L’andamento già non favorevole del mercato e della conduzione delle aziende durante la Pandemia Covid-19 avevano già messo in crisi il settore. Al tutto si è aggiunto il fenomeno recente delle gelate tardive che ha colpito duramente anche il settore dell’Ortofrutta. La presa di posizione dell’Alleanza cooperative Agroalimentari era inevitabile. In più, si aggiunge il nodo della riduzione dei prodotti fitosanitari.
Come per tanti altri settori legati alla terra, alle colture italiane, non posso dare torto a una critica per sostegni che sono giudicati insufficienti. Basta solo un conto matematico messo in risalto proprio dalla rappresentanza delle cooperative:
- perdite economiche stimate in 862 milioni di euro solo per la frutta estiva;
- Fondo di solidarietà nazionale nell’ultimo Decreto Sostegni-Bis, finanziato con 105 milioni.
“Le gelate tardive – ha esordito Davide Vernocchi, coordinatore dell’Alleanza cooperative Agroalimentari – hanno avuto impatti devastanti su tutte le colture e su tutti i maggiori bacini produttivi nazionali, con perdite economiche stimate in 862 milioni di euro solo per la frutta estiva. Il bilancio purtroppo è destinato ad aumentare, considerati i danni ancora da quantificare e che saranno ingentissimi per alcuni frutti autunnali, come pere e kiwi. Ad essere colpite sono state le aree che già lo scorso anno avevano subito le gelate e che per il secondo anno consecutivo si sono trovate a far fronte a ingenti perdite economiche”.

Sulla dotazione di 105 milioni al Fondo di Solidarietà, lo stesso Vernocchi sottolinea come “non è affatto adeguata e proporzionata all’ammontare dei danni provocati”, auspicando che il Parlamento provveda a rimediare in fase di conversione.
A tal riguardo in un incontro del Coordinamento del settore ortofrutticolo di Alleanza cooperative al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, Davide Vernocchi ha invitato Francesco Battistoni sottosegretario del Mipaaf ad approfondire, nell’ottica di un possibile miglioramento del Fondo di solidarietà, il sistema assicurativo spagnolo che riesce a offrire risposte più efficaci e tempestive ai produttori ed è considerato oggi per tutta la UE un modello di successo.
Un altro nodo da sciogliere: come ridurre del 50% l’uso di prodotti fitosanitari entro il 2030
Durante la riunione con il sottosegretario Battistoni, l’Alleanza ha poi espresso tutte le proprie preoccupazioni rispetto all’impatto sul comparto ortofrutticolo della strategia Farm to fork, ribadendo come “l’obiettivo di riduzione del 50% entro il 2030 dei prodotti fitosanitari previsto dalla strategia dalla Commissione, definito senza alcuno studio di impatto a livello europeo, possa compromettere la redditività di alcune colture e filiere ortofrutticole italiane, anche in considerazione del fatto che la ricerca di metodi alternativi sia di fatti un processo molto lento”.
“Il tema della sostenibilità ambientale – ha sottolineato il Coordinatore ortofrutticolo dell’Alleanza – deve essere coniugato con la sostenibilità economica e la competitività dei produttori, considerando con la dovuta attenzione la realtà economica globale in cui essi operano e nella quale vi è un rischio elevatissimo di veder aumentate le importazioni di prodotti provenienti dai Paesi Terzi che hanno impegni e requisiti di sostenibilità di gran lunga inferiori. Il tema della reciprocità diventa pertanto fondamentale”.
Rivolgendosi al sottosegretario, Davide Vernocchi ha fatto una precisa richiesta, quello che lo stesso ministero metta a punto un adeguato periodo di transizione. Inoltre sarà necessario “fissare obiettivi realistici di riduzione dell’uso delle sostanze attive, all’interno di un quadro normativo chiaro che includa la revisione del PAN (nota: Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) e la definizione di strumenti specifici ed incentivi adeguati in grado di promuovere una transizione equa, riconoscendo premi agli investimenti e ricompense per i produttori che aumenteranno le loro prestazioni ambientali”.