Catania Fontanarossa “Vincenzo Bellini”, 4°/5° aeroporto d’Italia, non riesce a gestire l’enorme traffico di passeggeri: disagi e struttura del tutto insufficiente

Da catanese me ne duole, ma l’aeroporto di Catania “Vincenzo Bellini” non va proprio, non ce la fa a far fronte al grande transito di passeggeri: quasi 71 minuti di fila pressato fra e con la gente SOLO per arrivare ai varchi di sicurezza, questa la mia esperienza il 27 agosto.
Non può proseguire così e occorre una differente organizzazione in attesa che volontà umana e/o grazia divina facciano realizzare il nuovo, più grande e aggiornatissimo scalo aeroportuale catanese (più in basso il capitolo sul progetto).

I dati di traffico passeggeri gennaio-agosto 2024 evidenziano 8.269.247 viaggiatori in transito per l’aeroporto siciliano, con crescita del 18,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Visto il ritmo di crescita è probabile il superamento degli 11 milioni di viaggiatori per la fine dell’anno. Già solo per agosto 2024 Assaeroporti sottolinea come a Catania i movimenti siano saliti a 8.690, quindi +19,8% rispetto al 2023 e il passaggio di 1.276.714 viaggiatori segna un +21,1% rispetto a un anno prima.

Ma la struttura non regge. No, proprio no.

File per quasi 71 minuti (!) solo per passare i varchi di sicurezza, immagini tipiche di un Inferno dantesco, appiccicati come sardine in scatola, tutto vissuto direttamente da me lo scorso 27 agosto per riuscire a prendere il mio volo di ritorno a Roma.

Eppure molto poteva essere fatto da ben più di dieci anni. Si aspetta una decisione sul raddoppio dell’aeroporto, le autorizzazioni, il rilascio di tutti i finanziamenti necessari. Il tempo continua a scorrere e tutto rimane al livello di sogni di carta.

Ed ecco l’avventura-tipo all’Aeroporto di Catania Fontanarossa “Vincenzo Bellini”

Mettersi in coda per i varchi di sicurezza alle ore 13,48 e riuscire a passarli alle 14,59. Ho fatto quindi un’ora e 11 minuti circa di fila immerso nella calca più pura, un carnaio indicibile. Ma non precorro i tempi di questo racconto.

Catania 27 agosto. Ho passato un mese a rivivere sapori, profumi, atmosfere della mia città. Ho fatto anche una capatina a Partanna, nel Trapanese e a Caltagirone per rivedere luoghi, amici, cugini. Ho visto panorami, mi sono fuso col sole siciliano e mi sono immerso nel suo fantastico mare. Per non parlare dell’Etna, il suo fuoco, la cenere a pioggia, le notti arrossate dalle eruzioni.

Poi, come accade con tutto, è arrivata la conclusione. Dovevo tornare alla normale vita fatta di lavoro e incontri, come nel resto dell’anno. Un po’ di tristezza, ma avevo il cuore pieno di cose belle.

Adesso attualizzo il racconto, come se accadesse in questo momento.

Volo di ritorno a Roma il pomeriggio del 27 agosto, Ita AZ1726, imbarco previsto alle 14,55 e decollo alle 15,25.

Tranquillo e sereno, mi faccio accompagnare con largo anticipo all’Aeroporto di Catania Fontanarossa “Vincenzo Bellini”.

Alle 12,45 circa sono lì.
Penso, “ora consegno la valigia che va in stiva così passo in anticipo i varchi di sicurezza evitando file al cardiopalma, minuti che pesano all’infinito”.

Al bancone per dare la valigia mi rifiutano il bagaglio: troppo presto, l’aeroporto ha uno spazio limitato per le valigie da imbarcare. Se ne parlerà dopo le 13,30: solo in quel momento mi daranno il via libera.

Alla luce di quanto avverrà dopo un’ora, la strategia dello scalo è stata del tutto fallimentare per un periodo così eccezionale di traffico, certo viziata da spazi ormai esigui per il grande passaggio di passeggeri/bagagli, comunque totalmente errata.

Non so come ingannare il tempo.

