Era necessario, ho sentito il bisogno di riportare qui il mio articolo sull’Antico Caffè Greco, sul prezioso tesoro di antichi oggetti e opere d’arte del 1700 che il gestore del locale di via dei Condotti aveva portato via e infilato in suoi magazzini. Azione compiuta senza richiedere e ottenere il permesso dalla soprintendenza di Roma. Conseguenza? I Carabinieri TPC hanno sequestrato tutto, ricatalogato ogni oggetto e lasciato tutto in custodia all’interno di un deposito giudiziario.
Articolo richiamato in fondo a questa pagina, pubblicato ieri sulla testata giornalistica Di Roma che dirigo.
Con quello che è appena accaduto si arricchisce con un nuovo scossone l’agonia dello storico e centralissimo locale, ben 265 anni su via dei Condotti che si stanno concludendo in questo modo.



Il 26 novembre si dovrebbe sapere come finirà la vicenda dello sfratto, un iter giuridico iniziato nel 2017 con la fine del contratto di locazione che vede da una parte il proprietario delle mura, l’Ospedale Israelitico e dall’altra il gestore del Caffè Greco disposto pure ad acquistare i locali.
Su tutto pende la sentenza doppia del 2024 emanata dalla Cassazione: ribadito il diritto della proprietà di rientrare in possesso del locale, ma anche un obbligo che lo stesso proprietario delle mura deve osservare, quello di non snaturarne l’identità storica dell’Antico Caffè Greco.
