Al lancio del 16 luglio 1969 Michael Collins era con Neil Armstrong ed Edwin Eugene “Buzz” Aldrin in cima al gigantesco razzo Saturn V, sparati verso lo spazio per la missione Apollo 11 che avrebbe portato l’uomo sulla Luna il 20 luglio di quell’anno.
Una missione storica che ricordo perché vidi le registrazioni dell’edizione speciale del telegiornale Rai d’epoca. Uno speciale che, nei giorni del lancio e dell’allunaggio, trasmise in diretta le immagini in bianco e nero: il giornalista Tito Stagno lì ad anticipare il collega Ruggero Orlando al momento di annunciare che il modulo d’atterraggio aveva toccato il suolo lunare.


Armstrong e Aldrin scesero sulla Luna il 20 luglio 1969, ma Collins non ebbe modo di farlo: rimase a presidiare e a pilotare il modulo di comando Columbia in orbita d’attesa attorno al satellite terrestre. Avrebbe poi accolto il ritorno dalla Luna dei due suoi compagni per poi riportare tutti verso la Terra.
A distanza di un anno dalla missione Apollo 11, Collins lasciò la Nasa. Durante una riflessione su quanto aveva compiuto fino a quel momento, sottolineò:
“La fortuna ha governato il 90 per cento della mia vita. Sono arrivato al momento giusto, sono sopravvissuto a una carriera pericolosa e ho trovato il successo. Scrivete ‘fortunato’ sulla mia lapide”.
Un’avventura indimenticabile quella nello spazio, con il trascorrere di quei momenti pieni di incognite ma, ancora di più, di meraviglia e di appartenenza.
“Sono onorato di aver avuto quel posto – disse Collins qualche anno fa nel corso di un’intervista – Non mi sono sentito solo e abbandonato, ma ero parte di ciò che accadeva sulla superficie lunare. I posti erano tre, quindi la mia presenza era necessaria come quella degli altri due”.


Michael è morto attorniato dalla famiglia, proprio questo 28 aprile 2021 a Marco Island (Florida) all’età di 90 anni.
Neil Armostrong è morto il 25 agosto 2012 a Cincinnati.
Oggi, Buzz Aldrin è l’unico sopravvissuto di quella celebre missione spaziale di 52 anni fa. È il secondo uomo ad avere camminato sulla Luna subito dopo la discesa della scaletta di Armostrong dal modulo di atterraggio Eagle. Aldrin, dall’alto dei suoi 91 anni, continua come sempre a celebrare lo spazio con le sue cravatte piene di stelle e pianeti.

Michael Collins era nato a Roma il 31 ottobre 1930 in via Tevere 16 (traversa di via Po, tra Villa Albani e Villa Borghese), il padre era un addetto d’ambasciata quindi spesso trasferito in sedi al di fuori degli Stati Uniti d’America.
L‘Apollo 11 non fu la prima missione di Michael nello spazio. Selezionato dalla NASA quando era già pilota sperimentale dell’Aviazione americana, entrò a far parte del terzo corpo astronauti dell’agenzia spaziale americana, quindi un pioniere con i suoi colleghi nelle avventure oltre l’atmosfera.
La sua prima volta nel vuoto interplanetario fu durante la missione Gemini 10 (lanciata il 18 luglio 1966) diventando il primo americano protagonista di ben due passeggiate spaziali.



Facendo felici coloro che amano i numeri e le statistiche, Collins fu uno dei 24 astronauti a volare sulla Luna, il diciassettesimo statunitense nello spazio, il quarto nonché terzo statunitense a compiere una passeggiata spaziale.
“La cosa che ricordo di più è l’immagine della Terra vista da lontano, piccola, molto luminosa, blu e bianca. Splendente, bella, serena e fragile“.
Queste le parole di Michael Collins raccontando la missione dell’Apollo 11, quando rimase da solo in orbita intorno alla Luna, a bordo del modulo di comando, mentre Armstrong e Aldrin erano sulla superficie lunare.
