Benzina e Diesel prezzi sempre in salita, ma è speculazione: non collima col prezzo giornaliero del petrolio. Poi c’è il mortale peso delle accise

Sottolineo subito un punto: ci vogliono circa tre mesi di tempo per completare un ciclo ben preciso, dall’acquisto di un quantitativo di petrolio – che semplifico con il barile unità di misura -, al trasporto in Italia, alla raffinazione per ricavarne benzina, gasolio, Gpl, poi la presa in carico dalle reti di distribuzione e il riempimento dei serbatoi nelle aree di rifornimento. Tanto per capirsi, i carburanti che stiamo utilizzando oggi sono frutto di lavorazioni e trasporto del petrolio da ben prima dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe.

Risulta quindi alquanto singolare che in questi giorni i carburanti abbiano un’impennata immediata dei prezzi finali quando il petrolio acquistato in questo periodo (di innalzamento delle quotazioni) non è ancora giunto nel nostro Paese. Benzina a 2,32 euro per litro e diesel a 2,33.

Ripeto: benzina, gasolio e Gpl con i quali stiamo rifornendo i nostri mezzi, sono ricavati da materia prima raffinata e trasportata mesi fa.

Proprio oggi il prezzo di benzina e gasolio al litro è ancora in aumento da Roma a Milano, da Torino a Palermo. La scorsa settimana ha evidenziato un assestamento al rialzo per le quotazioni internazionali di benzina e gasolio (anche questo è indice di speculazione generalizzata). Ma il Brent (quotazioni prezzo per barile di petrolio) nella mattina del 14 marzo 2022 è sotto i 110 dollari: per precisione, 107,09 quindi -5,58 dollari (-4,95%). Il petrolio continua a scendere, come da grafici di rilevazione continua (istante per istante) che inserisco qui sotto. Il primo grafico illustra l’andamento nelle ultime 24 ore. Il secondo grafico dà una panoramica del prezzo del petrolio negli ultimi 7 giorni. Il terzo grafico evidenzia l’andamento negli ultimi 30 giorni.

Sui prezzi praticati alla pompa si riverberano ancora gli aumenti dei giorni scorsi: la benzina in self service è a 2,32 euro/litro in media nazionale, il diesel a 2,33 euro/litro.

Domanda: siamo nel bel mezzo di un movimento speculativo, di innalzamento preventivo dei prezzi per il caro petrolio di oggi?

Risposta: No, proprio no, visto che dal 9 marzo l’andamento della quotazione è in calando, mentre i carburanti svettano sempre più in alto.

Quel che appare evidente – quindi – è che si specula sui prezzi alla pompa (e non su quelli di acquisto e di produzione) basandosi solo sulla situazione politica, quindi sull’esistenza dell’invasione russa dell’Ucraina.

In questo modo, l’ampio sfondamento dei 2 euro al litro nelle aree di servizio sta facendo totalizzare grandi ricavi alle compagnie petrolifere, innalzamenti dei prezzi alla pompa non giustificati dal costo del petrolio visto che non è più caro, anzi, da due settimane è in calo.

In tutto questo è andato in tilt anche l’Osservatorio Prezzi Carburanti (link) del Mise-ministero dello Sviluppo economico. Prima o poi dovrebbe tornare in linea.

Lo scandalo Accise sui carburanti che tanto ci toglie immotivatamente dalle tasche

A parte questo primo elemento che pesa enormemente sui costi, c’è anche quello sulle accise (Treccani: dal lat. mediev. accisia «imposta», der. di accīdĕre «tagliare») e sull’Iva che rendono i carburanti italiani tra i più cari del mondo. Ne ho scritto in un primo articolo (link) perché l’argomento in Italia ha dell’assurdo, ma pure in un secondo mio pezzo (link).

