Non dobbiamo vivere troppo, altrimenti ci tagliano quella pensione che abbiamo pagato in una vita di lavoro

Devo affermarlo con sincerità assoluta, a volte mi sembra di vivere in una dimensione onirica perché non può essere realtà. A questo punto, vista l’ultima proposta dell’INPS-Istituto nazionale della previdenza sociale, dobbiamo addirittura avere paura di una vita lunga. Guai a vivere troppo perché la pensione che ci siamo pagati in una vita di lavoro ce la tagliano.
(immagine in copertina di Freepik)

Decenni di stipendi già di loro tagliati per tassazioni varie e per accantonamenti pensionistici rischiano di essere serviti a poco.

Lo Stato è stato pagato per avere un servizio e non può sottrarsi al suo impegno. Sarebbe un insolvente che tutti dovremmo perseguire.

Se l’Inps non riesce a far quadrare i suoi conti, deve trovare soluzioni interne.

Già adesso per noi non ancora pensionati la prospettiva della pensione ci si prefigura più magra del previsto. Figuriamoci se tagliata perché sto diventando troppo vecchio.

I crismi dell’idea INPS per arrivare a riformulare l’entità delle pensioni: distribuzione dei fondi pensionistici in base alle aspettative di vita, calcolo in base al luogo di residenza e alla professione svolta.

Riassumendo, la nostra pensione, soprattutto oltre a una certa età quando saremo considerati troppo vecchi, non sarà correlata a quanto abbiamo versato e a quanto l’abbiamo pagata mese per mese in una vita di lavoro.

Una considerazione mi viene naturale su questa faccenda. Invece di tagliare gli stipendi alla fonte, lasciate libera la gente col suo stipendio bello intero così tutti potranno scegliere fin dall’inizio una loro assicurazione previdenziale. Tanto l’investimento forzato nella pensione Nazionale tramite INPS, che dovrebbe essere il massimo garante, è fallimentare: versi 50 per 50 anni per avere 100 come pensione, ma se questa è troppo alta e se sarai troppo vecchio (o la tua aspettativa di vita è alta), l’INPS te la taglia.

Come se si andasse ad acquistare un’auto da un concessionario, ma scegliendo una rateizzazione parecchio lunga, la Casa automobilistica ti togliesse un faro, una ruota, una freccia, un tergicristallo e una candela al motore. Colpa della rateizzazione extralarge perché i tuoi soldi, seppur versati per pagare l’auto, non hanno lo stesso valore di altri, magari versati per finanziamenti brevi.

È folle.

L’affermazione pseudo “democratica” dell’Istituto che in questo modo nasconde come non riescano a far quadrare i conti, sarebbe questa: gli assegni pensionistici dovrebbero essere stabiliti considerando un punto preciso, quello che i soggetti in condizioni economiche sfavorevoli hanno una speranza di vita più breve, condizione che avvantaggia solo i più ricchi.
In più, per questo calcolo si deve analizzare la speranza di vita degli italiani regione per regione e/o per categorie professionali.
Guai quindi a nascere e a risiedere nelle regioni statisticamente più ricche: la scure dell’INPS vi taglierà risorse destinate alla vostra anzianità. Per gli uomini, dopo aver smesso di lavorare a 67 anni, la longevità massima è nelle Marche e in Umbria (18,3 anni), ma per le donne è in Trentino Alto Adige. La speranza di vita più bassa? In Campania e in Sicilia (per gli uomini solo 17 anni da pensionato). Per una donna siciliana si prevedono meno di 19 anni da pensionata. Per una donna trentina si sale a 22,5.

La soluzione “democratica” quindi sarebbe quella dei tagli delle pensioni se vivi -o potreste vivere- più di altri (quindi devi essere ricco secondo l’assunto precedente). Bel taglio anche se hai una pensione medio-alta, quella che hai comunque pagato in decine di anni a colpi di versamenti mensili molto alti.