Mi prendo qualcosa di sfizioso da mangiare, fumo sigarette, poi torno in fila per il bancone bagagli alle 13,15. Non mi dilungo su particolari che riguardano passeggeri fatti passare davanti a chi sta facendo la fila già da un po’: motivi misteriosi.

Riesco a consegnare la valigia e ad allontanarmi verso le 13,45.
Devo decidere da dove iniziare la fila per i varchi di sicurezza.
Le code infinite di persone iniziano dalle porte di ingresso all’aeroporto!!!

Alle 13,48 scelgo la coda che inizia in corrispondenza dei banconi ITA. Mi sembra minimamente più corta.
Illusione.

Se io e altri passeggeri avessimo potuto consegnare le nostre valigie al nostro arrivo in aeroporto, avremmo iniziato a metterci in coda un’ora prima evitando di ingolfarle più tardi anche con la nostra presenza.
Vertici e strutturati dell’aeroporto conoscono benissimo cosa accade nei periodi di punta. AGEVOLATE! Fate qualcosa, una qualche misura d’emergenza.
Invece nulla, ci tocca questo incolonnamento d’inferno e la lotta con i minuti.

La fila infatti non scorre perché siamo troppi, la gente è agitata e non avrei mai immaginato che avrei passato i varchi di sicurezza solo dopo un’ora e 11 minuti!

Si avvicina inesorabile il momento della chiamata al gate che inizierà alle ore 14,55 ma io sono ancora a un terzo della fila per giungere ai controlli.

Mi agito come tanti altri.

Poi alcuni addetti dello scalo in camicia bianca passano lungo il serpentone fatto dai corpi dei passeggeri annunciando che, vista la situazione, gli aerei non partiranno nell’orario dovuto, ritarderanno aspettando i viaggiatori.

Devo crederci?

L’agitazione rimane, del resto sul pannello con gli orari nessun dato è cambiato, il decollo del mio aereo è rimasto al momento previsto.

Fa caldo nonostante l’aereazione nel grande salone.
Siamo troppi, molti corpi non profumano di rose o violette, si moltiplicano le urla e i pianti dei bambini, anche l’abbaiare di qualche cane.
Zaini e borse pesano come macigni, tutti si muovono solo a passetti da geishe… troppo lentamente. Quanto potrà mai aspettare il volo??

La liberazione arriva finalmente alle 14,59!

Passato il varco corro col fiatone verso il gate del mio volo, la cintura ancora da allacciare mi pende dai pantaloni, sono sudato e di solito non sudo, avrò le pulsazioni a 150 e il viso è in fiamme, sarò rosso come un peperone.
La maledetta borsa del computer mi scivola continuamente dalla spalla sinistra, lo smartphone l’ho infilato troppo velocemente in tasca urtando dolorosamente uno dei miei attributi.

Giunto finalmente al gate che cosa scopro???

L’aereo di ITA è arrivato in ritardo e sta ancora scaricando i passeggeri che ha portato a Catania. Bisogna aspettare, imbarco ritardato.

Lancio felicemente e serenamente insulti agli dei e alla terra urlandoli però nel chiuso dei miei pensieri sorridendo come un ebete dalla pelle infiammata.

Così conquisto una poltrona e mi ci faccio cadere con violenza non curante delle proteste urlate dai miei glutei.

Dopo questa disavventura così lunga, tutto mi sembra nuovamente sereno, inizio a scorrere le mie foto e video siciliani sui miei ultimi trenta giorni. Il cuore c’è ancora, non mi è schizzato fuori dalla gola e si bea di quei ricordi.

Comunque l’aeroporto “Vincenzo Bellini” non può continuare così…

Il mega aeroporto avveniristico di Catania, l’hub del Mediterraneo che da troppi anni non vuole nascere

Si parla ancora di prossimo futuro per l’Aeroporto di Fontanarossa “Vincenzo Bellini”, siamo ancora alla fase progetti (magnifici) che vedono la realizzazione di una nuova pista di volo lunga 3.000 metri, larga 60, a sud di quella esistente e la realizzazione dei nuovi terminal B e C utilizzando/rifacendo quelle vecchie strutture già esistenti, ma in disuso da innumerevoli anni. In aggiunta il nuovo scalo vedrebbe anche un polo cargo e una taxiway cargo.

