Fu un periodo particolare quello in cui visse il Faraone Thutmose II. Più di 60 anni prima rispetto a questo sovrano l’Egitto era uscito definitivamente dal dominio del popolo Hyksos (dal Greco antico ὑκσώς, in egizio heqau khasut), giunto dall’Asia nel 1730 a.C. come dominatore in Egitto ponendo fine all’era del Medio Regno. Thutmose rappresenta quella dinastia che sorse da questa dominazione e riuscì a liberare il Paese del Nilo inaugurando una prosperità e uno sviluppo internazionale mai visti né vissuti prima. Nacque il periodo storico del Nuovo Regno.


La sepoltura riconosciuta
Un cielo a stelle gialle su fondo blu, e le scene dell’Amduat, insieme dei testi funerari egizi. Queste sono due delle poche opere sopravvissute nella sepoltura appena individuata come ipogeo faraonico.




Decorazioni, affreschi, oggetti e scritture menomate e cancellate non tanto dall’offesa del tempo, quanto e soprattutto dai colpi delle tante alluvioni che hanno invaso la tomba sin dai primi tempi dell’avvenuta inumazione di Thutmose II.
Purtroppo il sito, scelto quasi 3500 anni fa per il sepolcro, è stato spazzato periodicamente da acqua e fango: le precipitazioni in zona sono molto rare, ma quando si scatenano sono potenti. Proprio in quel punto il dilavamento dell’acqua trova un suo alveo importante.
Era dal 1922, anno del ritrovamento della tomba di Tutankhamon a opera di Howard Carter, che non veniva individuata una tomba Reale. È l’ultima sepoltura perduta dei faraoni della XVIII dinastia.
Il punto si trova sulla riva Ovest del Nilo, nella zona di Luxor, circa 2,5 chilometri a est della celebre Valle dei Re, nell’area degli Wadi Occidentali Tebani.
Ad individuare la tomba come ipogeo faraonico è stata una missione archeologica egizio-britannica guidata Piers Litherland e da Mohamed Abdel-Badie.
La sepoltura era già nota dal 2022, denominata nella mappatura come Tomba C4, ritrovata nella Valle C dello Wadi Gabbanat el-Qurud.
Erano state fatte solo delle ipotesi sulla reale destinazione, su chi fosse il titolare. Lì intorno ci sono solo tombe di regine e principesse legate ai vari re thutmosidi, soprattutto a Thutmose III, quindi si era pensato a una di queste donne di rango regale.
Invece non era e non è così.





