Quando il tradimento colpisce il lavoro, la preparazione e l’idea che gli sforzi insieme al talento saranno premiati

Episodi deteriori nella società italiana sono all’ordine del giorno, ma non ci rendono diversi da altre nazioni. Costume diffuso a livello globale. Però accade che un fatto possa colpirti molto da vicino. Allora mi esplodono i neuroni. Quando il tradimento colpisce il lavoro, la preparazione e l’insegnamento rivolto a futuri professionisti, quello che dovrebbe far capire loro che gli sforzi e il talento saranno premiati.

(immagine di copertina da Freepik)

Mi riferisco a un recente avvenimento che ha colpito un amico, un Maestro, un concertista di fama internazionale, ma ha segnato soprattutto i suoi allievi.

Di seguito qui ripeto un mio personalissimo pensiero che ho reso palese in un mio commento a un post Facebook di questo caro amico.

Ciao Vincenzo, come in tutte le cose del mondo c’è luce ma anche oscurità. Però il problema grande arriva quando squallore e orride manovre, che del buio sono figlie, colpiscono proprio lì dove non te lo aspetti.

Come accaduto in quella terra che vediamo sempre magnifica e che desideriamo perché lontani.

Come è successo in quell’ambito professionale dove abbiamo speso infinite energie e che amiamo.

Accade quando il colpo a tradimento ci ferisce nel punto più caro e, forse, proprio per questo più vulnerabile.

E non importa che la nostra sia appartenenza al mondo della creatività, dell’arte, della scrittura, della tecnica, della scienza.

Il tradimento è tale per chiunque. Non c’è maggiore o minore sensibilità agli effetti del tradimento.

Strazia sempre.

La manovra nascosta, il subdolo parlare, l’interesse che sia da cortile di polli o ad alti livelli (non importa) è sempre squallore, è tradimento per tutti.

È vero, ci colpisce di più se la fonte di questo buio profondo è la nostra amata terra, quella che abbiamo idealizzato mentre ci imponevamo in paesi e città lontane.

Isola mitica la nostra, ma non immune alla piccolezza volgare, pericolosa e bassamente interessata che abbiamo visto all’opera in altri paesi.

Ma è la nostra Isola… e ferisce di più.

Ma è accaduto nel nostro mondo al quale abbiamo dato tutto… e fa male assai.

Ma ha colpito lì dove tu Maestro curi, esalti, indirizzi giovani artisti dando loro esempio di dedizione al lavoro, alla preparazione culturale, al concetto che gli sforzi e il talento saranno premiati… e così il dolore si fa grande per il tradimento e per la micidiale piccolezza di chi ha operato nel buio.

La nostra Isola fu raccontata come il “Regno del Sole” da un autore, lo storico John Julius Norwich.

È vero, la Sicilia lo è.

Ma neppure il Sole può scacciare tutto il buio esistente. Non riesce a farlo neppure sul piccolo Mercurio, il pianeta che gli sta più attaccato, ma che gli rivolge in prevalenza sempre la stessa faccia: metà sempre illuminata e rovente in maniera inimmaginabile; l’altra metà del pianeta eternamente al buio, fredda quasi come lo spazio interplanetario vuoto.

La società è simile, ha una doppia anima, una alla luce, nella bellezza e nella verità, l’altra al buio, ipocrita, ingannevole, manovratrice e sporca.

Non bisogna farsi insozzare da quest’ultima e si deve reagire combattendola col nostro lavoro, la nostra dedizione, la nostra passione e un’idea tutta da realizzare, quella che vede il lato migliore imporsi su certa cancrena sociale, che sia in Sicilia o altrove.

Da concretizzare ancora di più nella nostra Isola, è vero, perché è lì dove il cuore rimane.
Dovremo lottare contro i mulini a vento?
Donchisciotteggiamo pure!

Lascia un commento