RosaMara di Costaripa, una carezza rosé per il palato: debutta la nuova annata di questo vino della Valténesi

Il mio amore per gli ottimi vini è ben noto, come lo è il piacere con cui colleziono, ricerco e vado alla scoperta di nuove combinazioni di gusto create dalle case vitivinicole. Oggi si apre un altro capitolo, quello di RosaMara di Costaripa con la sua nuova annata 2024.
Così vi racconto questa tappa odierna nella storia del nettare voluto da Dioniso, il dio greco che nella visione romana fu nomato Bacco.

RosaMara, un vino che, con la sua iconica veste color rosa cipria e la sua firma stilistica inconfondibile, rappresenta il manifesto dell’approccio pionieristico di Mattia Vezzola: un rosé di struttura, profondità e longevità, capace di andare ben oltre l’idea convenzionale del rosato da aperitivo.

Tale è il concetto guida, la descrizione di RosaMara in questa nuova declinazione di profumo e di sapore, di vocazione che intende assumere sulle tavole e nei bicchieri di tutti.

La nuova annata 2024 del RosaMara fa parte di un progetto più ampio portato ideato e realizzato lungo il suo cammino pluriennale da Mattia Vezzola negli ultimi anni. Lo scopo è quello di ridisegnare il ruolo del rosé nella mondialmente celebre tradizione enologica italiana.
Il ruolo che si vuole affermare è quello di un vino “nobile e trasversale, adatto ad accompagnare l’intero pasto e in grado di sfidare il tempo“.
Per raggiungere questo obiettivo è stato portato avanti un grande studio e una grande sperimentazione del prodotto finale partendo appunto dalla base, da un’attenta selezione delle uve, passando per una vinificazione meticolosa e per un affinamento che ne esalta l’eleganza e la complessità.

A questo punto, prima di entrare nel dettaglio, invito i più curiosi e i più attenti scopritori a provare RosaMara, sicuro che darà ottime soddisfazioni al naso e alla bocca oltre che in ruoli poco noti per un vino rosé.

Le uve e la “madre terra” che danno vita a RosaMara

Questo vino rosé nasce nel cuore della Valténesi, lungo la sponda bresciana del Lago di Garda, da un assemblaggio di Groppello Gentile (50%), Marzemino (30%), Sangiovese (10%) e Barbera (10%).

Le uve provengono da vigneti con un’età media superiore ai 25 anni, allevati su suoli morenici ghiaiosi con presenza di argilla, un terroir che conferisce al vino finezza e freschezza.

La vendemmia è del tutto manuale, effettuata alle prime luci del mattino per preservare l’integrità aromatica dei grappoli.

La vinificazione segue la tradizionale tecnica “a lacrima”, estraendo esclusivamente la parte più pura e nobile dell’acino.
A questo si affianca la fermentazione in piccole botti di rovere bianco da 228 litri, fattore che conferisce al vino una maggiore tessitura e complessità senza sovrastarne la freschezza e la delicatezza espressiva.

Il profumo è caratterizzato da un sentore di frutti estivi come pesche abbracciate da un tocco di albicocca, melograno e frutti rossi.
In bocca, riporta questi sentori in una complessità ricca di sorprese, una nota sapida e fresca cui, nel finale, si aggiunge un elegante tono che sa di mandorla.
Queste, però, sono le mie suggestioni.
Come sottolineo sempre, chiunque si cimenterà con l’assaggio, faccia prevalere la personale esperienza di gusto, quella accumulata negli anni.
Divertitevi quindi ad abbinare profumi e sapori che RosaMara solleciterà toccando i vostri sensi riportando a galla elementi della vostra memoria olfattiva e di gusto.

“Oggi più che mai vogliamo sfatare i pregiudizi legati ai rosé italiani – sottolinea Mattia Vezzola – e mostrare il loro potenziale. Il RosaMara è il simbolo di questo percorso: un vino elegante, longevo, capace di attraversare il tempo e di sorprendere ad ogni sorso”.

Il RosaMara per essere caratterizzato da una longevità straordinaria, evolve con grazia fino a 3-4 anni senza diluire il suo carattere.

Non è un vino da consumo giovane e immediato, infatti Costaripa rompe gli schemi con un Nettare degli Dei che “sfida il tempo” seguendo un principio affine ai grandi vini, quello di un’accurata selezione delle uve, un’attenta vinificazione e un lungo affinamento che ne amplifica la profondità aromatica. L’esaltazione ulteriore della materia prima e dell’identità del terroir, l’unione di tradizione e innovazione permettono l’evoluzione di questo vino.

L’approccio di Costaripa permette di affermarsi come riferimento per la rinascita del rosé italiano dimostrando che anche questa tipologia di vino può raggiungere livelli di eccellenza assoluta.

È una visione di Mattia Vezzola che in Costaripa definiscono anticonformista e raffinata, in grado di competere, grazie alla propria identità, con i migliori Rosé.

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