I frammenti di un vaso in alabastro riportano il cartiglio (l’ovale che racchiude un nome Reale) di Thutmosi II i cui geroglifici sono seguiti dall’epiteto maa-kheru “giusto di voce” che veniva dato ai defunti.
Gli stessi frammenti riportano anche il nome di Hathepsut, sorellastra e moglie del faraone defunto, regina che dovette curare la sepoltura del Sovrano.
Perché questa grande mancanza di altri oggetti?
Poco dopo la sepoltura del faraone, i sacerdoti e i funzionari si accorsero che l’ipogeo era stato invaso da acqua, fango e detriti. Allora decisero di spostare il sarcofago con la mummia e il suo corredo in un altro sito.
Il peregrinaggio ha portato il corpo del faraone e i suoi oggetti lontano dalla sua sepoltura originaria arrivando infine in quella comune a più mummie a Deir el-Bahari, classificata inizialmente DB320, poi TT320, quando fu ritrovata nel 1881 (link a un articolo dedicato).
Questo sito finale si trova a quota alta nell'anfiteatro roccioso che racchiude il Tempio di Hatshepsut. La sepoltura era inizialmente dedicata a nobili e a funzionari, poi funse da nascondiglio-Cache Reale per oltre cinquanta mummie di faraoni appartenenti a varie dinastie, dalla XVII alla XXI. Vi furono infilate intorno al 950 a.C. dai sacerdoti di Amon per occultarle ai tanti predoni e saccheggiatori di tombe.
La struttura della tomba originaria è piuttosto semplice, un corridoio d’accesso e una camera funeraria. Nulla più… a meno di sorprese nel prosieguo dell’esplorazione e studio del sito, ma sembra improbabile.
Oggi la mummia di Thutmose II è al National Museum of Egyptian Civilization del Cairo. Vi fu portata nel corso della grande parata dei Faraoni, la Golden Parade del 2021 (link a mio articolo) quando 22 mummie, 18 di potenti faraoni e 4 mummie di grandi regine, furono trasferite alla nuova sede d’esposizione e conservazione prelevandole dallo storico Museo Egizio del Cairo di piazza Tahrir.
Chi era Thutmose II e qualcosa sulla sua epoca
Fu il bisnonno di Thutmose II, il Faraone Ahmose I a dare la spallata finale agli Hyksos conquistando la loro ultima città in Egitto, la loro capitale Avaris collocata sulla parte Est del delta del Nilo. Poi Ahmose prese pure la città di Sharuhen, ultima piazzaforte Hyksos, collocata nel deserto del Negev non lontana dall’attuale Striscia di Gaza: la vittoria arrivò dopo tre anni di assedio e il Faraone la fece totalmente distruggere, come a cancellare il ricordo di quegli stranieri asiatici che per circa due secoli dominarono il nord dell’Egitto.
Con quell’atto, Ahmose consolidò definitivamente la presa del potere della XVIII Dinastia egizia con capitale a Tebe, la meridionale “Città dalle cento porte”. Questi nuovi regnanti presero il meglio della tecnologia di quegli stranieri invasori in campo bellico, quindi il pieno uso dei cavalli modernizzando e adattando i carri da guerra. Il contatto con le realtà estere fece cambiare anche l’abbigliamento delle truppe dotate di abiti più protettivi e favorì la riorganizzazione degli eserciti in differenti divisioni da battaglia.
I carri furono resi più agili, snelli, veloci e utilizzati in squadroni che colpivano rapidamente le truppe nemiche.
Su questi cambiamenti e relativo storico di ricostruzione e riorganizzazione dell’Egitto faraonico, ho scritto tutto nell’articolo “Il Faraone Thutmosis I e il suo Egitto dominante dall’Eufrate alla Nubia“.
La sequenza dei Faraoni da Ahmose a Thutmosis II: l’Egitto si consolida, cresce e conquista
Questi quattro faraoni governarono l’Antico Egitto in un arco temporale di circa 50 anni, periodo di grandi trasformazioni per il Paese del Nilo.
L’incoronazione di Ahmose I avvenne verso il 1530 a.C., mentre quella di Thutmose II risalirebbe intorno al 1483 a.C.
- Ahmose I, definitivo liberatore dell’Egitto dal dominio degli Hyksos;
- Amenofi I, il grande costruttore e conquistatore della Nubia;
- Thutmose I, divenuto faraone perché sposò la principessa Ahmose, poi sua Grande Sposa Reale, nipote della regina Ahmose Nefertari e figlia di Amenofi I, oppure giovanissima sorella di quest’ultimo; Thutmose I espanse grandemente i domini verso l’Asia e l’Eufrate;
- Thutmose II.
Thutmose II e il mondo che cambiava
L’Egitto non era più così isolato dal resto del mondo, non poteva più contare solo su un panorama ristretto dalla via fluviale del Nilo e sul contatto con i soli popoli lungo questa via d’acqua.
Il deserto arabico a est e quello libico a ovest non erano più frontiere così invalicabili da parte di altri popoli. La prova fu proprio l’invasione degli Hyksos arrivati due secoli prima dal Medio Oriente.
Bisognava giocare di prevenzione.
Il padre Thutmose I aveva già iniziato ad applicare questa strategia nelle sue campagne militari. Era un programma molto semplice, ma complesso da attuare per la naturale conflittualità fra le città stato del Medio Oriente che rendeva la zona un bagno di sangue.
L’intenzione era quella di inglobare le nazioni vicine e orientali nella sfera di influenza dell’Egitto, farne stati cuscinetto contro eventuali invasori più lontani, eliminare la possibilità che potessero allearsi fra loro con scopi anti egiziani.
Appena salito al trono Thutmose I domò alcune ribellioni in Nubia (Kush) fino alla IV cateratta del Nilo, suddivise la regione in cinque distretti coordinati ognuna da un governatore o capo. Poi rivolse la sua attenzione all’Asia.


