La visibilità storica del bombardiere di Hiroshima, il B29 Superfortress Enola Gay, deve essere cancellata perché “Il nome richiama l’omosessualità”. La sua foto deve andare al macero e sparire dal web insieme a ogni riferimento. È il pensiero espresso dal Pentagono, quartier generale e comando delle forze armate degli Stati Uniti…
Fra tutte le follie e cazzate sparse nel mondo, tutte nate da menti ignoranti e folli, ecco che accade pure questo. Un atto giustificato dai suoi ideatori con argomentazioni da bestie vere. Purtroppo non sono clown né comici.
Ad accorgersi di queste eliminazioni/epurazioni documentali è stata l’Associated Press nel corso di alcune ricerche d’archivio.


Se tutto questo non fosse tragico, la faccenda farebbe ridere tantissimo e far partire sonore prese per il c..o nei confronti degli ideatori di questa “purga”.
Un nome inoffensivo, dato nel 1945, legato a un fatto storico fondamentale: la prima bomba nucleare usata in guerra, sganciata sulla città giapponese di Hiroshima.
Oggi però i vertici militari statunitensi ci vedono un richiamo omosessuale che ottanta anni fa non poteva essere neppure nelle intenzioni, né nelle fantasie più sfrenate dell’aviazione militare americana. Nei fatti Enola Gay era il nome della madre del pilota, il colonnello Paul Tibbets. Nulla più, nulla meno.
Secondo gli intenti dell’attuale Stato Maggiore americano e del fautore di questa azione/ban, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, sono da cancellare (eliminazione già in corso) migliaia di foto che sono state prese di mira nell’ambito della crociata del presidente Donald Trump contro la diversità, l’equità e l’inclusione o, per precisione, contro quelle che sono denominate come le politiche DEI-diversity, equality, inclusion.
Seguendo questo intento il Dipartimento della Difesa ha identificato e segnalato per la cancellazione circa 26.000 immagini, compresa appunto la foto dell’Enola Gay, l’aereo che sganciò la bomba atomica sul Giappone.
Quel termine “gay” non s’ha da vedere, evoca troppo la diversità (!!!).
SPQA, Sono Pazzi Questi Americani direbbe Asterix, il protagonista della celebre serie di fumetti iniziata nel 1959, creata da René Goscinny che ne curò i testi e da Albert Uderzo che la disegnò.
Dimenticavo! Fra tutte quelle foto che spariranno – e/o già sparite -, ci sono anche le immagini della prima donna a entrare nei Marine o delle prime donne ad aver avuto riconoscimenti prima destinati solo agli uomini, pure foto di eroi di guerra che nel loro cognome riportavano e riportano il nome “Gay”, ma anche le immagini commemorative speciali come per il mese del Black History Month.
Ecco dove porta il fondamentalismo che, è bene sottolinearlo, non è solo islamico.
E ce ne stiamo ben accorgendo.

A quando i falò in piazza per bruciare i libri?
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Intanto buttano via immagini che riportano il nome “Gay”… nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere, neppure nelle più sfrenate fantasie.
Oggi invece accade.
Il delirio che si concretizza.
Mi piacerebbe capire come e se sta già cambiando il sentimento degli americani per il Trump e affini
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Caro Giuseppe, con SPQA hai riassunto benissimo il cuore della vicenda, che sarebbe comica, non fosse tragica. A breve ti girerò un elenco, il più esaustivo possibile, di una certa idea che “ci” è frullata in testa. Per ora non ti dico altro, poi vedrai tu se darle o meno risonanza, quando la compartirò con te.
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Mi hai incuriosito
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