Attacchi assurdi a un egittologo puro, a Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino. Fa gola il bicentenario del museo nel 2024?

A Torino le istituzioni locali e il mondo degli egittologi sono a fianco di Christian Greco, persino i leghisti della Regione Piemonte. Da cultore di Egittologia confermo l’atteggiamento di moltissimi archeologi che esplorano la Terra dei Faraoni. Il Museo Egizio guidato da Greco ha svettato sempre più verso l’eccellenza è ha riscosso le simpatie e il gradimento di visitatori e scienziati. Fa gola il Bicentenario della struttura museale che ricorrerà nel 2024? Da qui forse l’attacco di certe formazioni politiche?

Chi saprà rispondere, sarà di una bravura abissale. Spero solo che non sia un idiota attacco politico teso a colpire un bravo egittologo, ottimo direttore.

Anche Sgarbi non può fare a meno di riconoscere la bravura e il valore del direttore.

La sua nomina non dipende da me, non dipende dal ministro Sangiuliano e non dipende dal ministero. Ma dalla presidente della Fondazione del Museo delle Antichità Egizie, Evelina Christillin, nominata da Franceschini. È inutile chiedere la sua cacciata. Greco non può essere cacciato e, anzi, potrebbe anche essere riconfermato. Il direttore Greco va benissimo. È bravo ed è indiscutibile

Vittorio Sgarbi, attuale sottosegretario al ministero della Cultura

La Lega è folle e segue Fratelli d’Italia in questa pazzia coniando pensieri del tipo,Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui“.

Per anni ho visitato il Museo Egizio di Torino, l’ho visto cambiare, riorganizzarsi, essere fulcro di tantissime iniziative e negli ultimi cinque anni Christian Greco è stato al centro di tante scelte prese dall’istituzione museale mietendo altri successi e ancora di più.

La bellezza dello spazio espositivo ulteriormente valorizzata, la possibilità di leggere ancora meglio i reperti, non sono elementi da poco e non si tratta di conti tra dare e avere tipici della ragioneria.

Nel 2022 la struttura espositiva torinese ha fatto registrare 898.500 visitatori (+45.000 rispetto all’anno precedente), quindi una conferma che la inserisce tra i musei più visitati d’Italia.

È il secondo Museo egittologico dopo quello del Cairo, anche quello da me visitato tre volte nella mia vita,: negli anni ottanta quello nella capitale egiziana era ancora confusionario, nello stile inizi ‘900 pur nella ricchezza della collezione come mai nessun altro museo può avere o vantare. Riorganizzazione che avviene anche in Egitto con il nuovo GEM, il Grand Egyptian Museum (link) che sta entrando in esercizio a poca distanza dalle Piramidi di Giza.

Quindi rinnovamento, nuove forze ed energie, eventi, convenzioni, riorganizzazione degli spazi, mostre tematiche, tanto è vero che il valore di Greco è così riconosciuto che anche il consiglio di amministrazione del Museo Egizio di Torino è sceso al suo fianco e che ha citato lo Statuto della Fondazione e del Museo: «in base all’articolo 9 dello statuto la nomina e revoca del direttore spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione».

Tantissimi colleghi di Christian Greco hanno firmato una lettera esprimendogli piena stima e appoggio. Tra i firmatari ben 92 egittologi italiani che fanno parte del Comitato Scientifico del Museo Egizio, insieme a Tine Bagh (responsabile della collezione egiziana, nubiana e del Vicino Oriente della Ny Carlsberg Glyptotek a Copenaghen) per conto del Comité international pour l’Égyptologie e a Tarek Tawfik, docente alla facoltà di Archeologia dell’Università del Cairo, direttore generale della collezione archeologica del Grand Egyptian Museum, presidente dell’Associazione Internazionale degli Egittologi.

In questo periodo il direttore del Museo sta lavorando a un altro compito, il progetto che riunisce le collezioni fotografiche degli archivi sugli scavi del Museo Egizio. Per non parlare dell’iniziativa ideata a febbraio 2023, fatta con Alpitour (che mette 800.000 euro per un piano di quattro anni) tra cultura e turismo, attività che fa perno sul museo stesso grazie a una serie di eventi rivolti anche ai bambini.

