tra il chiostro e la Cattedrale del monastero: sul lato che sporge nella chiesa, Elisenda è scolpita in posizione distesa con le vesti di regina; dal lato opposto ed esterno, verso il chiostro del monastero, lei è una monaca clarissa.
Era figlia terzogenita del Gran Siniscalco di Catalunya (Catalogna) Pere II de Montcada (Pietro II Moncada) Signore di Aitona e di Soses e della moglie di questi, Elisenda de Pinós. Sua bisnonna la principessa Costanza figlia del Re Pietro d’Aragona, Conte di Barcellona.
Elisenda si sposò col Re nella Cattedrale di Tarragona il 25 dicembre 1322. Era la quarta moglie del Sovrano che era di 25 anni più grande.
La prima sede della coppia di monarchi fu il Palazzo Reale di Barcellona, poi Elisenda ottenne l’edificazione di una nuova sede a Pedralbes, inaugurata col vicino monastero il 3 maggio 1327.
Rimase presto vedova, pochi mesi dopo questa inaugurazione.
Ritirandosi dalla conduzione del Regno, seguì una sua personale missione. Trasformò il monastero in ricovero per le donne maltrattate. Tutte queste poverette non appena varcavano la soglia del monastero entravano nella protezione della Regina.
Quest’azione a favore delle più sfortunate vide agire Elisenda anche sul governo di Barcellona affinché prendesse utili provvedimenti.
Inoltre, la Regina-Monaca-Badessa istituì dei corsi di formazione per le donne che erano ricoverate nel monastero in modo che potessero poi cavarsela con un lavoro.
Fu estremamente innovativa per l’epoca.
Elisenda Moncada passò i suoi successivi 37 anni portando avanti questo suo progetto.
Morì nel 1364.
