Il 9 giugno ha significato per me la seconda e, per adesso, ultima tappa della vaccinazione per il Covid-19. Avrei dovuto farla il 26 maggio, ma per volontà delle autorità nazionali e, nel mio caso, di quelle laziali, l’appuntamento è scivolato più avanti (link a precedente mio articolo con mie considerazioni). Devo sottolineare che la concentrazione di nuovi cittadini da vaccinare con quelli che dovevano farsi somministrare la seconda dose, in alcuni momenti ha portato ad affollamenti non proprio indicati in fase di pandemia ancora in atto.
In breve, il divieto di assembramento è stato un po’ complicato da rispettare, con buona pace degli sforzi continui da parte degli instancabili operatori sanitari e, in primis, dei prodi volontari della Protezione Civile all’esterno della Nuvola a Roma Eur. Il problema vero è stato proprio prima dell’effettivo ingresso nella struttura. Le immagini che inserisco qui sotto illustrano con chiarezza.
Inoltre, sempre Alla Nuvola di Fuksas dove sono andato a farmi somministrare la mia seconda dose del vaccino Comirnaty della Pfizer-BioNTech, è andato in tilt il sistema computerizzato finale che stampava tutti i dati della vaccinazione appena avvenuta: lo scorso 5 maggio 2021 un foglio A4 era stato stampato con i miei dati e quelli completi sulla vaccinazione, iniezione al deltoide sinistro, numero della vaccinazione autorizzata, 0,45ml la somministrazione da flaconcino capace di 5/6 somministrazioni, da confezione con 195 flaconcini, il numero del lotto di produzione e la scadenza del prodotto.
Questa volta niente stampato, ma se qualcuno ne aveva bisogno come giustificativo per l’assenza dal lavoro poteva ottenerlo mettendosi in fila: un paio di operatori lo scrivevano a mano riempiendo gli appositi spazi per nome, codice fiscale e data. Certo, due sole persone per quei tanti che avevano bisogno del modulo, non è stato – e non è – proprio il massimo. Qui in basso un paio di immagini sull’ultima sala d’aspetto post vaccino e su una parte della fila per il foglio certificatore di giornata compilato a mano.
La quindicina delle altre postazioni in ultima sala erano sì occupate da personale a lavoro, ma tutti gli operatori erano intenti a riportare sui terminali i dati dai moduli gialli con avvenuta vaccinazione. Il mio sospetto è che il sistema non sia andato in tilt, ma l’ondata e l’accavallamento tra nuovi vaccinati e secondi vaccinati, ha costretto a stravolgere il sistema di lavoro per aggiornare il fretta il database informatico.
Da lì – presumo sia stato frutto di una decisione – il non stampare più il modulo riassuntivo della giornata, quello che prima era consegnato a ogni persona.
Se allungare i tempi tra prima e seconda somministrazione ha portato ad avere una più larga disponibilità di dosi nel tempo, dall’altra sta determinando l’accavallarsi di due ondate: una, quella dell’accelerazione delle prime vaccinazioni; dall’altra, l’inevitabile presentarsi di chi deve ultimare il ciclo vaccinale, persone di cui – forse – era meglio liberarsi in tempi più brevi completando il ciclo a 21 giorni (Pfizer) tra prima e seconda iniezione… come da originarie disposizioni.
A parte questo, il resto dell’organizzazione è sempre stata impeccabile. All’accettazione in uno delle prime dieci postazioni con terminali, ti viene assegnato un numero e una pratica riassunta in un foglio giallino. Poi, ci si va a sedere in sala d’aspetto – prima sezione del grande salone principale – attendendo che il proprio numero venga chiamato.
Dopo si passa in una seconda sezione, a colloquio con un operatore sanitario con domande del tipo se stai bene, se ci sono stati problemi – e quali – dopo la prima dose, se sei stato in contatto con persone affette da Covid, se soffri di particolari allergie, se prendi cortisonici, se stai seguendo una terapia antitumorale ecc.
Con il via libera si passa alla terza pozione del salone, quella della vaccinazione vera e propria.
Per quanto mi riguarda, ho avuto appena il tempo di togliermi la camicia in modo da scoprire il deltoide sinistro. L’operatrice sanitaria mi ha subito infilzato la spalla con la siringa e ha spinto lo stantuffo. Neppure il tempo di realizzare e di accorgermene.
Ultima sezione del salone, quella di attesa post vaccino: prima di tutto i 15 canonici minuti che avrebbero dovuto essere seguiti dalla consegna del modulo con tutti i dati della somministrazione del vaccino Comirnaty Pfizer-BioNTech.
Per adesso l’avventura è finita. Addio alla Nuvola, ma un arrivederci al vaccino visto che, a quanto pare, da gennaio 2022 si ricomincerà con i richiami iniziando dalle categorie di persone più deboli.