Il masterplan per il nuovo e avveniristico scalo catanese che diverrà l’hub del Mediterraneo, è stato redatto dal celebre studio londinese Pascall+Watson (link) il più importante del mondo in questo settore: annovera, tra gli altri, la realizzazione di aeroporti come Londra Heathrow, Abu Dhabi, Pechino o l’aeroporto internazionale Tiruchirappalli in India selezionato per i World Architecture News Awards 2018 (link ai progetti e realizzazioni aeroportuali dello studio).

Edificio oggi vuoto, in abbandono da anni, il terminal “Morandi”, da riutilizzare o abbattere-rifare totalmente per lo scalo di Catania, oggi monumento di quel che era e di quel che -forse- potrebbe essere.
Alla fine pare evidente che verrà abbattuto, ma ancora non c’è traccia del progetto e del bando relativo proprio alla demolizione.
Costo dell’operazione 500 milioni di euro per la nuova struttura e il 2030 per l’inaugurazione.
Gli altri due terminal saranno ampliati con terrazzamenti (semplifico così la descrizione delle opere da fare).

Inutile dire che la politica si è a lungo scontrata sulle due ipotesi, ristrutturazione o l’abbattimento-rifacimento ex novo del terminal “Morandi” che si trova accanto al terminal maggiore attualmente in uso.

I progetti futuribili sono stati presentati recentemente, ad aprile 2024 nell’Aula Consiliare del Comune di Catania. A “raccontarli” Costantino Pandolfi dell’Enac e Giancarlo Guarrera, account manager della Sac.

Tempi di realizzazione? Entro il 2030 come ho già accennato prima.

Vista la cronica indecisione amministrativa dovuta al solito sport nazionale della contrapposizione speciosa fra forze politiche e interessi vari, sono del tutto scettico che per il 2030 vedremo l’inaugurazione dell’aeroporto catanese ampliato, super moderno, capace di accogliere bene 20 milioni di passeggeri all’anno e pronto a far atterrare aerei di “taglia” maggiore in modo da agganciare anche rotte intercontinentali.

Ci sarà l’innovazione dei sistemi aeroportuali a cominciare da quelli di sicurezza, i check-in automatici, il cosiddetto accodamento dei passeggeri che passerebbe dai miseri 120 metri quadri oggi utilizzabili a 400. C’è comunque tanto altro in prospettiva.
Senza contare che la metropolitana catanese si allaccerà direttamente all’aeroporto dal centro città: qui deve darsi da fare pure RFI, la stessa che dovrà operare rapidamente per l’interramento di un tratto ferroviario in modo da permettere la realizzazione della nuova grande pista di decollo e atterraggio.

Per accorgersi del “nulla di certo e di avviato”, basta leggere quanto detto da Orazio Grasso capogruppo nel Consiglio cittadino di MpA-Grande Catania-Movimento per l’Autonomia, dopo la presentazione dei progetti: “La vera incognita permane sempre quella delle risorse necessarie alla realizzazione dei terminal B e C e contestualmente la realizzazione della nuova pista in grado di ospitare voli internazionali. Se ciò non dovesse avvenire in tempi brevi sarà l’ennesima occasione persa”.

Il problema è che Nico Torrisi, amministratore delegato di SAC-Società Aeroporto Catania, rilasciando un’intervista a Catania Today a settembre 2024 abbia avuto modo di dire, “Quando sono arrivato in Sac nel 2016, lo scalo aveva un flusso di 7 milioni di passeggeri l’anno, adesso siamo quasi arrivati a 11 milioni e prevediamo di arrivare a 15 milioni. È chiaro quindi che lo spazio attuale non basti più”.

Ma lo scalo aeroportuale catanese è del tutto insufficiente OGGI.
Non basta più da almeno quattro anni!

Il ritardo dura da troppo tempo e, di sicuro nei periodi più congestionati, sarà disastro per altri cinque anni. Sempre che i lavori di ampliamento e ammodernamento inizino allo scattare del 2025…

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