Costi di gestione che salgono alle stelle per il fortissimo rincaro delle forniture energetiche, ma anche dei materiali, a cominciare da quelli necessari per l’imballaggio e il trasporto. Il settore Ortofrutta è in grande difficoltà.

Se poi ci aggiungiamo le proteste del settore trasporti che bloccano il trasferimento delle merci, molti dei prodotti devono rimanere bloccati nei magazzini o sui campi. Con ovvie conseguenze sulla freschezza e sulla possibilità di conservare con successo frutta, verdura, ortaggi. Un settore produttivo strategico dell’Italia sta rischiando moltissimo.
Senza contare che la grande distribuzione potrebbe far maggiore ricorso a prodotti di altri paesi, come dalla Spagna (questi arrivano!) per soddisfare la varietà d’offerta dagli scaffali nei supermercati.
“Una situazione quella che si sta delineando – dice Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale – che mette in difficoltà un settore come quello ortofrutticolo già provato dal caro energia. Sono centinaia i quintali di merce che i produttori sono costretti a lasciare nei magazzini e nei campi con il rischio di veder sfumato il proprio lavoro e i propri guadagni trattandosi di prodotti freschi facilmente deperibili, con conseguenti ripercussioni economiche sull’intera filiera agroalimentare e disagi per i consumatori”.
“Alcune catene di distribuzione di fronte alla mancanza di approvvigionamenti dei nostri prodotti, hanno già ipotizzato di sostituirli con prodotti di origine spagnola e di altra provenienza non nazionale, fatto questo che si andrebbe ad aggiungere all’enorme perdita economica che grava su un settore agricolo che ha margini estremamente ridotti”.

La stessa Italia Ortofrutta Unione Nazionale (link) ha scritto direttamente al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli e al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini. Qui di seguito il testo:
Egregio Presidente, Illustrissimi Ministri,
il blocco dei trasporti a cui stiamo assistendo in questi giorni, a prescindere da qualsiasi motivazione legittima o meno che vi sia alla base, sta determinando una situazione di disagio e di limitazione della libertà che non può essere oltre modo tollerata; pur condividendo le motivazioni degli autotrasportatori non si può accettare che siano gli agricoltori a pagarne il prezzo.
Le Organizzazioni dei Produttori ortofrutticole (O.P.) – imprese attive nella coltivazione, lavorazione trasformazione e commercio dei prodotti ortofrutticoli – si trovano nella situazione di non poter fare arrivare i loro prodotti nei punti vendita e quindi ai consumatori, assistendo al deperimento degli stessi nei campi e nei magazzini. Oltre alla mortificazione della nostra attività di produttori di cibo si aggiunge l’enorme perdita economica che grava su un settore agricolo che ha margini estremamente ridotti.
Inoltre, è intollerabile il comportamento di alcune catene di distribuzione, riferitoci dalle nostre OP, che minacciano, in mancanza degli approvvigionamenti dei nostri prodotti, di sostituirli con prodotti di origine spagnola e di altra provenienza non nazionale.
Chiediamo pertanto un rapido intervento dei Prefetti per riportare, con urgenza, uno stato di normalità che consenta alle nostre imprese di continuare a svolgere il loro ruolo, se necessario, facendo intervenire i trasporti dell’esercito o garantendo presidi e corridoi alla circolazione di prodotti agricoli.
È inoltre essenziale intervenire da subito per affrontare i problemi strategici che stanno soffocando la produzione tra cui il costo dell’energia, l’eccessivo costo della manodopera agricola, le difficoltà nel trovare lavoratori per le attività di campagna e di magazzino fino alle pratiche sleali della filiera che non determinano un’equa distribuzione del valore.
Tutti aspetti questi che hanno visto il nostro settore soccombere o essere escluso anche nei recenti provvedimenti di legge.
L’agricoltura, non essendo considerata, erroneamente, un settore energivoro, è stata esclusa dal credito di imposta relativo all’aumento dei costi energetici anche se un limitato aumento dei costi delle bollette energetiche è sufficiente per far saltare l’equilibrio dei già deboli bilanci aziendali.
Lamentiamo da anni che il costo della manodopera agricola non è più sostenibile con il livello dei prezzi di realizzo dei prodotti ortofrutticoli.
Il D. Lgs. 8 novembre 2021, n.198 “Pratiche Sleali” invece di tutelare il settore da queste pratiche le avvalla!
Il punto 4 dell’art. 4 dello stesso D. Lgs recita: “sono inoltre vietate le seguenti pratiche commerciali, salvo che esse siano state precedentemente concordate da fornitore e acquirente…”. Ma quale Organizzazione dei Produttori o impresa agricola, per quanto grande che sia, sarebbe in grado di non firmare un contratto “proposto” dalla GDO?
Illustrissimo Ministro Patuanelli, allo stato dei fatti, alle nostre O.P. converrebbe avere la possibilità di rendicontare nell’OCM ortofrutta e nei PSR i costi energetici e non gli investimenti in qualità, sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e transizione ecologica così come ci viene chiesto di fare e su cui, nonostante tutto, siamo convinti sostenitori!
La transizione ecologica, la sostenibilità e via discorrendo sono temi in cui crediamo fermamente. Sono alla base della strategia europea del nostro settore ortofrutticolo che stiamo perseguendo ma i relativi costi debbono essere valutati bene e non scaricati sulla parte più debole della filiera che, tra l’altro, è coercibile perché gestisce un prodotto altamente deperibile.
È necessario che l’Italia chiarisca una volta per tutte se la produzione di alimenti di qualità è strategica per il nostro Paese e quale valore gli si vuole dare! Se, come pensiamo, l’alimentazione è strategica per il nostro Paese, per i nostri concittadini e per le nostre imprese, allora abbiamo bisogno di scelte politiche chiare e di una consequenzialità normativa che metta il settore ortofrutticolo al centro dell’agenda del Governo e che vada oltre gli specifici sostegni di cui il settore beneficia per le sue peculiarità.
Dobbiamo ridare valore e dignità ai nostri produttori ed un giusto riconoscimento economico al loro lavoro.
Come sistema ortofrutticolo organizzato siamo pronti a dare il nostro contributo su queste tematiche e chiediamo pertanto un incontro urgente a cui faremo partecipare una delegazione delle nostre Organizzazioni dei Produttori.
Distinti saluti.
Nell’ottica di supportare le Organizzazione dei Produttori, Italia Ortofrutta Unione Nazionale ha richiesto – con la nota indirizzata alle principali cariche istituzionali – un intervento immediato dei Prefetti, perché venga ripristinato uno stato di normalità che consenta alle aziende di continuare a svolgere il loro ruolo. In più la richiesta di un incontro urgente che metta il settore ortofrutticolo al centro dell’agenda di Governo.


“È essenziale – continua Gennaro Velardo – riportare l’attenzione delle istituzioni sul settore ortofrutticolo per intervenire da subito e affrontare i problemi strategici che stanno soffocando la produzione tra cui il costo dell’energia, l’eccessivo costo della manodopera agricola, le difficoltà nel trovare lavoratori per le attività di campagna e di magazzino fino alle pratiche sleali della filiera, che non determinano un’equa distribuzione del valore”.
“È necessario, inoltre, ridare valore e dignità ai nostri produttori ortofrutticoli che la strategia europea individua come i protagonisti per l’attuazione della transizione ecologica, la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale, ma che troppo spesso sono chiamati a sostenere i costi maggiori divenendo l’anello più fragile della filiera anche in virtù dell’alta deperibilità del prodotto da loro gestito”.