Nonostante il Covid-19, al Kennedy Space Center NASA sempre più vicini alla missione Artemis I: prima tappa la Luna… poi Marte

Al Kennedy Space Center NASA si stanno preparando con le fasi conclusive di prova per la prima missione Artemis nello spazio che sarà il preludio a un ritorno e a un nuovo traguardo: prima tappa la Luna, poi Marte. Parte integrante di quella che è definita Space Economy, settore in forte e continuo sviluppo, capace di coinvolgere obiettivi anche molto più “terrestri”, servizi, imprese e startup (allegate a questo articolo foto NASA/Kim Shiflett e schemi dalla stessa NASA).

Come comunicato e illustrato dalla stessa NASA, il razzo Space Launch System (SLS) si solleverà dalla piattaforma e spingerà la navicella Orion in viaggio verso la Luna. Per la missione Artemis I si tratterà di un volo-prova, senza equipaggio, portando la navicella a distanza mai raggiunta oltre la Luna per un mezzo adatto al trasporto di esseri umani: per questa prima missione dentro il veicolo saranno alloggiate apparecchiature di rilevazione e sperimentali (quattro esperimenti di biologia), sensori di radiazioni, sensori per misurare i carichi che gli astronauti sperimenteranno, il tutto per ottenere dati sul volo durante le orbite previste. Il Programma Artemis è ben articolato (link).

Come descritto e scritto da Jim Cawley del Kennedy Space Center della NASA, “La missione senza equipaggio fornirà una base per l’esplorazione umana dello spazio profondo e dimostrerà l’impegno e la capacità della NASA di estendere l’esistenza umana sulla Luna e oltre prima del primo volo con l’equipaggio su Artemis II . Nell’ambito del Programma Artemis , la NASA farà atterrare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna e si preparerà per le missioni umane su Marte“.

Artemis I, situazione a oggi e nei prossimi mesi

“Ci è stato affidato il compito di integrare, testare e lanciare l’hardware di volo Artemis I e, una volta completata la missione, recuperare il modulo dell’equipaggio di Orion – ha dichiarato Charlie Blackwell-Thompson, direttore del lancio di Artemis – La nostra nazione è proiettata verso il ritorno sulla Luna. Il lavoro che stiamo facendo su Artemis I ci permetterà di rimettere piede sul satellite terrestre”.

Il raggiungimento di tutti i traguardi per verificare e assemblare il lanciatore, nel bel mezzo di una pandemia come quella da Covid-19, ha comportato sfide uniche. Le squadre hanno trovato modi per adattarsi in sicurezza a mutevoli ambienti e situazioni, compreso l’uso di nuovi dispositivi di protezione individuale e l’adozione degli strumenti di lavoro che hanno permesso di aumentare la collaborazione virtuale tra persone e gruppi.

Ciascuno dei dieci segmenti dei due missili-propulsori a razzo solido SLS è completamente impilato sul lanciatore mobile e pronto per un’ulteriore integrazione e test con altri componenti di volo.

“Impilare i propulsori a razzo solido è una pietra miliare enorme – ha detto Cliff Lanham, Senior Vehicle Operations Manager – Significa che il razzo viene assemblato sul lanciatore mobile e siamo nelle fasi finali di un lungo viaggio: arrivare al vero e proprio lancio di Artemis I”.

I team Exploration Ground Systems (EGS) di Kennedy si stanno preparando a ricevere l’ultimo pezzo di hardware per il volo per Artemis I: lo stadio principale del razzo SLS arriverà dopo che un secondo test di “fuoco caldo” sarà condotto allo Stennis Space Center in Mississippi. Dopo il test, ci vorrà circa un mese per rivedere i dati della prova ed effettuare lavori di ristrutturazione prima di spedire il corpo principale del lanciatore sulla chiatta Pegasus a Kennedy, dove verrà trasportato al Vehicle Assembly Building (VAB).

Giunto a destinazione, la struttura principale sarà sottoposta a ispezioni prima di essere sollevata dalla corsia di trasferimento da una gru da 175 tonnellate. Quindi, un’altra gru da 325 tonnellate sarà utilizzata per impilare il corpo principale in cima al lanciatore mobile, unendosi ai due missili con propellente a stato solido.

Contemporaneamente, al Kennedy Space Center stanno preparando la capsula spaziale Orion per il volo, incluso il recente spostamento del veicolo spaziale dall’edificio Neil Armstrong Operations and Checkout per il Multi-Payload Processing Facility. Le squadre hanno iniziato a rifornire ed equipaggiare la capsula prima di spostarla alla struttura successiva per l’integrazione con il sistema di lancio.

Una volta che il sistema sarà completamente integrato, l’intera navicella viaggerà attraverso il Centro fino al VAB, dove verrà sollevata e impilata in cima al razzo, posizionata specificamente sopra l’adattatore dello stadio Orion, che arriverà al VAB caricato con 13 piccoli satelliti secondari payload o CubeSats: questi, quando sarà stata raggiunta l’orbita terrestre, si schiereranno nel corso della missione e condurranno singole missioni scientifiche e dimostrazioni tecnologiche.

A primavera la prima simulazione del conto alla rovescia per il lancio. Sebbene il team di Charlie Blackwell-Thompson abbia molte ore di formazione alle spalle, svolgere questo esercizio rappresenterà la prima volta che vedrà l’unione al monitoraggio del lancio simulato dei centri di supporto e del team di controllo del volo. Ci saranno 12 simulazioni aggiuntive quest’anno prima del giorno del lancio, incluse altre sei simulazioni congiunte del conto alla rovescia pre-lancio.

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  1. Avatar di Francesca Francesca ha detto:

    Bell’articolo analitico come al solito.

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