Leggi razziali del 1938, vergogna d’Italia – il Giorno della Memoria

Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale nessuno avrebbe mai potuto ipotizzare quella che definisco come autentica e orrenda vergogna italiana, le tristemente note leggi razziali. Norme integrative definitive del 1938, disegnate da Mussolini e dai suoi accoliti, firmate da lui stesso e da Re Vittorio Emanuele III come Capo di Stato. Fu antisemitismo puro, persecutorio e sanguinario. E dire che gli ebrei si erano spesi tanto per lo Stato e avevano partecipato con entusiasmo e fervore sabaudo alla Prima Guerra Mondiale donando sangue e vite.

Richiamando lo Statuto albertino del 29 marzo 1848, questo aveva sancito l’uguaglianza di tutti i cittadini, tra l’altro “… gli israeliti regnicoli godranno, dalla data del presente, di tutti i diritti civili e delle facoltà di conseguire i gradi accademici”.
In seguito la legge sull’Emancipazione fu estesa a tutto il Regno d’Italia.
Tutto questo fu rinnegato con un voltafaccia odioso e sconcertante.

L’abbraccio col regime nazista del Terzo Reich, con la Germania nazista, fu mortale e snaturò totalmente l’Italia rendendola estranea a se stessa, qualcosa di ancora più odioso e ripugnante nel risvolto assolutistico del regime fascista. Uno status innaturale per la Nazione Italia, soprattutto per quelle terre dello Stivale che avevano storicamente visto fiorire la comunione di culture e presenze di popoli.

Però avvenne ed ecco le Norme integrative del Regio decreto–legge 17 novembre 1938-XVI, n.1728, sulla difesa della razza italiana firmate il 17 novembre 1938.

L’assurda voglia di creazione di un impero, i regimi fascista e nazista che si imitavano nel passo dell’oca e negli sguardi truci e marziali.
Le dittature sono sempre state funzionali a trasformare nazioni nel peggio possibile, ma che l’Italia riuscisse ad arginare, eliminare, buttare nel tritacarne il popolo ebraico sarebbe apparso fantapolitica fino agli anni Venti.

Le leggi razziali furono raccontate/presentate nel contenuto da Mussolini il 18 settembre del 1938 a Trieste:… nei riguardi della politica interna il problema di scottante attualità è quello razziale: anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie….

Queste disposizioni rimasero in vigore durante il regime fascista nel Regno d’Italia e poi applicate dalla Repubblica Sociale Italiana a Nord d’Italia, ma non nel Sud perché abolite con i regi decreti-legge 25 e 26 del 20 gennaio 1944 emanati durante il Regno del Sud, continuità amministrativa del Regno d’Italia nei territori liberati dalle truppe alleate.
La Repubblica Sociale applicò con maggiore forza queste norme anti ebrei, palese nel suo piano programmatico o “manifesto di Verona” del 14 novembre 1943: il regime fascista di Salò definiva gli ebrei o appartenenti alla razza ebraica, come stranieri e nemici nel perdurare della guerra.

Norme integrative del Regio decreto–legge 17 novembre 1938-XVI, n.1728, sulla difesa della razza italiana

Di seguito inserisco le pagine della vergogna, quelle che nel 2018 furono al centro di una mostra al Ghetto di Roma e alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, con l’appoggio e la promozione dell’allora ministero dei Beni e delle Attività culturali, proprio per la Giornata della Memoria di quell’anno.

: Ritenuta In necessità urgente ed assoluta di provvedere; Visto l’art, 3, n. 9, della legge 31 gennaio 1926-1V, 1. 100, sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche; Sentito Il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del DUCE, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro dell’Interno, di concerto coi Ministri degli Affari Esteri, di Grazia e Giustizia, delle Finanze e delle Corporazioni;

ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO:

Capo I.

Provvedimenti relativi ai matrimoni.

Art. 1 Il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito. Il matrimonio celebrato in contrasto con tale divieto è nullo.

