A spasso nella Storia, il 9 novembre di oltre mille anni fa, la fine dell’imperatore-filosofo di Bisanzio: Costantino VII Flavio Porfirogenito

Uomo di grande cultura, scrittore e studioso, Costantino VII Flavio, il Porfirogenito era poco avvezzo alle questioni militari, strategiche e politiche che lasciò volentieri nelle mani di condottieri, funzionari e correggenti. Il 9 novembre del 959 il Basileus si spense e con lui ebbe fine un periodo di grande fioritura culturale nell’Impero Romano d’Oriente, un momento di grande crescita delle scienze, delle arti e delle scuole come mai si era visto prima. Da allora sono passati 1.064 anni.

Il Porphyrogénnetos, letteralmente tradotto in nato nella porpora (nascita avvenuta durante il regno del padre Imperatore), era figlio di Leone VI il Filosofo e nel 912 succedette al padre ma, come ho già scritto, delegò molto del potere imperiale preferendo dedicarsi agli studi.
Nonostante la delega imperiale data a generali e ad altri membri della struttura di Stato, scelse personaggi di valore, tanto che l’impulso da lui dato permise di rafforzare e riportare l’influenza dell’Impero in Anatolia e nei Balcani.
Un’impostazione che permise poi al nipote Basilio II di continuare lo slancio egemone. Questo nipote sarebbe succeduto a Costantino dopo 17 anni e dopo tre imperatori di quel quasi ventennio, Romano II Porfirogenito figlio di Costantino, Niceforo II Foca (uno dei migliori generali della storia bizantina: fece uccidere Romano per prenderne la corona) e Giovanni I Zimisce (anche lui ottimo generale, arrivato a essere imperatore dopo aver ucciso Niceforo).

Amava il contatto con gli studenti, con coloro che frequentavano le scuole che lui ebbe cura di potenziare, restaurare. Il Sovrano potrebbe essere accostato a una figura che fiorì molto dopo in Italia, il celebre Leonardo da Vinci, tanto si intendeva di differenti materie, anche quelle meccaniche per le quali si confrontava con i più grandi ideatori del tempo.

Porphyrogénnetos-Πορφυρογέννητος, nato nella porpora era anche una condizione di fatto e fisica, non solo una definizione di protocollo.
Con questo cosa intendo?
Tutto fa centro nel Palazzo del Bucoleone-Βουκολέων, il Palazzo Imperiale di Costantinopoli/Bisanzio che era parte del maestoso complesso del Gran Palazzo-Μέγα Παλάτιον o Sacro Palazzo-Ιερόν Παλάτιον.
Nel Bucoleone, che era collocato in prossimità del mare e delle mura di cinta, verso il Bosforo e il Mar di Marmara, c'era una stanza particolare nominata Porphýra. Era stata edificata tutta in porfido, nome di questa pietra legato proprio alla porpora come quella di provenienza egizia che si presentava con un acceso colore porpora.
Proprio in questa stanza le imperatrici partorivano i loro figli seguendo la condizione sacrale per la generazione di bimbi porfirogeniti. Infanti destinati quindi alla conduzione dell'Impero, piccoli nati nell'eccezionalità, chiamati-obbligati a un destino superiore.

Tra le opere letterarie di Costantino VIII tra storia, eventi e politica:

  • Dei Temi, rassegna delle province bizantine;
  • Dell’amministrazione dell’Impero;
  • Delle cerimonie della corte bizantina;
  • La vita di Basilio, il primo imperatore con quel nome, avo di Costantino, rappresentato come l’ideale dell’ottimo principe;
  • la Collezione storica, compilata però da altri.

Tra le opere scientifiche commissionate e riordinate da Costantino:

  • la Collezione agraria in 20 libri condotta sui Geoponici di Anatolio e Cassiano Basso;
  • la Collezione medica in 297 capitoli fatta da Teofane Nonno principalmente su Oribasio;
  • la Collezione zoologica tratta da Aristotele sull’epitome di Aristofane di Bisanzio, da Eliano e Timoteo di Gaza.
L’Imperatore Costantino VII Porfirogenito – immagine nel pubblico dominio

Costantino VII Flavio divenne quindi Basileus dei Romei/dei Romani, Basileus – in greco Βασιλεύς, titolazione classica come sovrano di rango imperiale.
La cosa avvenne in due momenti differenti, dal 9 giugno 911 al 12 maggio 912, poi dal 6 giugno 913 al 9 novembre del 959, giorno della sua morte.