Il tutto in vista del bicentenario del Museo Egizio che cade nel 2024.

Non replico nulla, non faccio politica, mi dedico all’antico e non alla contemporaneità. Sono un egittologo e lo rimarrò anche se dovessi andare a servire cappuccini in un bar di Porta Nuova. Mi piacerebbe che il direttore fosse invisibile, che parlasse la sua squadra che oggi conta 70 persone, abbiamo un museo che scava in Egitto, stiamo lavorando per il bicentenario. Il direttore può essere utile, ma non è indispensabile, l’istituzione va avanti. Qui ci sono oggetti che hanno una vita media di 3.500 anni. Andiamo avanti, il Museo Egizio va avanti. I direttori passano, il museo rimane qui da 200 anni.

Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino

Personaggio che ha costruito la sua professionalità con grandi sforzi, fece anche lavori di tutti i tipi per pagarsi gli studi e per continuare.

“Ho fatto il portiere di notte. Mi pagarono il primo lavoro come egittologo a 34 anni – raccontò a Massimo Sideri che a giugno 2022 lo intervistava per il Corriere della Sera Premesso che ancora oggi quando qualcuno mi fa un complimento riemerge il mio complesso dell’impostore, sono molto felice quando i ragazzi mi dicono che la mia vita può essere stata di esempio. Credo che vada comunicato di più: non esiste il successo immediato, nessuno parla più di fatica. A me fa piacere ricordare che il primo lavoro pagato da egittologo l’ho avuto a 34 anni e che per raggiungere un obiettivo bisogna faticare ogni giorno. E non è nemmeno detto che arrivi”.

Dopo tutto questo, dopo aver conosciuto il lavoro di Greco, il suo impegno e la sua professionalità, vengono in mente domande bel precise.

Ma come si permettono certe forze politiche di entrare così a gamba tesa e in maniera del tutto pretestuosa?
Solo perché Greco è etichettato come uomo di sinistra – mentre lui viole essere considerato solo un Egittologo – ecco la reazione-conseguenza: grazie alle loro paranoie certi personaggi sono usciti di testa, così vorrebbero impossessarsi di quella poltrona alla direzione del Museo Egizio “donandola” a un fedele.
Magari da “donare” una persona che non restituisca pan per focaccia a Giorgia Meloni (facendole fare una magrissima figura) come quando, anno 2018, da leader d’opposizione, la Meloni attaccò Greco per strada, momento ben ripreso e diffuso su varie testate e in video su Youtube.
Quale era l’obiettivo della polemica? Era sugli sconti d’ingresso al Museo per chi parlava arabo (previsto SOLO per tre mesi): la signora Meloni credeva e sosteneva che fosse un invito rivolto ai musulmani, discriminando, secondo lei, gli italiani nonché cristiani.
Il fatto è che l’ingresso scontato era rivolto a tutti i lingua madre araba, compresi i 15 milioni di cristiani copti residenti nella Nazione del Cairo, la più antica e storica comunità cristiana: nell’offerta del Museo Egizio e di Greco non c’era nessuna discriminazione, neppure religiosa, nessun invito rivolto ai soli musulmani.
Semmai l’iniziativa si sommava agli ingressi gratis o scontati a tutti gli studenti del mondo, ai papà tutti, a chi si presenta al Museo il giorno del proprio compleanno, per le coppie a San Valentino ecc.
Come al solito, alcuni attacchi poggiano sul nulla e vengono propagandisticamente diffusi con argomentazioni del tutto scollate dalla realtà.

Oggi, purtroppo, ci risiamo e per i partiti governativi di destra, il direttore Greco deve andarsene.
Inserisco qui sotto il video sul fatto cui accennavo qualche rigo fa. Bravissimo Greco, ma oggi, a cinque anni di distanza, la Meloni non è riuscita a ingoiare la pillola, neppure a capire sportivamente che aveva preso un granchio.

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