Vaccini anti Covid sì, vaccini no, troppo noioso e assurdo questo scontro social e di piazza. Numeri di oggi a confronto con quelli dell’infezione di fine 2020

Posso comprendere tutto, posso capire i timori, non ho alcun problema in questo. Ma il clima è diventato violento, da crociata, a cominciare da chi crede ancora che la pandemia non esista. Vaccini anti Covid sì, vaccini anti Covid no: ma fate un po’ come vi pare. Però non dovete disturbare – in maniera violenta o meno – le persone che pubblicano la loro foto a vaccino fatto esortando gli altri a proteggersi e a proteggere con l’ovvio strumento di prevenzione che è il vaccino (e – vi prego – NON chiamatelo farmaco perché non è una cura, non fa parte di terapie, NON è una medicina).

Naturalmente, prima che qualcuno – dotato di una bella coda di paglia – travisi e stravolga quanto ho scritto fino a ora, il mio non è un attacco contro chi ha una manifesta/certificata impossibilità nel farsi il vaccino (ci sono vari casi di incompatibilità dovuti a terapie seguite e a personali status sanitari)… altrimenti sarei un cretino patentato.

Il vaccino in sé è solo uno strumento: se vi creasse problemi, sarebbe solo colpa del fattore umano, dell’operatore sanitario che non ha tenuto conto di complicazioni subite con le precedenti dosi, di vostre allergie (di facile diagnosi grazie a prove di intolleranza nei confronti di componenti del vaccino). Colpa anche vostra se non doveste aver comunicato vostre reazioni fisiche violente al vaccino (è capitato).

Altra precisazione: mai nessuno ha scritto che con il vaccino si diventa invulnerabili. Di ogni singolo siero è sempre stato pubblicato il livello di protezione dall’infezione Covid-19. Ma se si vuole resistere alle conseguenze più gravi dell’infezione e non giocare con la propria salute (e di chi ci sta vicino) a una spaventosa roulette russa, il vaccino è da fare.

I contrari a priori rispetto al vaccino pongono meccanicamente questa domanda: “Come mai tutti questi positivi con tutti i vaccinati che ci sono?”.

La risposta elementare, quella comprensibile a tutti: “Il vaccino è come la cintura di sicurezza indossata in auto (obbligatoria – nessuna dittatura stradale), non impedisce l’incidente ma, nella generalità dei casi, ne limita fortemente le conseguenze peggiori. Il vaccino protegge dalla malattia e non totalmente dal contagio (nessuno ha mai parlato di esclusione al 100% del contagio): non è un preservativo”. Per gli altri che non usano mettere e mettersi in sicurezza…

É anche vero – lo sto aggiungendo in un secondo momento a questo articolo – che fin dall’inizio l’informazione fatta dalle parti istituzionali, dagli attori sanitari e specialistici, da organi preposti e dalla stampa, è stata altalenante, incerta, spesso pessima, illogica e contraddittoria. Fattore che ha alimentato dubbi e perplessità nella gente, ha favorito il crearsi di partiti avversi voluti da determinati speculatori, punto su cui certi partiti politici hanno giocato alimentando le fiamme per questioni elettorali e di parte. A ognuno le sue colpe

Vaccino sì? Lo ribadisco in base ai numeri registrati rispetto a un anno fa e rispetto a quelli dell’ultimo mese circa. Poi ognuno faccia pure i conti con la propria coscienza e con le conseguenze delle proprie azioni

Prendo spunto da quanto chiarito da un caro amico, il dottor Yehoshua Bubola-Lévy de Rothschild, studioso di Ematologia forense all’Università Victor Segalen Bordeaux 2, ma anche di Farmacologia alla Johns Hopkins University, di Farmacologia e terapia sperimentale alla School of Medicine, Dipartimento di Farmacologia all’Università del Maryland-Baltimore County, operativo anche nella Croce Rossa Italiana in molte emergenze sanitarie e per calamità naturali.

Lui ha comparato i numeri, ha accostato e confrontato grafici chiarendo ulteriormente la situazione in poche e lapidarie parole, nude quanto la verità dei fatti.

Il tutto grazie a dati riportati dalla Fondazione GIMBE dedita alla diffusione-informazione-applicazioni scientifiche, alla ricerca indipendente, alla formazione. Con il concorso dei numeri forniti dagli enti pubblici nazionali coinvolti, in questo caso quelli italiani.

Il vero dato che tutti chiedono: ma quanti sono i vaccinati rispetto ai non vaccinati riguardo alle nuove infezioni Covid, alle ospedalizzazioni, ai ricoveri in Terapia Intensiva e ai decessi?

Il vaccino fa veramente la differenza?

Ecco la risposta.

Ho “tradotto” a parole e in percentuale i grafici ufficiali riguardo l’ultimo il periodo 12/11/2021 – 12/12/2021 per milione di abitanti.

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INFEZIONI Covid – per ogni milione di abitanti ci sono stati 80.000 nuovi casi dei quali 16.000 riguardano vaccinati e 60.000 non vaccinati. Dunque l’80% delle infezioni Covid riguarda persone NON vaccinate.

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OSPEDALIZZAZIONI Covid – per ogni milione di abitanti ci sono state 7.664 ospedalizzazioni Covid delle quali 1.300 riguardanti vaccinati e 6.364 non vaccinati. Dunque l’83% delle ospedalizzaioni Covid riguarda persone NON vaccinate.

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TERAPIE INTENSIVE Covid – per ogni milione di abitanti ci sono stati 721 ricoveri in Terapia Intesiva Covid dei quali 45 riguardanti vaccinati e 676 non vaccinati. Dunque il 94% dei ricoveri in Terapia Intensiva riguarda persone NON vaccinate.

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DECESSI Covid – per ogni milione di abitanti ci sono stati 2.066 decessi Covid dei quali 186 riguardanti vaccinati e 1.880 non vaccinati. Dunque il 91% dei decessi Covid riguarda persone NON vaccinate.

Tre i grafici che confrontano, considerando gli ultimi 15 mesi, nuovi casi, i ricoveri/TI e i decessi.

Il numero di positivi a marzo 2021 è di simile a quello di oggi (oltre mezzo milione di persone), ma mentre IN QUEL TERZO MESE dell’anno avevamo 35.000 ricoveri da Covid, 3.500 pazienti positivi in Terapia Intensiva e 700 decessi al giorno, OGGI ABBIANO poco più di 1.000 ricoverati Covid in ospedale, sempre un migliaio in Terapia Intensiva e poco più di 100 decessi al giorno. Mi pare self explanatory (autoesplicativo).

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