Acqua, Confcooperative con Federagripesca Sicilia preoccupati per la forte siccità: possibile perdite del 50% nelle produzioni

L’Isola ha sete. La situazione è critica in Sicilia, manca l’acqua. Facendo seguito a un inverno piuttosto asciutto per il Meridione, questa primavera e questo primo affaccio d’estate hanno creato uno spartiacque meteorologico in Italia con un Nord invaso dalle acque, spesso in maniera rovinosa e un Sud che non vede cadere dal cielo neppure una goccia. Confcooperative con Federagripesca Sicilia preoccupati per la forte siccità: possibili perdite del 50% nelle produzioni.

C’è da considerare però che oltre alla grave siccità, l’intera rete idrica siciliana è malridotta, gravissime e numerose le perdite del circuito a qualsiasi livello, tanto che il 51,6 per cento del flusso idrico si dissipa durante il percorso di distribuzione e conservazione (dati Istat).

“Auspichiamo che il ministro Lollobrigida firmi subito l’atteso decreto che renda esecutive le misure emergenziali – ha detto Nino Accetta, presidente di Fedagripesca Sicilia – al fine di assicurare alle imprese e alle cooperative agricole, zootecniche, vitivinicole, ortofrutticole, agrumicole siciliane la possibilità di sopravvivere ad un’emergenza che è la più grave crisi degli ultimi 50 anni, con perdite stimate che arrivano fino ad una media del 50% dell’intera produzione nei vari territori, come la stessa giunta regionale ha messo nero su bianco. La delibera con cui la giunta regionale sollecita il riconoscimento per la Sicilia delle circostanze eccezionali che hanno messo in ginocchio la nostra agricoltura rappresenta un primo, concreto, passo nella direzione da noi per primi indicata e successivamente sollecitata da più parti. Adesso è però necessario che in tempi rapidissimi il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida firmi il decreto che riconosca le circostanze eccezionali”.

Alessandro Chiarelli, delegato per le questioni agricole di Confcooperative Sicilia si dice soddisfatto per l’ultimo confronto avuto in Regione Siciliana con l’Assessorato Regionale all’Agricoltura. Dopo l’ultimo incontro è stato redatto un documento con cui il Dirigente Dario Cartabellotta ha impostato la richiesta che dalla giunta Schifani è stata inviata al Governo Nazionale.

“Le nostre istanze sono state interamente accolte, condivise e decretate dal governo regionale a cui diamo atto della volontà di individuare, insieme a chi rappresenta le imprese del territorio, una soluzione efficace – dicono Accetta e Chiarelli – ma la partita non è ancora chiusa ed è, adesso ancor più di prima, una corsa contro il tempo”.

A registrare continui affari d'oro sono gli imprenditori privati per la distribuzione e fornitura dell'acqua, spesso con picchi di circa 15 volte rispetto al prezzo praticato dalle aziende partecipate regionali (Siciliacque, Idrosicilia e Amam), surplus che riguarda ancora di più la fornitura per le isole minori.
Tutto questo avviene nella terra più meridionale dell'Italia, proprio quella che, soprattutto per situazioni climatiche, dovrebbe godere del migliore rete di distribuzione e di conservazione dell'acqua. Dobbiamo per forza ricordare come dal IX secolo i musulmani riuscirono a trasformare la Sicilia in un giardino splendido e produttivo?
E i dissalatori di cui si sente parlare da almeno cinquant'anni? Si tratta di un'Isola, circondata da acque, eppure non si arriva mai al punto decisivo. Per esempio un dissalatore bello costruito è a Porto Empedocle-Agrigento, ma da tempo è fermo (!) mentre gli invasi sono praticamente vuoti. L'acqua desalinizzata è comunque più cara perché per ottenerla occorre energia. Fintantoché non si costruiranno tanti dissalatori, il prezzo unitario di quest'acqua sarà sempre parecchio alto.
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Come ricordo personale aggiungo momenti estivi da ragazzino in cui talvolta anche a Catania e spesso nelle campagne dell'Etna, l'aqua era disponibile in tubazione solo qualche ora al giorno, tutta da raccogliere in fretta e il più possibile in grandi vasche personali... da allora sono passati ben quattro decenni, nulla è mutato, semmai peggiorato.
Attualmente il razionamento avviene in tantissimi centri, a cominciare da Agrigento.
foto da freepik

L’allarme è forte, le colture stanno soffrendo fortemente. Per esempio, dopo l’ultimo Concorso Internazionale “Canapa è” per il Migliore Olio di Semi di Canapa, il messaggio dalla Sicilia è chiaro, Isola il cui prodotto ha sempre primeggiato e spesso ha vinto in questa competizione: ebbene, per la siccità la produzione di semi è sempre più carente, semi fondamentali per due aspetti, sia per ottenere il prezioso olio che per la futura nuova semina. Sarà giocoforza comprare semi all’estero per seminare nuovamente i campi.

In grande sofferenza vite, ulivo e agrumi che rappresentano colture agricole primarie per la Sicilia.

L’allarme siccità è stato lanciato da Renato Schifani anche in Europa. Per la Sicilia è stato il riconoscimento delle condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali, azione che rientra in quanto sancito dal regolamento Ue 2021/2116.

“La situazione di estrema gravità ci impone questo ulteriore passo per sostenere le nostre aziende agricole e gli allevamenti – ha evidenziato il presidente Schifani in una sua nota di tre giorni fa – Il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della Politica agricola comune, che permetterebbero di non applicare determinati vincoli a pascoli e terreni, continuare a godere di aiuti, rinviare pagamenti, sanzioni e oneri”.

La Regione ha stanziato più di 10 milioni di euro per gli allevatori più altri 15 solo tre giorni fa. Istituito anche un albo regionale per fornitori di alimenti per bestiame, materiale che potrà essere acquistato grazie a voucher messi a disposizione dagli uffici regionali.
Il fieno scarseggia per il lungo tempo senz’acqua che ha inaridito i campi, abbeveratoi e fonti si stanno prosciugando, i pascoli mancano d’erba.

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