Art. 2 Fermo il divieto di cui all’art. 1, il matrimonio del cittadino italiano con persona di nazionalità straniera è subordinato al preventivo consenso del Ministra dell’interno.
1 trasgressori sono puniti con l’arresto fino a tre mesi • con l’ammenda fino a lire diecimila.

Art. 3 Fermo sempre Il divieto di cui all’art. 1, 1 dipendenti delle Amministrazioni civili e militari dello Stato, delle Organizzazioni del Partito Nazionale Fascista o da esso controllate, delle Amministrazioni delle Provincie, del Comuni, degli enti parastatali e delle associazioni sindacali ed enti collaterali non possono contrarre matrimonio con persone di nazionalità straniera.

— […]

Art. 28. E’ abrogata ogni disposizione contraria o, comunque, incompatibile con quelle del presente decreto.

Art. 29. Il Governo del Re è autorizzato ad emanare le norme necessarie per l’attuazione del presente decreto.

Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge.

Il Duce, Ministro dell’Interno proponente, è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del Sigillo dello Stato, sia inserto nella Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia

Nelle immagini seguenti sono ritratti alcuni documenti storici che ritraggono la tragicità delle leggi razziali italiane e delle loro conseguenze.
Le immagini sono cliccabili per ingrandirle ed eventualmente scaricarle.

  • Dalle Tavole genealogiche per la definizione razziale di “appartenenza alla razza ebraica” o “ariana”, elaborate dalla Demorazza, settembre 1938. C Ministero dell’interno, DG. Demografia e razza, AD, busta 1, fasc. 1.
  • due immagini con l’Elaborazione grafica a colori della V ripartizione, anno 1939-XVII: perizie di esproprio-importo-superficie e volume degli immobili espropriati. Pieghevole. Ministero dell’interno, DG. Demografia e razza, AD, busta 8, fasc. 24.
  • E ancora, Manifesto del Prefetto della provincia di Livorno sulla precettazione civile a scopo di lavoro degli appartenenti alla razza ebraica, 14 maggio 1942, Ministero dell’interno, DG. Demografia e razza, AD, busta 15, fasc. 32 1.
  • La Relazione del Ministero dell’Interno, Direzione Generale Per la demografia e la razza sulla precettazione degli ebrei per il lavoro, 17 agosto 1942. Рр. 2. Ministero dell’interno, DG. Demografia e razza, AD, busta 15, fasc. 32 |l.
  • Anche l’Elenco degli aiuti ed assistenti ordinari, straordinari, incaricati e volontari che appartengono alla razza ebraica nelle Università italiane, Ministero Pubblica istruzione, DG Istruzione superiore, Miscellanea di Div. Diverse I-II-Ill, fasc. “Assistenti”.
  • A seguire, l’Appunto di Buffarini-Guidi al Capo della Polizia A. Bocchini, 26.5.1940, Ministero dell’interno, DGPS, Div. AAGGRR, Massime, M/4 “Mobilitazione civile”, b. 100, f. 16, sf. 1, ins. 2 “Corrispondenza varia”.
  • L’Elenco delle disposizioni circa l’attività ebraica nelle autorizzazioni di polizia. Rubrica dattiloscritta dei provvedimenti antiebraici, Ministero dell’interno, DGPS, Polizia amministrativa e sociale 1940-1957, b. 221-2 sf. 19.
  • E che dire della Mappa del campo di Ferramonti. Ministero dell’interno, DGPS, Div. AAGGRR, Massime, M/4 “Mobilitazione civile”, b. 122, facs. Campi di concentramento, sf. Affari per provincia, ins. Cosenza-Ferramonti.
    Il campo di concentramento di Ferramonti, noto all’inizio come campo di concentramento Media Valle di Crati, fu istituito nel 1940 per ordine di Mussolini. Fu il più grande punto italiano di internamento per ebrei, apolidi, stranieri nemici e slavi. Gli inglesi liberarono il campo nel settembre del 1943.

Tragico, ancora incredibile, ma la nostra Nazione l’ha vissuto davvero e l’ha subito per decisione di un potere malato e depravato, sanguinoso e stragista.

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