I Carabinieri TPC restituiscono ai discendenti di una famiglia ebrea un dipinto del 1600 rubato dai nazisti nella Francia del 1944

“Loth avec ses deux filles lui servant à boire” dipinto a olio su tela dell’artista francese Nicolas Poussin (Les Andelys 1594 – Roma 1665), noto in Italia come Niccolò Pussino. Quest’opera si inserisce nel tragico quadro della repressione, saccheggio e sterminio perpetrato dai nazisti contro il popolo ebreo nei territori controllati durante la Seconda Guerra Mondiale. I Carabinieri TPC-Tutela Patrimonio Culturale hanno ritrovato il prezioso olio e lo hanno riconsegnato ai proprietari discendenti di quella famiglia ebrea colpita e poi derubata del dipinto nel 1944.

Come si è scoperto alla fine delle indagini, la tela razziata dalle truppe di occupazione naziste si trovava in provincia di Padova nella casa di un antiquario milanese.

Da tempo scrivo su queste vicende e so bene che tipo di lavoro di ricostruzione, di ricerca documentale ci sia dietro a fatti del genere, eventi che nel lontano passato hanno colpito il patrimonio culturale custodito da famiglie e da musei di tante nazioni.

La guerra ha calpestato tutto e forze spietate hanno depredato (e depredano nei conflitti odierni) in pieno stile barbaro. Subito dopo sono entrati ed entrano in scena gli sciacalli, coloro che vogliono fare affari su quanto razziato-rubato, ma appaiono pure gli “incauti acquirenti”, quelli che sborsano denaro senza avere reale coscienza di quel che stanno acquistando.

È una galassia molto complessa, ampia, fatta di figuri dalle varie nature e diversamente complici.

In questo caso ci sono voluti 77 anni di ricerche che hanno attraversato momenti altalenanti, tra grandi accelerazioni nell’operazione a momenti di stanca.

Indagini complesse che hanno dovuto far luce nel buio caos di quel periodo conclusivo del secondo conflitto mondiale e nei decenni successivi. Si è dovuto letteralmente scavare nelle rotte del traffico clandestino delle opere culturali, oltre a monitorare la situazione in mostre ed eventi di settore. Azioni che, grazie ai nostri carabinieri, hanno dato il loro frutto in questi ultimi anni fino alla felice conclusione di questi giorni.

Come sottolineato dai militari dell’Arma,l’indagine era stata avviata il 25 maggio 2020 quando gli aventi diritto, una novantottenne svizzera e un sessantacinquenne americano, tramite il loro legale italiano, avevano denunciato il furto dell’opera, delle dimensioni di 120×150 centimetri, consumato a Poitiers (Francia) dalle truppe di occupazione tedesche nell’abitazione dei loro avi ebrei tra febbraio e agosto del 1944”.

L’operazione è stata portata avanti e conclusa dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza.

Quello che è emerso dalle indagini fino al ritrovamento del dipinto

I primi accertamenti hanno permesso di verificare che dal 22 febbraio 1946 le vittime avevano iniziato le ricerche delle opere rubate in Francia dai nazisti per trasferirle in Germania.

Allertata e incaricata di queste ricerche era stata la Commission de Récupération Artistiquee consegnando un inventario in cui figurava anche il dipinto di Poussin.

Nel 1947 quest’opera d’arte fu inserita nella pubblicazione “Répertoire des biens spoliés en France durant la guerre 1939-1945”, pubblicato tra il 1947 e il 1949 dal Bureau Central des Restitutions (Gruppo francese del Consiglio di controllo del Comando francese in Germania – Direzione generale dell’economia e delle finanze – Divisione riparazioni e restituzione).

Durante le indagini è emerso che nel 2017 il bene era stato importato in Italia dalla Francia da un antiquario emiliano, che lo aveva poi esportato temporaneamente in Belgio per una mostra-mercato a Bruxelles.

Il cammino delle investigazioni porta poi al 2019. In quell’anno il dipinto era nelle mani di un antiquario milanese che lo aveva esportato in Olanda in occasione della fiera-mercato internazionale di Maastricht.

Proprio quell’occasione rappresentò lo spunto per rintracciare con precisione il dipinto rubato e capire chi lo teneva illecitamente nella sua collezione. Infatti, alla mostra di Maastricht l’opera attirò l’attenzione di un esperto d’arte olandese residente in Italia: il professionista riconobbe il dipinto come uno di quei beni culturali presenti proprio nel “Répertoire des biens spoliés en France durant la guerre 1939-1945”.

A quel punto ogni tappa ha portato gli investigatori a localizzare il prezioso dipinto e a sequestrarlo: era custodito in provincia di Padova, nell’abitazione dell’antiquario milanese.

Dopo 77 anni di ricerche, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, organo giudiziario che ha diretto le indagini, ha così stabilito il “ritorno a casa” dell’opera restituendola finalmente ai legittimi proprietari.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...