Circa 53 anni di storia di famiglia nelle viticoltura, nella cura di vigneti e nella creazione di ottimi vini, dal Chianti Classico all Vino Nobile di Montepulciano fino al Brunello di Montalcino fino a conquistare il secondo posto al leQUOTABILI 2020 di Pambianco. Dai dieci ettari scelti nel 1967 dai due amici che iniziarono questa avventura, all’oggi con la Carpineto grandi vini di Toscana (link) che conta su 200 ettari vitati per oltre 500 chilometri complessivi di filari, coltivati in maniera sostenibile e neutrale all’impronta del carbonio.

Nel corso di questo mezzo secolo abbondante fatto di tante cure, tanto lavoro e sperimentazioni di gusto, ai due fondatori, Giovanni Carlo Sacchet, pugliese, Antonio Mario Zaccheo, veneto, si sono aggiunti anche figli e nipoti.
Al loro inizio, Sacchet e Zaccheo erano ventenni, investirono i loro risparmi in quei dieci ettari dopo aver fatto amicizia proprio davanti a un bicchiere di Sangiovese.
Oggi la Carpineto conta su cinque tenute nei luoghi più tipici e belli della Toscana, da Montepulciano a Montalcino, dal Chianti Classico alla Maremma.

Onore a tanto merito e alla tanta dedizione viene pure dai risultati di vendita all’estero, anche in questo periodo di pandemia Covid-19: l’azienda continua a inviare il suo prodotto in più di 70 Paesi del mondo con vini divenuti icona delle più prestigiose DOCG della Toscana e sempre pluripremiati.

Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo hanno saputo prevedere nel tempo tenendo sottocchio il mercato, sono da sempre grandi innovatori nelle tecniche pur rimanendo ben saldi nella tradizione vinicola, atteggiamento che è stato tramandato alle nuove generazioni (nella foto di copertina di questo articolo), Caterina Sacchet, enologa, Elisabetta Sacchet, Francesca Zaccheo e Antonio Michael Zaccheo, con Anton Robert, appena ventenne e appena entrato in azienda.
Tutti hanno continuato a sperimentare e, come tengono a sottolineare, “nel rispetto dei grandi valori storici della Toscana e di una qualità mantenuta su standard molto elevati, con l’obiettivo di tutelare l’essenza dei vini e l’ambiente di cui sono espressione e identità“: all’interno dei terreni aziendali, uliveti e vigne assorbono il 26 per cento in più di carbonio rispetto alle emissioni dei processi produttivi.
I componenti delle due famiglie hanno sempre puntato e puntano all’eccellenza del prodotto, quindi attento controllo, cura dei vari processi in tutte le loro fasi, qualità innanzitutto e, naturalmente, sono arrivati prestigiosi riconoscimenti internazionali. Ci sono i requisiti per una quotazione in Borsa.
“Ecco perché Carpineto – rimarcano dall’azienda – ha conquistato il secondo posto, dopo Sassicaia e prima di Berlucchi, de leQUOTABILI 20 (link) di Pambianco, 15a edizione”, Premio che è andato in onda via web da Palazzo Mezzanotte sede della Borsa Italiana, evento che quest’anno, per la prima volta, ha introdotto la categoria WINE e la sezione “Small Cap” (aziende con fatturati inferiori ai 50 milioni di euro).
La classifica è stilata annualmente da Pambianco prendendo in esame i bilanci delle aziende non quotate dei settori di riferimento e ordinandole in una graduatoria secondo il modello di valutazione della “quotabilità” sulla base di otto parametri:
- crescita % (2019-18-17);
- indicatore ebitda (margine operativo lordo) % medio (2019-2018-2017);
- notorietà del marchio;
- dimensione;
- export;
- controllo della distribuzione;
- indebitamento;
- fascia di mercato (alta, media, bassa).
“Una classifica e una pubblicazione che – rimarca David Pambianco, amministratore delegato di Pambianco Strategie di Impresa – è considerata un punto di riferimento importante per gli operatori dei settori analizzati. Quest’anno, inoltre, abbiamo voluto ampliare la ricerca andando ad analizzare anche le small cap, raccolte in ranking dedicati. Questa innovazione vuole ulteriormente valorizzare la capacità del nostro Paese di dare spazio anche a aziende che, seppur piccole in termini dimensionali, sanno esprimere eccellenza e carattere”.

