Rinasce una grande rievocazione, quella che riguarda la fondazione nell’anno 830 di un’antica cittadina siciliana, un centro urbano di grande bellezza, con il suo castello Zabut dal nome del fondatore, l’Emiro Al Zabut, lo Splendido. Ecco quindi le Feste Saracene a Sambuca di Sicilia, evento programmato nei giorni 19, 20 e 22 agosto, dalle ore 21 alle 23.




Un grande spettacolo che abbraccia tutto il periodo della dominazione musulmana fino alla conquista dell’Isola da parte dell’armata normanna guidata dal Gran Conte Ruggero d’Altavilla. L’annuncio è stato dato anche da Sicily World (link), gruppo Facebook noto per trattare ogni aspetto della Sicilianità storica, culturale, ambientale e attuale, spazio che oggi conta circa 91.000 membri.







Immagini delle Feste Saracene da Sicily World
Sambuca è quasi baricentrica fra Agrigento e Palermo, rientrando però nell'ambito provinciale della prima delle due città. Incastonata su un colle a 350 metri d'altezza nell'alveo della Valle del Belìce, proprio tra il fiume Belìce e il Sosio, accanto al Monte Adranone e al versante sud del Monte Genuardo, il Pizzo del Corvo, la Montagna Grande e a Sud-Ovest le valli del fiume Carboj e del torrente Rincione che danno vita al bacino artificiale del Lago Arancio. L'origine è molto più antica rispetto alla fondazione musulmana. L'inizio risale a un centro urbano fondato dai Sicani nell'altopiano di Adranon nel IV secolo a.C. poi rifondato dagli ellenici di Selinunte, attaccato e distrutto dai cartaginesi che provvidero in seguito alla sua ricostruzione. Da lì la nuova e successiva fondazione islamica a 350 metri sul livello del mare arroccando la posizione del centro urbano/fortezza. Oggi questo comune confina con altri che rappresentano antiche storie e la concatenazione di culture come Sciacca, Contessa Entellina, Menfi, Caltabellotta, Santa Margherita di Belice, Giuliana, Bisacquino.
Sambuca di Sicilia, posizione su Google Maps (link)

Nel vivo delle Feste Saracene a Sambuca di Sicilia
Rappresentazioni, degustazioni ed eventi spettacolari arricchiscono le Feste Saracene che possono contare su 140 figuranti, attori di rinomato spessore e 23 scene teatrali.
Tutto rivive nel Quartiere Saraceno di Sambuca di Sicilia, tra i vicoli caratteristici, sotto agli archetti che uniscono le antiche case vicinissime le une alle altre, edificate nella tipica pietra arenaria dai colori caldi, scenario che ha designato la cittadina come Borgo dei Borghi 2016.
Sambuca riassume la caratteristica culturale della Sicilia, l’unione di civiltà e del loro lascito, quelle che si sono succedute nella storia dell’Isola. Tutto si concretizza anche architettonicamente con scale e cortili dal richiamo aragonese-catalano, le chiese barocche, oltre all’antico aspetto che sopravvive nel Quartiere Saraceno.
La rievocazione prende spunto proprio dalla storia della fondazione del “borgo” ad opera di un manipolo di Saraceni guidati dall’emiro Al Zabut. Nella parte alta della città, nel cuore del Quartiere Saraceno, in quello che fu lo scenario originario delle vicende storiche rievocate da numerosi attori in un teatro a cielo aperto. La rievocazione è stata realizzata grazie alla creazione di scene, ognuna delle quali si sofferma a “raccontare” un episodio storico, mentre in altri vengono messe in scena momenti di vita quotidiana nel borgo saraceno. Fino a giungere sul poggio più alto ai piedi della Matrice, edificata sulle vestigia del Castello dell’Emiro Al Zabut che diede il nome a questo Borgo.
da Sicily World
















Immagini delle Feste Saracene da Sicily World
Le origini del nome Sambuca di Sicilia
Tra coloro che hanno cercato di dare una spiegazione sull’origine del nome della cittadina è Leonardo Sciascia che fece derivare il nome Sambuca in as-Sabuqah interpretandolo come “luogo remoto“.

Altra versione riguarda l’arpa greca, la Σαμβύκη, sambýkē, strumento che oggi compare nello stemma cittadino di Sambuca. Il Comune ha sede al Palazzo dell’Arpa.
Altra versione riguarda le tante piante di Sambuco che ricoprivano la vallata dell’attuale Lago Arancio.
Infine, l’antico casale di La Chabuca che, a sua volta, forse riprendeva il nome dell’Emiro Al-Zabut.
Da qui appunto Rahal-Zabuth che sta per “casale di Zabuth” indicata come denominazione nel 1185. Re Guglielmo II d’Altavilla, Sovrano di Sicilia, donò alla Cattedrale di Monreale proprio Chabuta seu Zabut, la Splendida ovvero Zabut, Sambuca di Sicilia.
Come appare evidente, le denominazioni antiche si ricomprendono e si uniscono e in queste il nome dell’Emiro è stato portato avanti per secoli sopravvivendo ben oltre alla fondazione della cittadina.

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