Leggenda dal Brasile: Curupira, capelli di fiamma, difensore della natura in Amazzonia, uccide chi danneggia le foreste e va a caccia

Curupira, un mitico “ambientalista” dai metodi cruenti. Lo spunto che mi ha stimolato a raccontare questa leggenda dal Brasile mi è venuto osservando le puntate della prima serie de “La Città invisibile” su Netflix.

La contrapposizione che sta alla base del racconto televisivo è quella tra la povera popolazione che sta ai margini della riserva di Vila Torè non lontano da Rio de Janeiro e un grande costruttore che vorrebbe costringerli a vendere le loro case per poi realizzare il suo grande piano edilizio. Il tutto condito da misteriosi omicidi.

Tra questa gente e l’avido affarista si frappone Curupira che con altri dei-personificazioni leggendarie degli elementi naturali, protegge il territorio e i i suoi abitanti. Affiorano così creature mitologiche che vivono nascoste tra la popolazione, donne e uomini-mito che sono la possibile chiave per svelare il passato del protagonista, Eric, un agente della Polizia Ambientale.

Queste figure leggendarie vivono per le strade della città, sono al momento divinità decadute. Tra loro c’è chi si trova tra i senzatetto, tra gli ultimi, sono degli sbandati… ma la situazione li risveglierà in pieno. A complicare il tutto è una potente maledizione che riprende vita già dalla prima puntata.

Quindi, gli dei o semidei: Inês, la Cuca, una sorta di strega-farfalla, potente incantatrice, personaggio di spicco nelle credenze brasiliane; Camila la sirena, splendida donna finché non si tuffa nel mare, capace di ammaliare chiunque con la sua voce; Tutu, un omaccione barbuto mutaforma che prende le sembianze di un mostruoso cinghiale; Saci Pereré o brevemente, Saci, il ragazzo senza una gamba, padrone del vento, capace di scomparire e viaggiare in vortici di sabbia; Manaus, l’uomo che muta sembianze in delfino d’acqua dolce. Tutti hanno storie più o meno violente nel loro lontanissimo passato. Giunti alla fine -tragica- delle loro remote esistenze, sono stati “rimodellati” magicamente dal potere della grande foresta.

I più curiosi possono godersi “La Città invisibile”, poliziesco incrociato con vicende antiche e misteriose, omicidi e magia, sintonizzandosi sul noto network televisivo online.

Curupira, capelli di fiamma, piedi girati al contrario, protettore della natura

È una nota figura leggendaria citata per la prima volta in scritti spagnoli dal sacerdote gesuita José de Anchieta, nato il 19 marzo 1534 a San Cristóbal de La Laguna, nelle Canarie, a poca distanza dalla capitale Santa Cruz de Tenerife. Il gesuita, giunto nelle terre del Brasile, parla di Curupira come parte dei tanti demoni che hanno sempre popolato le foreste sudamericane, molto temuti e raccontati dagli indigeni:

“… attaccano più volte gli indiani nella boscaglia, li frustano, li feriscono e li uccidono. Ne sono testimoni i nostri fratelli, che a volte vedevano i morti”, descrive il sacerdote in un suo scritto.

Il nome Curupira o Kurupira, racchiude diversi significati, da “corpo di bambino” indicandone quindi le piccole (ma rabbiose) dimensioni, a “ricoperto di pustole” o “pelle di scabbia“. La versione scelta dal telefilm non è indicata con chiarezza, ma il personaggio, nei suoi momenti di forza e di azione, è rappresentato con corpo massiccio, robusto, una testa coronata di fiamme, vendicativo. Nella serie televisiva si fa capire che è diventato così come reazione rabbiosa alla strage dei nativi e della sua famiglia, omicidi perpetrati da affaristi e spietati personaggi che intendevano sfruttare le ricchezze nascoste nella foresta brasiliana.

Tornando però agli antichi racconti, questa creatura mitologica sarebbe stata già attiva prima dell’arrivo dei portoghesi e degli spagnoli.

Un punto fisso della sua descrizione è che ha i piedi girati al contrario rispetto a un normale essere umano (talloni in avanti e dita all’indietro), cosa che, secondo le leggende, avrebbe sempre complicato seguirne le tracce nell’intrico delle foreste. Estremamente forte, molto curioso, spietato, capelli di un rosso vivo o di fiamme. A volte lo si vedeva (o lo si vede ancora?) a cavallo di un mostruoso cinghiale.

Secondo gli antichissimi racconti, Curupira non mancò mai di colpire gli indigeni nel nord del Brasile, specialmente in Amazzonia e nel Pará, area nord-orientale del Paese, ogni qual volta questi violarono le foreste per andare a caccia o per danneggiare/abbattere alberi. Ogni tentativo di penetrare nella foresta vedeva immediatamente la reazione violenta di Curupira che uccideva tutti i profanatori.

Quest’essere faceva in modo tale che i malaccorti perdessero l’orientamento e la pista da loro seguita. Seguiva cacciatori e taglialegna prima di attaccarli: urlava e fischiava continuamente da ogni direzione per confonderli e accrescere in loro il senso di terrore. Le vittime non riuscivano più a uscire dall’intrico della vegetazione rimanendovi prigionieri in eterno… sempre che Curupira non li uccidesse all’istante.

Per tenerlo calmo e tentare di avere salva la vita, le popolazioni che dovevano attraversare aree boschive gli lasciavano offerte, soprattutto tabacco e cachaça, un’acquavite dell’area brasiliana ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero, prodotti che l’essere mitologico gradiva fortemente (qui in basso, “Curupira guardando una ragazza che dorme, O Curupira – Lenda Amazônica – Brasile, di Manoel Santiago, 1926).

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Alessandro Gianesini ha detto:

    Dev’essere in letargo, ultimamente… 😓

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Direi proprio di sì, oppure si è stufato per il superlavoro 😄

      Piace a 1 persona

      1. Alessandro Gianesini ha detto:

        Non me la sento di escludere nemmeno questa ipotesi: sciopero! 😅

        Piace a 1 persona

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