Erodoto ce ne ha tramandato la storia connotata da una fine orribile sentenziata dall’Imperatore Cambise II, figlio di Ciro il Grande. Il colpevole fu scuoiato, si chiamava Sisamne, giudice corrotto che aveva emanato un’ingiusta sentenza perché era stato “guidato” da un pagamento in denaro. In questo modo ai tempi dell’Impero persiano si punivano alti funzionari corrotti.
Ancient penalties and punishments for crimes such as #corruption. Sisamne or Sisamnes, corrupt judge whom the Persian Emperor Cambyses II had flayed alive for his crime.
Cambise II aveva fatto sgozzare il giudice Sisamne «perché, per danaro, aveva emesso una sentenza ingiusta; quindi gli era stata strappata dal corpo tutta la pelle, che, tagliata e ridotta in varie strisce di cuoio, era stata distesa sul trono dal quale, seduto, soleva rendere giustizia.
Quando ne ebbe fatto ricoprire il trono, Cambise, al posto di Sisamne, che aveva fatto uccidere e scuoiare, nominò giudice il figlio di lui, raccomandandogli di non dimenticare mai su qual trono sedeva per amministrare la giustizia».
Erodoto, Le storie, V, 25 – (traduzione di L. Annibaletto)
La data della morte di Sisamne è riconducibile al 525 a.C.
Fu un caso esemplare di corruzione, colpa che non poteva essere lasciata passare dall’ordinamento persiano: ne andava del corretto funzionamento di tutta la macchina amministrativa, individuato un colpevole, la punizione doveva essere esemplare.
Ancora di più per un giudice e, in questo caso, un giudice reale che con le sue sentenze influenzava pesantemente le vite dei cittadini.
Questa condanna così severa è chiamata Giudizio di Cambise, decisione del Sovrano che intendeva togliere ogni possesso al condannato compresa la pelle.
Il figlio di Sisamne fu chiamato a soppiantarlo nella carica: si chiamava Otana o Otane, Utāna in persiano antico (significato: “che genera buoni discendenti“).
Otana fu un ottimo generale, impegnato nel 499 a.C. a stroncare una rivolta nell’area jonica dell’Impero e in Eolide, in Doride, a Cipro e in Caria, tutte regioni dell’Asia Minore. Le città greche della zona si ribellarono contro il dominio persiano e contro i tiranni imposti dai sovrani dell’Impero per governare quei territori.
Questo figlio si Sisamne riuscì a vincere i ribelli nell’area di Efeso. Poi, con l’aiuto di Artaferne, satrapo (σατράπης – ساتراپ: governatore di una provincia) di Sardi, conquistò Clazomene, città che fino a quel momento era nelle mani degli Ioni e anche Cuma, centro urbano che apparteneva agli Eoli.
Provate a immaginare Otana richiamato da Cambise II per ricoprire la carica di giudice reale che era del padre e invitato a sedersi sul trono del tribunale rivestito con la pelle strappata via dallo stesso genitore.
Deve aver portato avanti il suo ruolo da giudice con grande efficienza visto che poi divenne genero dell’Imperatore Dario I di Persia, nonché gran generale.


Il giudizio di Cambise fu il soggetto di un noto dipinto doppio realizzato nel 1498 dall’artista Gérard David (Oudewater, Gouda, 1460 circa – Bruges 1523), un dittico per essere preciso, l’unione di due tavole dipinte che ritraggono due momenti strettamente interconnessi (Condanna di Cambise e Supplizio di Sisamne). Dal Medio Evo la forma del dittico spesso riuniva a cerniera o tramite strisce di cuoio due assi decorate, una delle due attaccata a un libro divenendone una sorta di copertina.
Questa di David è un’opera dell’arte classificata come fiamminga primitiva, commissionata all’artista per adornare la sala degli assessori del Municipio di Bruges dove si riunivano proprio i giudici della città.
