GS, SM e CX, questi i celebri modelli Citroën disegnati da Robert Opron, nato in Piccardia – nord della Francia – nel 1932, scomparso il 29 marzo 2021 ad Antony, vicino Parigi, proprio lì dove morì un suo illustro predecessore e suo maestro, Flaminio Bertoni. Personaggio chiave del design automobilistico, nel 1952 iniziò a studiare architettura in Francia dopo la giovinezza trascorsa in Africa. Fu molto influenzato dalle sue prime esperienze nel mondo aeronautico e dalla sua perenne proiezione verso il futuro. La cosa si nota dalle forme date alle sue creazioni, letteralmente disegnate dal vento (immagine di copertina: una Citroën CX, progettata da Opron – foto Andrew Bone).




Scrivo brevemente di Opron (sopra, in foto d’archivio con la sagoma di una Citroën GS. Nelle precedenti immagini di Andrew Bone, una SM, una GS e una CX) in quanto appassionato del marchio automobilistico Citroën.
Lo sono da quando mio padre acquistò, nei primissimi anni 70, la sua prima auto di questa marca, una GS 1220 Club (proclamata internazionalmente Auto dell’Anno 1971) cui seguirono una CX 2000 Pallas (proclamata internazionalmente Auto dell’Anno 1975) e una GSA 1300 Pallas, evoluzione più tarda della prima.
Fin da bambino le automobili della Casa del Double Chevron mi rimasero nel cuore, le accomunavo a quelle linee avveniristiche osservate in telefilm ambientati nel futuro, come nella serie UFO dove comparivano automezzi super affusolati con motori dal rumore quasi sibilante-alieno. Auto che, per le avventure di quel telefilm… erano immaginate per gli anni 80!!
Le Citroën richiamavano in pieno queste quattroruote fantascientifiche, anche per quei loro “sospiri” dovuti alle sospensioni idropneumatiche (sfere con gas azoto e circuito a pressione con olio LHM – non le solite molle e ammortizzatori) che non facevano perdere tenuta di strada, regolabili in altezza se per caso si dovevano affrontare anche tratti di campagna un po’ accidentati o percorsi stradali allagati: alzavi l’auto a livello intermedio o massimo… e passavi dove le altre rimanevano bloccate.
Tale è rimasta la mia passione che ho avuto Citroën nel mio parco auto: la prima fu una Xantia 1800 con cambio automatico (auto prodotta da Citroën dal 1993); attualmente possiedo una XM 2000 Turbo CT-Constant Torque a benzina (ammiraglia prodotta da Citroën dal 1989 e proclamata internazionalmente Auto dell’Anno 1990). Entrambe con forme date all’epoca dal designer italiano Bertone, tutte rigorosamente con sospensioni idropneumatiche e “figlie” delle auto progettate da Opron.
Opron, l’inizio in campo aeronautico e il passaggio al mondo dell’auto
Le prime esperienze di lavoro di Robert Opron furono nel settore aeronautico, per una compagnia aerea a Tolone. Si mise a progettare istruzioni per personale che a malapena sapeva leggere e scrivere, un’esperienza che lo portò a conoscere ogni particolare tecnico e stilistico degli aerei.
Poi cambiò obiettivo dandosi all’auto nel 1957 entrando in Simca dove progettò l’avveniristico prototipo nominato “Fulgur”. Questa idea futuristica nacque da una sfida lanciata alle case automobilistiche da “Le Journal de Tintin“: l’edizione chiedeva di immaginare un veicolo che potesse viaggiare sulle strade del mondo nel 1980 (negli anni 50 pensare al futuro significava ipotizzare la vita negli anni 80… il 2000 era ancora troppo lontano).
La svolta creativa e l’affinamento del suo stile avvennero in Citroën quando lavorò a fianco di Flaminio Bertoni, autore e ideatore dell’avveniristica DS (in francese la pronuncia è “déesse” che sta per Dea) una sigla che stava per Désirée Spéciale: prodotta dal 1955 e per alcuni anni in versione monofaro, fino al 1975 con i doppi fari carenati per lato (quelli interni seguivano la direzione di sterzata del volante). Fu una rivoluzione automobilistica non solo per il design futuristico, ma per il sistema di sospensioni idropneumatiche ad assetto costante a prescindere dal carico e dal traino di roulotte, capace di restare in moto anche su tre ruote.
I modelli Opron in Citroën
Opron fece totalmente suo il concetto di penetrazione aerodinamica applicata alle automobili. Così facendo diede inizio alla sua parte di storia Citroën.

Frontali affusolati e molto inclinati all’indietro che inglobavano i fari offrendo minore resistenza all’aria.
Carrozzerie che erano disegnate per scivolare tra gli strati d’aria, tetti spioventi nella parte inferiore, code tronche.
Stessa rotta avveniristica nella strumentazione, a cominciare da tachimetri e poi dai contagiri a tamburo eliminando i classici indicatori a lancetta.
La prima a beneficiare di questi concetti fu la stessa DS di Bertoni proposta con la carenatura dei fari a occhio di gatto dai modelli posti in vendita dal 1968.
Collaborò per la linea della Citroën Dyane disegnata da Louis Bionnier, come lavorò sulla Ami 8 mettendo mano al precedente progetto di Bertoni per la Ami 6.
La Citroën SM, anno 1970, fu il suo primo grande contributo “in solitario”, una super auto coupé con motore Maserati (all’epoca la Casa italiana era di proprietà Citroën).
“La direzione voleva una piccola macchina da rally, ma li convinsi a realizzare una Gran Turismo di prestigio. Ho creato questa macchina da turismo con due posti extra nella parte posteriore“, disse Robert in un’intervista a Drive-My. Era una Sportiva di gran lusso, motore sei cilindri (tagliandone due da un otto cilindri Maserati), frontale del tutto carenato, una linea affusolata al massimo. Un oggetto, se così posso chiamarlo, di grande eleganza e dinamicità.
Nel 1970 Robert Opron firmò anche il progetto per la GS che trasferiva gli stessi concetti stilistici alla classe delle auto medie-medie inferiori che all’epoca erano le più vendute, automobili con motori da 1100 centimetri cubici fino a poco oltre i 1200.
Nel 1974 prese vita anche la sua CX, auto superiore di un’eleganza e di un fascino unici, motori da 2000 centimetri cubici in poi, grande spazio interno e, come per gli altri modelli, bagagliai-caverne dall’altissima capienza. Linea affusolatissima, fari come sempre carenati nel frontale e come per GS ed SM, le immancabili sospensioni idropneumatiche.
Il passaggio da Citroën a Renault
“Non lascio Citroën, lascio Peugeot“. Queste le parole pronunciate da Robert Opron nel 1974/1975 quando approdò alla Renault. Il grande progettista era in totale disaccordo con la dirigenza Peugeot e con le scelte che stavano riguardando i marchi principali del Gruppo, quindi anche Citroën.
Da lì il trasloco in Renault dove si occupò subito di dare nuova vita alle forme della Renault Alpine A310. Dopo diede vita alla ammiraglia Renault 25, all’auto di classe media Renault 9, alla celebre coupé Fuego e alla rivoluzionaria monovolume (in termini di concetto di viaggio) Renault Espace.
Robert Opron fu anche consulente di gran prestigio per altre case automobilistiche, come per il Gruppo Fiat, per Alfa Romeo, il lavoro fatto con la Carrozzeria Zagato dando forma all’Alfa SZ.
Nel 2002 quando compì 70 anni, la Francia gli dedicò una mostra con tutti i suoi bozzetti storici, la “Opron 50 years of style”.
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