Questi due tempi di regno contraddistinguono la difficoltà di governare l’Impero tra i tanti affamati di potere. Costantino dovette destreggiarsi anche con Romano I Lecapeno che da correggente assunse il potere come Basileopatore-βασιλεοπάτωρ, il titolo più alto sotto quello di Imperatore, che lo indicava quasi come padre del Basileus.

Questi periodi problematici furono però preceduti da grosse difficoltà che si manifestarono già ai tempi del padre, l’Imperatore Leone VI, problemi che quest’ultimo ebbe con il clero a causa dei tre primi matrimoni finiti con la morte delle mogli e senza eredi al trono.
Le prime tre consorti dell’Imperatore Leone erano Teofano, Zoe Zautsina,  Eudocia Baianè.

Solidus di Costantino VII – da romanoimpero.com

Ecco poi arrivare la nascita di Costantino fuori dal matrimonio con la QUARTA compagna, Zoe Carbonopsina-Ζωή Καρϐωνοψίνα, nome che sta a indicare occhi neri come il carbone o dagli occhi ardenti come tizzoni, giovanissima nipote dell’ammiraglio Himerios-Ἱμέριος.
La decisione dell’imperatore di riconoscere il figlio Costantino del suo QUARTO legame rinnegando l’accordo con Patriarca di Costantinopoli, Nicola il Mistico, portò alla crisi col potere religioso (che sempre voleva inserirsi nella gestione dell’Impero).

Quale era però questo accordo?
E qual era il nodo cruciale della disputa?
Perché una QUARTA unione dell’Imperatore non era accettata?

Tutto faceva leva sulla vecchia legge canonica greca secondo la quale un uomo non si poteva coniugare più di due volte.
Leone però si era già sposato tre volte: l’ultima era già stata considerata come fornicazione.

Comunque, il Patriarca, dopo trattative, aveva acconsentito al battesimo del piccolo Costantino nella Cattedrale di Santa Sofia e al riconoscimento del bambino come successore dell’Imperatore Leone: la condizione posta a quest’ultimo era però che allontanasse Zoe Carbonopsina, la quarta donna nella vita del Basileus.

Ma l’Imperatore fece l’esatto contrario.
Dopo solo tre giorni dal battesimo di Costantino avvenuto il 6 gennaio 906, Leone prese Zoe in moglie elevandola al grado di Imperatrice.

Dio ce ne liberi, iniziò il contrasto con la Chiesa di Costantinopoli. Tutto avvenne in uno dei momenti meno facili per l’Impero visti i continui assalti dai domini arabi e i bulgari che premevano da Nord.
Non mi dilungo sullo scisma nella Chiesa greca, lo Scisma della tetragamia o Scisma delle quattro nozze, esploso dopo che l’Imperatore Leone VI volle destituire il Patriarca Nicola per sostituirlo con il monaco, Eutimio-Εὐθύμιος il Sincello.

Il percorso di Costantino fino al trono fu costellato da contrapposizioni, caos e lotte di Palazzo subito dopo la morte del padre Leone.
Il Patriarca Nicola che si ripresentò e fece allontanare Zoe dando concessioni a Simeone I il Grande, Zar di Bulgaria, regno che da sempre premeva alle frontiere.
Poi il ritorno a Palazzo di Zoe: l’appoggio dato dal Patriarca ai bulgari lo aveva fortemente indebolito spianando la strada al ritorno della Basìlissa Zoe. In quel momento ecco il rinnovato riconoscimento di quest’ultima come Imperatrice e l’istituzione del nuovo comitato di reggenza.
Seguì l’arrivo del generale Leone Foca il vecchio al fianco di Zoe, poi la nuova guerra tra la Bulgaria e Bisanzio visto che furono rinnegate le concessioni fatte allo Zar Simeone. La guerra andò male con continue sconfitte subite da Bisanzio.
Ancora dopo, il colpo di stato (919) del generale Romano I Lecapeno, Leone Foca sconfitto dai bulgari… e l’Imperatrice Zoe che andò a chiudersi in un convento.

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