Coinvolti moltissimi territori del vino lungo tutta Italia con l’iniziativa Estate 2021 Vigne Aperte. Ecco la vendemmia turistica nei territori enologici, dalle isole alle Alpi: conoscere e assaporare il “nettare di Bacco” in tutte le sue sfumature di gusto; vivere direttamente la produzione grazie a vitigni che vanno dai terreni vulcanici e argillosi del Sud, alle colline del Centro Italia fino ai terrazzamenti del Nord. Floriano Zambon, presidente di Città del Vino: “Una breve esperienza didattica nel rispetto delle norme su lavoro e sicurezza. Il turismo del vino volano economico e culturale per far ripartire l’Italia dei borghi e delle aree rurali”.
Immaginatevi la varietà di gusto e l’ampiezza delle scoperte alla portata di tutti. Naturalmente in piena sicurezza: è vero che si sarà in una fase avanzata del programma di vaccinazioni anti Covid, ma ancora tanto resterà da fare, infatti tutto è stato predisposto per assaporare al meglio e in tutta tranquillità sanitaria.
Come raccontato dall’Associazione Nazionale Città del Vino (link), coinvolti territori associati dal Piemonte alla Sicilia, tutti a predisporre e a preparare l’organizzazione per la prima vendemmia turistica su scala nazionale targata Estate 2021.
La raccolta manuale delle uve diventa così un’esperienza didattica per avvicinare per qualche ora al mondo della vigna, in una fase di forte valenza pratica e simbolica, un pubblico d’appassionati, di professionisti, di giovani, di semplici curiosi e amanti del vino. Un modo originale, anche, di promuovere centinaia di territori “minori” vocati all’enogastronomia, borghi e piccoli Comuni, ricchi di sapori ed eccellenze artigianali, attraverso una breve esperienza di enoturismo attivo.
Come l’associazione è arrivata a questa programmazione? Tutto è iniziato con una prima sperimentazione fatta circa cinque mesi fa.
Si tratta del progetto pilota lanciato lo scorso settembre dal Comune di Alba (Cuneo), poi adottato da Asti e Alessandria, le altre due province delle colline del vino piemontesi patrimonio dell’umanità Unesco. Il tutto prese vita grazie a un protocollo d’intesa con le principali associazioni agricole, l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal, servizio di prevenzione e sicurezza.

Tutto questo è stato adesso portato ai sindaci di 460 Comuni italiani a vocazione vitivinicola ed enoturistica, da Barolo – Città del Vino Italiana 2021 – a Marsala (Trapani), passando per Conegliano (Treviso), Usini (Sassari), Montalcino (Siena), Suvereto (Livorno), Tollo (Chieti) e per tantissimi altri paesi-simbolo del vino italiano di qualità, tutti riuniti nell’Associazione Nazionale Città del Vino.
“Abbiamo deciso di allargare e promuovere questa buona pratica nei territori rurali ed enoturistici di tutta Italia, anche per lanciare un messaggio di speranza e ripartenza attraverso un’esperienza turistica originale e sicura, che guarda alla natura, agli spazi aperti e alla ricerca di benessere e qualità. Il coinvolgimento dei vendemmiatori turistici avverrà nel rispetto delle norme stabilite nei protocolli, per poche ore e a carattere didattico ed esperienziale, senza incorrere in spiacevoli equivoci con le autorità preposte ai controlli sul lavoro. La vendemmia turistica può dare un nuovo impulso al settore, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria e che prima del Covid valeva oltre 2,6 miliardi di euro solo in Italia, grazie a un pubblico di enoturisti che nell’ultimo rapporto di Città del Vino abbiamo stimato in 14 milioni di persone”.
Descrizione fatta da Floriano Zambon, presidente di Città del Vino

“Negli ultimi anni sempre più eno-appassionati hanno espresso il desiderio di poter vivere l’emozione del taglio dei grappoli e sperimentare uno dei momenti più importanti dietro alla nascita di un vino. Per offrire ai turisti di Langhe e Roero anche questa esperienza, il Comune di Alba ha deciso di farsi promotore di un protocollo che, con poche e semplici regole, potesse garantire sicurezza e rispetto delle normative. E anche se la stagione turistica 2020 è stata profondamente segnata dalla pandemia, le prime richieste ufficiali non sono mancate e l’interesse da parte di visitatori e aziende vitivinicole è stato ampiamente confermato. Ringraziamo le Città del Vino, di cui siamo tra i soci fondatori, per aver apprezzato la nostra iniziativa e averla voluta condividere con gli altri territori enologici italiani”.
Spiegazione di Carlo Bo, sindaco di Alba e Mario Sandri, consigliere comunale con delega all’Agricoltura, promotori dell’iniziativa
Il protocollo che guiderà con gusto e sicurezza Vigne Aperte nell’Estate 2021
L’Associazione Nazionale Città del Vino spiega il modello 2020 applicato dal Comune di Alba. Il protocollo qualifica la vendemmia didattica come attività integrativa e connaturata allo sviluppo turistico del territorio, inserita nell’ambito delle attività enoturistiche “ai sensi dell’art. 1 c. 502 della legge 27 dicembre 2017 n. 205 e del decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 12 marzo 2019”.
In breve, si tratta di attività non retribuita, ristretta a poche ore e non oltre l’arco della giornata, rivolta a un pubblico attento di turisti enogastronomici, legati al soggiorno nelle strutture ricettive del territorio oppure in visita giornaliera alle cantine. La vendemmia enoturistica ha dunque carattere strettamente culturale, ricreativo e didattico, è rivolta a un numero di persone limitato e comunque in misura proporzionata alla dimensione della vigna.
L’operatore enoturistico dovrà garantire ambienti adeguatamente attrezzati per la tipologia di attività svolta, conformi agli strumenti urbanistici ed edilizi nonché alla normativa sulla sicurezza degli impianti, e dotarsi di assicurazione di responsabilità civile verso terzi per danni a cose e persone.
Pur non rientrando nella normativa a tutela dei lavoratori, le operazioni di raccolta di uve e gestione di pratiche agricole si svolgeranno nel rispetto delle norme e discipline igienico-sanitarie e di sicurezza, dal momento che sottopongono a rischi i partecipanti, i quali saranno tenuti anche al rispetto della normativa anti-covid.


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