Secondo i dati trasmessi dall’INPS, un pensionato nelle fasce di reddito più basse, tanto per fare un esempio un ex operaio o un ex impiegato semplice, “dura” in media 16 anni prima di morire, anni da pagare mensilmente con l’assegno pensionistico.

Al contrario, nelle fasce di reddito più alte, come quella di un pilota in pensione, l’anziano vive di più e l’assegno dovrebbe essere pagato per 20,9 anni. Eppure ricordo una bestialità detta da un personaggio politico, secondo il quale i più umili mangerebbero meglio e più sano dei ricchi…

Comunque, questo narrano i dati trasmessi dall’INPS insieme alla proposta di riforma delle pensioni.
Come conseguenza l’Istituto propone di tagliare la pensione a chi vivrà di più… anche se quella pensione se l’è pagata fior di quattrini in versamenti pluridecennali.

Alla luce di quanto ho già riportato, secondo l’INPS il coefficiente di trasformazione uguale per tutti (coefficiente utilizzato per calcolare le quote contributive) sarebbe ingiusto. È quindi da trasformare seguendo la speranza di vita, il luogo di residenza e l’occupazione avuta.
Se approvato sarà un sistema complicatissimo di calcolo, da applicare in questo Paese dove pure le cose semplici funzionano male e con estrema lentezza.

E qui la sparo: la maggiore aspettativa di vita per le donne rispetto agli uomini non la mettiamo nel calcolo?

Ma la compagine politica che sostiene il governo Meloni non intendeva ridare potere d’acquisto alla gente e alla sempre più evanescente-esangue classe media? Con l’obiettivo di ridare forza al sistema Paese.

Calo tutto questo in un esempio che mi appartiene. Riguarda mio padre.

Lavorava alla Banca Nazionale del Lavoro. Per cinque decenni il suo ottimo stipendio lordo veniva tagliato alla fonte del 48 per cento circa (quasi la metà) vista la sua posizione alta nell’organigramma dell’Ispettorato BNL e visto il suo ottimo guadagno mensile.

Secondo quanto raccomandato oggi dall’Istituto nazionale della previdenza sociale che ha formulato il suo principio “democratico”, mio padre non avrebbe diritto a quanto gli viene riconosciuta come pensione perché ha oggi 90 anni, perché sta continuando a vivere e perché prenderebbe troppo di pensione (lorda). Anche se quest’ultima se l’è pagata tantissimi danari per una vita.

Provate a moltiplicare quanto dallo stipendio lordo veniva trattenuto e moltiplicatelo per tutto il periodo in cui avete lavorato.

Attenti! Se sentirete uno “zac!” vorrà dire che l’INPS si sta avvicinando.

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Avatar di Antonio Gaggera Antonio Gaggera ha detto:

    In compenso, parlano di aumentare le pensioni minime, quelle percepite da chi ha versato poco o niente nelle casse dell’istituto di previdenza, probabilmente perché non ha dichiarato i propri introiti.
    Ma, si sa, il feeling tra questo governo e gli evasori è molto forte.

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    1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

      Il problema è che come nei governi precedenti si toglie con una mano (ma questo taglio se si è troppo vecchi è assurdo) e con l’altra si dà.
      Azioni di governo assurde che non portano consistenza nelle tasche della gente.
      E come al solito tante promesse elettorali spariscono

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      1. Avatar di Antonio Gaggera Antonio Gaggera ha detto:

        Nessun governo è stato, negli ultimi decenni, esente da giochi delle tre carte. Si cerca il consenso con misure, spesso, ingannevoli e, oltretutto, inefficaci. La scarsa qualità della classe politica, che non è un fenomeno di oggi, mi pare sublimata da questo esecutivo, che sa solo tutelare evasori e titolari di rendite di posizione.

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        1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

          Ne sono cosciente che negli ultimi trent’anni il gioco dei governi è stato del tutto simile. Con momenti di peggioramento ben palesi

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