Virus Hmpv, NO allarme per una possibile pandemia, è una vecchia conoscenza del 2001

Può colpire più duramente chi ha particolari patologie e debolezze nell’apparato respiratorio o i più piccoli. Virus Hmpv, NO allarme per una possibile pandemia, è una vecchia conoscenza del 2001. A 5 anni dall’inizio della pandemia da Covid è bene precisare che la situazione è del tutto diversa.

Niente paura quindi, nessun panico. Rientra nella norma il caso del 71enne ricoverato in terapia intensiva in Grecia, a Salonicco. Lui era già affetto da altre malattie, contagiato dalla figlia che era stata in Cina per una vacanza. La donna e la madre, anche lei contagiata, se la sono cavata con poco, disturbi simili a un raffreddore.

Tanti articoli si sono susseguiti su molte testate giornalistiche, anche italiane, con un focus sul caso greco.
Bene hanno fatto i colleghi che ne hanno scritto come di una presenza virale già nota da 24 anni, quindi stringendo sui fatti e smorzando i primi sentiment di allarme.

Il virus Hmpv o metapneumovirus umano, appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, genere Metapneumovirus, ha già imperversato fra la popolazione mondiale. È normale che i casi di contagio salgano nel periodo più freddo. Tanto per capirsi, il periodo critico va da gennaio a marzo nel nostro emisfero boreale o settentrionale.

Margaret Harris, portavoce dell’OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità, ha specificato che “Il metapneumovirus umano Hmpv non è un nuovo virus. Identificato per la prima volta nel 2001, è presente nella popolazione umana da molto tempo. È un virus comune che circola in inverno e in primavera. Di solito provoca sintomi respiratori simili al comune raffreddore”.
(link all’OMS sulle tendenze delle infezioni respiratorie, compreso l’HMPV, nell’emisfero settentrionale)

Eva Hrncirova, portavoce della Commissione Europea: “Posso assicurare che per il momento non è necessario prepararsi per una nuova pandemia. Siamo ovviamente a conoscenza dei resoconti sui media e della situazione in Cina. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Un’agenzia dell’Unione Europea (Ecdc) sta monitorando molto attentamente la situazione e sarà discussa dal comitato sanitario e monitorata anche nelle prossime settimane”.

Il caso di Hmpv a Salonicco: da manuale

Il primo caso grave in Europa per questa stagione si è manifestato a Salonicco, in Grecia. Positivo un uomo di 71 anni che già soffriva di altre affezioni.
Il cittadino greco è ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Papanikolou.
La figlia aveva trascorso le vacanze di Natale in Cina e, una volta rientrata a casa, avrebbe iniziato a manifestare lievi sintomi.
Stessa cosa per la madre.
Le due donne sono guarite in poco tempo senza manifestare particolari problemi, come fosse stata una normale influenza.
È andata diversamente al padre per il suo stato di salute già precario: l’Hmpv nel suo organismo ha scatenato sintomi più gravi e pesanti, quindi il trasferimento in ospedale e l’inserimento nel reparto di terapia intensiva sotto stretta osservazione.

L’infettivologo Matteo Bassetti – “Le infezioni da metapneumovirus umano (Hmpv) che stanno imperversando in Cina si trasmettono attraverso goccioline di secrezioni respiratorie emesse nell’aria da individui infetti oppure attraverso contatto con superfici o materiali contaminati. Il metapneumovirus umano è, insieme al virus respiratorio sinciziale, una delle cause note più frequenti di malattie alle vie aeree inferiori nei bambini e nei soggetti immunodepressi. Al momento non esiste nemmeno un vaccino in grado di proteggere dall’infezione. Per questo l’arma migliore contro il metapneumovirus umano sono, ad oggi, adeguate prassi igieniche che riducano il rischio di far entrare il virus nell’organismo, come ad esempio lavarsi bene le mani. I sintomi dell’infezione possono essere molto variabili sia nella tipologia che nella gravità. Tra questi: febbre alta, mialgia, rinorrea, dispnea, tachipnea, respiro sibilante. Non esistono trattamenti specifici contro le infezioni da metapneumovirus umano. Studi suggeriscono che la ribavirina, un antivirale ad ampio spettro potrebbe essere efficace anche nel trattamento”.

Infezione da Hmpv, focus su sintomi e periodo di incubazione

L’Hmpv sta mettendo a dura prova il sistema sanitario di alcune città della Cina.

L’infezione porta a manifestare sintomi simili all’influenza e al raffreddore, ma anche complicazioni come bronchiti e polmoniti.

Incubazione da 3 a 5 giorni.

Con febbre presente, questa dura in media 10 giorni.

Tra i sintomi che si manifestano più spesso, febbre appunto e tosse, rinorrea o naso che cola tipico dei raffreddori, ma anche il comunissimo mal di gola.
A questi si possono aggiungere dispnea (respirazione difficile), tachipnea o polipnea (aumento della frequenza della respirazione, dei singoli respiri), retrazione o contrazione del torace che si espande meno e una respirazione accompagnata da sibili.

Si può manifestare una chiara disidratazione e una svogliatezza a mangiare. Per sostenere il malato bisogna farlo bere tanto e umidificare gli ambienti come la camera da letto dove si trova coricato.

Bambini, anziani e persone con un sistema immunitario compromesso rappresentano gli individui che possono essere più duramente colpiti dal virus manifestando sintomi più gravi.

La persona infetta starnutendo o tossendo diffonde saliva in gocce, anche piccole come in aerosol diffondendo il virus. Questo passa alle altre persone grazie anche ad altri contatti, basta per esempio anche una stretta di mano o per contatto con superfici o oggetti (una penna poi portata alla bocca per esempio) dove è finita la saliva infetta.
Il virus ha più rapida diffusione quando entra in contatto con la rinofaringe di una persona.

Non esiste ancora una una terapia antivirale specifica contro l’infezione da metapneumovirus umano.

Anche se fu identificato nel 2001, studi sierologici hanno evidenziato che questo virus o una sua “versione” precedente, era già in circolazione da circa mezzo secolo prima.

Ad oggi l’Hmpv rappresenta l’agente eziologico di circa il 10 per cento delle bronchioliti e delle polmoniti infantili, praticamente solo un gradino sotto al primo in classifica, l’RSV, il virus respiratorio sinciziale che rimane la causa più comune nelle infezioni del tratto respiratorio inferiore per pazienti pediatrici.

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