Riorganizzò l’esercito, codificò bene la formazione di squadroni di carri. In breve si trattava di leggere bighe trainate quindi da due cavalli, dotate di un auriga, di un combattente dotato di arco, frecce e lancia.
Il Faraone riuscì a vincere con gran successo dal Medio Oriente fino alla Mesopotamia toccando le rive dell’Eufrate. Nessun esercito egizio era mai arrivato così lontano.
Il regno di Thutmose II
Intorno al 1483 a.C. venne incoronato Thutmose II
Come avveniva quasi sempre all’intronizzazione di ogni faraone, la Nubia con il Regno di Kush tentò una ribellione. Il giovanissimo sovrano, forse più che adolescente, fece riportare l’ordine nella regione. Tutto attestato nella “Stele di Assuan” datata nell’anno 1, II Akhet 8 del faraone.
La stagione di Akhet era per gli egizi la prima dell'anno, quando le acque del Nilo ricoprivano le terre e andava da luglio a novembre.
Era seguita dalle stagioni a Peret (stagione della semina, da novembre a Marzo) e Shemu (del raccolto, dal 26 aprile circa al 23 agosto).
A questo primo intervento militare seguì una campagna minore in Sinai contro i beduini Shashu, prima tappa di una spedizione per riportare l’ordine in diversi territori fino all’attuale Siria.
In quest’ultima fase di quella campagna asiatica, dopo aver conquistato la città di Niy (vicina al fiume Oronte, in Siria settentrionale) e aver pure lui attraversato l’Eufrate, Thutmose si prese un momento di relax dopo i successi militari appena raggiunti e andò a caccia di elefanti.
Particolari su questa spedizione compaiono anche negli affreschi che compaiono nella tomba dell’ufficiale Ahmose Pennekhebet.
Alla figura di Thutmose II sono connessi due tra i più famosi regnanti dell’Egitto faraonico.
Sono Hatshepsut–La prima tra le nobili, quella che poi divenne la prima, incontrastata regina egiziana e Thutmose III, il più grande conquistatore dell’antica nazione del Nilo.
Hatshepsut e Thutmose III
Hatshepsut, figlia di Thutmose I e della Grande sposa reale Ahmose, era anche sorellastra di Thutmosis II. Come era costume delle dinastie egizie, alla morte del genitore, lei fu data in sposa al successore nonché fratellastro Thutmose II per garantire la stirpe divina e la purezza del sangue reale.
Quando restò sola sul trono per la morte del marito, regnò sul Paese per conto del figlio Thutmose III che in quel momento aveva solo due anni... anni dopo però non voleva dare al giovane faraone il dominio che gli spettava.
Fu una grande regina, molto forte, volitiva: per consolidare il suo potere arrivò a farsi ritrarre anche in pose e sembianze maschili, da faraone. Diede all'Egitto favolose costruzioni e un'amministrazione attenta, fruttuosa sviluppando i commerci anche con l'estero. Purtroppo, i nemici iniziarono a premere visto che le truppe egizie erano da tempo poco attive. Quando Thutmose III riuscì finalmente a strappare il trono ad Hatshepsut, questi iniziò campagne militari rapidissime, efficienti, di grande successo, ampliando come mai prima la sfera di influenza egizia.
Thutmose II morì prima dei 30 anni dopo una malattia che gli fu fatale. Pur avendo preso il piglio e la determinazione di chi lo aveva preceduto sul trono, non ebbe il tempo necessario per compiere le necessarie campagne militari né di avviare e realizzare molte edificazioni di templi, città, porti per l’approdo di navi commerciali, di attuare opere utili alla canalizzazione di acque per ampliare le aree a coltivazione.


Diversi dei suoi monumenti furono usurpati dalla sorellastra-moglie quando questa prese il potere alla sua morte. Questo faraone fece abbellire il tempio dinastico di Karnak e lì fece erigere una coppia di begli obelischi. Dopo, entrambi furono poi installati dalla regina Hatshepsut al centro del cortile dove sono stati fatti dei ritrovamenti: le fondamenta nelle sottostrutture del terzo pilone.
Infine una statua del sovrano è stata trovata durante un importante lavoro di restauro nell’ottavo edificio del Tempio di Karnak.
Oggi abbiamo la mummia di Thutmose II, il suo sepolcro e pochi altri oggetti.
I resti del corpo riportano danni provocati dai primi razziatori di tombe che cercavano gioielli.
Per esempio il braccio sinistro è spezzato con l’avambraccio tagliato di netto, il braccio destro troncato al gomito, la gamba destra mozzata e segni di squarci nel corpo come fatti con un’ascia o strumento tagliente per frugare dentro e trovare quei preziosi amuleti che in genere erano inseriti al posto di alcuni organi durante il rituale di mummificazione.
Inoltre le analisi di laboratorio hanno rivelato che il faraone morì quasi sicuramente per le conseguenze di una malattia: il corpo rende evidente che Thutmose era molto deperito, la pelle ricoperta di chiazze e cicatrici.
Resta la speranza di individuare almeno alcuni elementi del suo ricco corredo funerario, magari riportanti informazioni supplementari che ci raccontino di più sulla sua vita.