Tanto per capirsi e pur avendo furbescamente riunito le accise in poche voci, sono quelle che paghiamo dalla Guerra d’Abissinia (1935 accisa fissata da Mussolini a sostegno allo sforzo bellico, rimasta poi come tassazione perenne per la produzione dei carburanti fino a oggi). Ma le voci che sono state aggiunte nei decenni sono tantissime facendoci pagare per eventi che ormai si sono conclusi da almeno mezzo secolo e anche di più. Da tassazioni che dovevano essere una tantum trasformatesi – per dimenticanza/magia – in fisse e perenni: per la crisi internazionale del canale di Suez nel 1956, le tragedie del Vaiont nel 1963, dell’alluvione di Venezia e Firenze del 4 novembre 1966, per il terremoto della Valle del Belìce nel 1968 (non tutta la cifra stanziata è mai arrivata in Sicilia), per il terremoto del Friuli nel maggio del 1976, dell’Irpinia nel 1980, per gli interventi umanitari in Libano (1983).

E siamo nel 2022.

Tanto per far capire, come riportato dal Sole24 ore, il 7 marzo 2022 la benzina costava in media 1,95 euro al litro. Come si arrivava a questo prezzo che grava sulle nostre tasche? Ebbene, 1,08 euro sono da peso fiscale e SOLO 87 centesimi dal prezzo industriale. E il diesel? Sempre il 7 marzo era a 1,82 per litro: di questi, 94 centesimi di cosiddetto disincentivo fiscale e 88 centesimi di prezzo industriale. Sempre nella stessa data quindi: per la benzina l’accisa è pari a 72,8 centesimi e l’Iva 35,2 centesimi; sul diesel, accisa per 61,7 centesimi e 32,9 di Iva al 22%.

E dire che senza questo abnorme ricarico avremmo tra i carburanti più economici al mondo e comunque ben più in basso della media europea.

Credo che con queste cifre tutti potete avere una panoramica di quanto lo Stato incamera in maniera che potrei definire truffaldina o da sanguisuga. Anche perché tutti i mezzi su gomma, che siano gli ultimi elettrici, i bi-fuel o i “tradizionali”, sono già i più tassati esistenti, sia a livello nazionale che regionale. Ne avrete avuto tutti un assaggio quando avete acquistato un’auto sborsando non pochi euro per il solo passaggio di proprietà (varia da regione a regione e, tanto per fare un esempio, il Lazio fa pagare ben di più che la Lombardia per una stessa tipologia di automobile). Per non parlare del bollo annuale, ecc.

Devo aggiungere altro?

Adesso pare che da Palazzo Chigi e dal Parlamento si vogliano tagliare le accise. Mi ritornano in mente promesse ormai lontane di alcuni uomini politici, impegni mai applicati. Non rimane che aspettare e osservare se gli amministratori pubblici passeranno ai fatti e, in aggiunta, se vorranno controllare i movimenti speculativi al rialzo sul costo finale dei carburanti.

Aggiornamento al 15 marzo 2022

Martedì 15 marzo la quotazione del petrolio è scesa a quota 100 ruotando intorno a questo livello, se non scendendo anche al di sotto come alle ore 13,45 circa quando il prezzo al barile era di 99,84 dollari. Petrolio in discesa, carburanti sempre speculativamente in alto…

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4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Beh, dire che non c’è speculazione mi sembra un tantino assurdo… E te lo dice uno che lavora nel settore e risente dei rincari in maniera evidente.

    Se tra l’estrazione e la distribuzione del greggio passa tanto tempo è anche dovuto a chi trattiene la materia prima in ottica rincari (e appena si è aperto il conflitto, è esattamente quello che è stato) e io, questo, lo chiamo speculazione.

    Detto ciò, da quanto ne so, l’Italia ha riserve strategiche di carburante per 6 mesi, quindi, il fatto che non vengano usate è ugualmente una speculazione.

    Direi che la speculazione c’è… Che poi non sia la voce più importante del bilancio, non lo metto in dubbio 😉

    "Mi piace"

    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      La speculazione c’è, assolutamente sì, ma non si basa sul prezzo del petrolio e sui costi di produzione, visto che inciderebbero, se praticati, verso un ribasso del prezzo alla pompa. La speculazione è su altro

      Piace a 1 persona

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