“Visitazione di Maria”, opera del pittore goriziano Francesco Caucig (1755-1828), una pala d’altare portata via per metterla in sicurezza insieme ad altre opere nel 1916 da Palazzo Coronini a Gorizia, ma poi sparita. È stata ritrovata dai Carabinieri TPC-Tutela Patrimonio Culturale in galleria d’arte di Roma che l’aveva posta in vendita per conto di un cliente. L’opera sarà restituita proprio oggi, 20 maggio 2021, al dottor Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia, affiancato da Enrico Graziano, direttore della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg (link) e dalla dottoressa Simonetta Bonomi, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia.


Quel che sto notando è come questi ritrovamenti stiano avvenendo a ritmo sempre più serrato, segno che le indagini e anche i moderni sistemi di ricerca stanno dando i loro frutti insieme a procedure più snelle, comprese quelle che prevedono il contatto con organi di polizia e giudiziari europei ed extraeuropei.
Mi viene subito in mente, anche attraverso quanto mi venne raccontato dai protagonisti di queste indagini da veri cacciatori di tesori culturali rubati all’Italia, quanto fosse complicato, farraginoso, quasi impossibile ogni recupero portato avanti tra gli anni 60 e gli anni 90 del 1900, cosa che portò poi alla nascita di protocolli internazionali e convenzioni.
Nel caso di oggi si tratta di un’opera scomparsa, di grandi dimensioni, 213 centimetri per 126,5 centimetri, dipinto appunto di Francesco Caucig, considerato uno dei protagonisti del Neoclassicismo europeo. Il ritrovamento assume poi un valore del tutto speciale oggi visto il ruolo di Capitale Europea della Cultura che Gorizia e Nova Gorica ricopriranno nel 2025.
Anche l’autore del dipinto riassume in sé diverse identità culturali. Caucig era pittore di famiglia slovena, ma di cultura e formazione italiane e, come sottolineato dalla Fondazione Coronini, riuniva e rappresenta la varietà di culture, lingue e nazionalità che per secoli è stata un tratto distintivo dei goriziani (foto qui in basso, Palazzo Coronini a Gorizia – foto Fondazione Palazzo Coronini Cronberg).





La sparizione della pala d’altare durante la Prima Guerra Mondiale
In realtà le opere sparite erano due, entrambe dipinte da Francesco Caucig.
Come raccontato dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, nei primi anni del Novecento l’opera, appena ritrovata e oggi in restituzione a Gorizia, apparteneva alla nobile famiglia Coronini. L’ultimo esponente era il Conte Guglielmo Coronini Cronberg morto a Vienna nel 1990 determinando l’estinzione di uno dei casati più antichi di Gorizia.
Secondo il racconto della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, sembra proprio che i Coronini, conti del Sacro Romano Impero, abbiano una storia molto lunga risalente al X secolo. Proveniente da Bergamo, a Gorizia giunse Cipriano il Vecchio, in pieno XVI secolo. Nel 1548 questo antico personaggio ebbe riconosciuto feudo, titolo e stemma dall’Imperatore Ferdinando I d’Asburgo.
Molti secoli dopo, nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, Gorizia fu conquistata dal Regio Esercito.
Come conseguenza, un reparto speciale guidato dal giovane tenente goriziano Emilio Mulitsch ebbe l’incarico di recuperare e mettere al sicuro nel corso del conflitto i beni storico-artistici e librari rimasti nelle residenze abbandonate dai privati.
Tra questi beni da mettere al riparo lontano dal teatro dei combattimenti, quelli che si trovavano a Palazzo Coronini.
Le opere d’arte e il patrimonio culturale in genere, furono restituiti nel 1919, ma nell’inventario e nel carico che tornò a Gorizia risaltarono delle assenze. Mancavano, appunto, i due dipinti di Francesco Caucig.
Il racconto dei Carabinieri TPC mette in evidenza come all’epoca, il Conte Carlo Coronini, proprietario del Palazzo, si rivolse alla Sezione Belle Arti del Regio Commissariato per la Venezia Giulia, a Trieste, per denunciarne la scomparsa e chiedere che venissero effettuate ricerche a Roma e a Firenze, città dove, dal 1917, avrebbero potuto trovarsi i beni Coronini.
Nei mesi successivi, il Commissariato effettuò indagini fra le Gallerie di Firenze, Roma e nei Musei di Venezia ma, come venne risposto a Carlo Coronini nel marzo 1920, nulla fu trovato. I due dipinti erano spariti.
Le due opere di Francesco Caucig non furono mai restituite e non se ne ebbe più alcuna notizia fino a fine 2020 e solo per uno dei due.
Il recente ritrovamento e la conclusione della vicenda
Solo lo scorso dicembre, a quasi 105 anni dalla scomparsa delle due opere, è arrivata una segnalazione che riguardava la pala d’altare “Visitazione di Maria”, ritrovata nell’ambito del mercato antiquario.
Ad avere l’imbeccata è stata la dottoressa Cristina Bragaglia, storica dell’arte della Fondazione Coronini.
Il meccanismo di ricerca e verifica si è subito messo in moto. Già da tempo, grazie ad alcuni documenti dell’Archivio Storico Coronini, era stata ricostruita la complessa vicenda in cui erano coinvolte le opere scomparse. In questo modo sono stati cercati e trovati altri documenti nell’archivio della Soprintendenza, carte che dessero altre prove e avvalorassero la storia dei dipinti scomparsi. Un’opera di ricerca che ha visto l’azione preziosa della dottoressa Claudia Crosera, funzionaria e storica dell’arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Friuli Venezia Giulia di Trieste.
Grazie all’intervento della Soprintendente, la Fondazione Coronini ha potuto presentare una richiesta di accertamenti trasmettendo la necessaria documentazione ai Carabinieri del Nucleo TPC di Udine.
I militari del Reparto specializzato, che da aprile 2016 operano in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige, guidati dal Maggiore Lorenzo Pella, hanno individuato la pala d’altare in una galleria d’arte di Roma, in vendita per conto dell’attuale possessore, persona che non aveva idea dell’effettiva storia e proprietà della tela.
La conclusione e il risultato delle indagini, in collaborazione con il Nucleo TPC di Roma e con la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio capitolina, sono state trasmesse alla Procura della Repubblica di Roma che ha emesso un decreto di sequestro della pala d’altare nell’ambito di un procedimento penale aperto contro ignoti.
Il provvedimento è stato eseguito lo scorso mese di marzo 2021. Il dipinto, dopo il dissequestro e avviata la restituzione alla Fondazione Coronini, è stato trasportato a Gorizia e collocato all’interno della cappella di Palazzo Coronini.
Beh, meglio tardi che mai! 😀
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😄😂 chissà per quante mani è passata in oltre un secolo. Comunque era a Roma
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Sotto casa tua? 🙄
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Sotto casa mia non sarebbe rimasto a lungo, la avrei portata in casa 😀 😀
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🤣
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