L’opera ritrae da una parte l’arresto del giudice reale Sisamne, mentre nell’altra tavola restituisce l’immagine cruda dello scorticamento
Dal Libro V delle Storie di Erodoto:
23) […] Megabazo giunse sull’Ellesponto portando con sé i Peoni; una volta passato sull’altra sponda, si diresse verso Sardi. Istieo di Mileto già stava fortificando la località ricevuta in dono da Dario come ricompensa per la custodia del ponte (tale località, che si chiama Mircino, si trova nei pressi del fiume Strimone); Megabazo, appreso ciò che Istieo andava facendo, non appena giunse a Sardi con i Peoni, subito andò a dire a Dario: “Mio re, che cosa hai combinato a concedere a un Greco temibile e astuto di fondare in Tracia una città? Eppure sai bene che lì abbonda il legname per costruire navi e ci sono rematori a iosa e miniere d’argento; che tutt’attorno risiede una grande massa di Greci e una altrettanto grande massa di barbari, i quali, una volta avuto un capo, eseguiranno ciò che lui comanderà di giorno e di notte. Tu dunque impediscigli di continuare ad agire così, per non trovarti impelagato in una guerra in casa tua. Convocalo qui con buone maniere e fallo smettere; e quando potrai disporre di lui, vedi che non possa tornare più fra i Greci”.
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24) Con questo discorso Megabazo convinse Dario facilmente, da persona che aveva chiara idea del futuro. Più tardi, per bocca di un messaggero inviato a Mircino, Dario si espresse così: “Istieo, il re Dario ti dice: riflettendo io trovo che non ci sia uomo al mondo che abbia a cuore più di te la mia persona e i miei affari; e questo lo so per averlo appreso dai fatti e non dalle parole. Ora dunque, poiché ho in mente grandi progetti, vieni da me assolutamente, perché io te li comunichi”. Istieo, fiducioso in tali parole e allettato dalla prospettiva di diventare consigliere del re, venne a Sardi. Quando giunse, Dario gli disse: “Istieo, t’ho mandato a chiamare per questa ragione. Subito dopo il mio ritorno dalla Scizia, da quando ci siamo visti l’ultima volta, non ho cercato altro, in così breve tempo, che vederti e discutere con te, perché so perfettamente che un amico intelligente e fedele è il bene più prezioso che esista; e sono due qualità che ho riconosciuto in te, lo posso testimoniare per averle esperimentate personalmente. E dato che hai fatto benissimo a venire, ecco cosa ti propongo. Lascia perdere Mileto e la città che hai appena fondato in Tracia e seguimi a Susa, dividi con me la mia vita, al mio fianco, commensale e consigliere”.
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25) Detto questo, Dario nominò Artafrene, suo fratello per parte di padre, governatore di Sardi; e si mosse verso Susa, conducendo con sé Istieo e avendo designato Otane a capo dell’esercito della fascia costiera. Il padre di Otane Sisamne, uno dei giudici reali, era stato mandato a morte dal re Cambise per aver emesso per denaro una sentenza ingiusta; Cambise lo aveva fatto scorticare interamente e la sua pelle, scuoiata e tagliata a strisce, fu distesa sul trono su cui sedeva per amministrare la giustizia. Dopodiché Cambise in luogo di Sisamne, da lui fatto uccidere e scorticare, aveva nominato giudice il figlio di Sisamne, con l’invito a ricordarsi su quale trono sedeva per amministrare la giustizia.
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26) Dunque Otane, insediato a suo tempo su tale trono e succeduto allora a Megabazo nel comando dell’esercito, conquistò Bisanzio e Calcedonia, si impadronì di Antandro nella regione della Troade, occupò Lamponio e, con navi ricevute da Lesbo, prese Lemno e Imbro, in quell’epoca entrambe abitate ancora da Pelasgi.

Domattina vedremo se ho trovato un giudice a Berlino…vabbé Milano.
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Da scuoiare? 😄
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lo si vedrà…non domani che è l’udienza di apertura…ma alla prox si capirà se sta con noi (parte civile) o con la multinazionale cattiva……..vedremo.
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Poi se potrai e ti andrà, fammi capire di cosa si tratta. Email: ggrifeo1@gmail.com
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E’ una cosa piuttosto importante…
https://www.ilsecoloxix.it/italia/2021/03/17/news/genova-imprenditori-schedati-online-illegalmente-la-procura-world-check-va-processata-1.40037427
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