La frode è sempre dietro l’angolo, ancora di più nel fluido mercato del settore alimentare, a cominciare dalla frutta. Ed ecco l’ultimo episodio con arance egiziane che venivano fatte passare per “Tarocco rosso siciliano”. Luoghi della truffa due aree di servizio fra loro vicine lungo l’autostrada A19 Catania-Palermo. Il tutto è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di frode in commercio di cui è incriminato l’unico titolare delle due aree.
(immagine di copertina da guidasicilia.it)



Come sottolineato dal Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP, questo particolare agrume, questa arancia così colorato rosso scuro nella polpa, succoso, profumato e saporito, è coltivata nella parte orientale dell’isola, tra le province di Catania, Enna e Siracusa, nei territori che sono attorno e/o vicini al vulcano Etna. Di quest'arancia fanno parte le tipologie Moro, Tarocco e Sanguinello differenti tra loro dal colore della buccia a quello dell'interno.
“Con la Riforma delle IG i Consorzi hanno un ruolo ancora più fondamentale nelle attività di controllo e tutela del marchio, a garanzia dei produttori, ma soprattutto del consumatore”, ha sottolineato il Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP alla notizia del lavoro di una task force coordinata dalla polizia di Stato che ha interessato i punti di ristoro di alcune aree di servizio del Catanese.

L’intenzione dei truffatori era evidente, intercettare e truffare il grande flusso di viaggiatori fra Catania e Palermo aumentando il valore commerciale di quelle arance NON siciliane rendendole più appetibili alla clientela.
Va bene che l’Africa non è lontana dalla Sicilia, ma un prodotto è siciliano e ne rispecchia la qualità solo se nasce, cresce e viene raccolto in Trinacria.
“Vedere queste frodi in Sicilia ai danni di un prodotto di eccellenza siciliano fa ancora più male – dice Gerardo Diana, presidente del Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP – per questo dobbiamo ringraziare in questo caso il Compartimento “Sicilia orientale” della polizia Stradale, che ha coordinato i controlli, coadiuvati dal Noras del Corpo Forestale, dei medici del Dipartimento di prevenzione veterinaria-Servizio di Sanità pubblica veterinaria dell’Asp di Catania e dei tecnici del Dipartimento di prevenzione-Spresal, dell’Ispettorato territoriale del Lavoro e dell’Agenzia delle Dogane, ricordando anche il lavoro quotidiano dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) e del Comando dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare. Azioni come questa, sempre più frequenti, sono a garanzia del lavoro delle centinaia di aziende che con sacrificio realizzano il prodotto di qualità, ma anche del consumatore finale stesso, perché più il prodotto è famoso come nel caso dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP, più si presta a contraffazioni e illeciti”.
Nel corso di ogni anno gli agenti vigilatori del Consorzio portano avanti centinaia di controlli tutelando l’Arancia Rossa di Sicilia IGP e tutta la filiera di una Indicazione Geografica che, oltre a essere sinonimo di qualità del prodotto, è anche un elemento di conferma del lavoro che i produttori svolgono nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio che rappresentano. Questa sorveglianza della filiera è di grande protezione per tutta la filiera.
Controlli che sono proseguiti anche nel 2025 ed è proprio di qualche giorno fa la scoperta da parte degli agenti del Consorzio di una spremuta venduta in una catena di supermercati nazionali con l’indicazione “Arancia Rossa di Sicilia”, ma non autorizzata all’utilizzo della Indicazione Geografica da parte del Consorzio.
Grazie all’azione degli agenti vigilatori del Consorzio anche in questo è stata prevista una sanzione per l’azienda.

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