Genitori sempre e comunque, senza distinzioni, ben definiti nei loro compiti e nel loro modo d’essere dal Codice Civile che nelle sue ultime definizioni non fa alcuna differenza tra figli, se direttamente generati dalla coppia o se adottati. Primo giugno, Giornata Mondiale dei Genitori il che vuol dire non solo mamma e papà, papà e papà, mamma e mamma, ma anche i nonni che lo sono stati prima genitori, ancora precedentemente i bisnonni. In pratica è la festa di tutti.
Da sottolineare che essere genitori è altrettanto difficile che essere persone civili, anzi, sono due aspetti che devono andare di pari passo, inscindibili.
E poi, la sola biologia non spiega il termine “genitore“ perché per esserlo a tutti gli effetti è necessario il sentimento. Quest’ultimo fa nascere il legame profondo con i figli ed entrambi, sentimento e legame, sono alla base di quel senso di responsabilità che si ha e si prova nei confronti dei figli.
La Giornata Mondiale dei Genitori/Parents' Day, istituita il 17 settembre 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un'occasione per sottolineare il ruolo fondamentale dei genitori e di chi si prende cura dei figli, di chi si occupa di crescere ed educare le generazioni future.
Con il tema “Crescere i Genitori”, la celebrazione di quest’anno sottolinea la necessità di sostegno sociale, istruzione e risorse per aiutare i genitori ad affrontare le sfide moderne e a crescere figli sani e resilienti.
Link ONU per la Festa dei Genitori 2025
La prima nazione che ha celebrato i genitori facendone una festa nazionale è stata la Corea del Sud nel 1973 al posto della Festa della Mamma all'8 maggio: ai genitori si regalano dei garofani. La tradizione è ancora più remota, agli anni 30 del 1900 quando si unì un'usanza delle comunità cristiane con quelle confuciane della Corea fondendo la festa della mamma a quella dei genitori.
Nella Repubblica Democratica del Congo questo evento che comprendeva lanche la celebrazione degli avi risale al 1979, decisa del presidente Mobutu che in questo modo sostituì la Festa di Ognissanti ritenuta retaggio del passato dominio coloniale.
Gli Stati Uniti invece l'hanno istituita nel 1994 fissandola per la quarta domenica di luglio.

All’articolo 29 della Costituzione italiana viene definita la famiglia (La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare).
Poi l’aggiornamento più recente, la legge Cirinnà del 2016, che definisce sia le convivenze di fatto, sia le unioni omosessuali, che nella società di oggi hanno un ruolo di rilievo.
Sulla famiglia consiglio questo articolo su come nacque la definizione riportata nella nostra Costituzione, la massima Carta della nostra società: Aldo Moro e i Costituenti, la “famiglia naturale” preesistente e autonoma rispetto allo Stato, non legata a dettami di qualsiasi natura.
Sempre richiamando Aldo Moro, “uno Stato non è pienamente democratico se non è al servizio dell’uomo… se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali esso integra la propria personalità”.
Costituzione – Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Solo accennando all’argomento, la Corte costituzionale ha più volte invitato il legislatore all’introduzione di una normativa affinché le coppie dello stesso sesso potessero formalizzare la loro unione. La Consulta (Corte costituzionale, sentenza 15 aprile 2010, n. 138) aveva già ammesso la valenza dell’unione omosessuale come formazione sociale costituzionalmente tutelata e “per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione. In tale nozione è da annoverare anche l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri. Si deve escludere, tuttavia, che l’aspirazione a tale riconoscimento possa essere realizzata soltanto attraverso un’equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio”.
In breve, è stato come un invito fatto al legislatore di essere più rapido ed efficiente nel disegno e nella codifica sulla famiglia, altrimenti si resta giuridicamente in termini incompleti nell’ambito doverosamente laico del Codice.
Il Codice Civile all’articolo 316 (innovato fino al Decreto Legislativo 28 dicembre 2013, n. 154 pubblicato in Gazzetta Ufficiale 8 gennaio 2014, n. 5) disciplina senza equivoci i compiti per i genitori: “Entrambi i genitori hanno la responsabilità genitoriale che è esercitata di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio”.
Dovere del genitore è proteggere, educare e istruire il figlio minore, curandone gli interessi.
Cade ogni distinzione fra fra figli nati nel e fuori dal matrimonio e con gli adottati. Quindi, non più figli “legittimi” e figli “naturali”, ma solo “figli”.
Certo, sempre che entrambi i genitori siano entrambi vivi e che entrambi abbiano responsabilità genitoriale (una volta definita potestà genitoriale) ancora attiva sui figli.
Genitori sempre e comunque, festeggiamoli tutti senza distinzione di sorta perché fa bene al cuore, all’anima, senza conflittualità, senza ergersi a paladini di nulla.
Poi ognuno farà della propria esistenza la concretizzazione dei propri valori, del proprio Credo, della propria Fede, delle proprie inclinazioni, così come garantisce la Costituzione Italiana, quindi senza mettere il dito o la lingua nelle altrui situazioni o scelte.













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