Sono anni che seguo Macroscopic Solutions, realtà venuta alla ribalta per le sue immagini che riguardano il piccolo, l’infinitamente piccolo. Un’azienda che si occupa di sistemi per la ripresa e la fotografia particolareggiata che va oltre l’uso dei microscopi fortemente limitati nella profondità di campo, nella resa dei colori e nel migliore interfacciamento con gli otturatori di macchine fotografiche e di videoripresa. Così l’invisibile vicino si svela in ogni suo aspetto.
Immaginate gli splendidi scatti naturalistici di fotografi che avvicinano al nostro occhio scene da mari, savane, foreste, deserti, una capacità di emozionare fissando momenti di vita animale e vegetale senza invadere il loro ambiente. Tutti ne godiamo ampiamente stupendoci di continuo – consiglio gli spazi web di Manuel Chiacchiarelli (link personale) e il suo Inerro.Land (reportage fotografici dalla Svezia e non solo)–.
Su quanto invece sto raccontando e illustrando in questo articolo, vi dico subito di ribaltare la prospettiva rivoluzionando anche la tipologia di soggetti che vengono catturati dall’obiettivo.
… Stanno sulla nostra pelle, dentro il legno di un nostro mobile, tra le fibre di un tappeto, ma c’è anche la quotidianità degli oggetti e delle cose. Ad esempio, il semplice gocciolare dell’acqua da un rubinetto svelando le forme date al fluido dalla forza di gravità, dalla tenuta fisica delle molecole e da tutti quegli elementi che fanno separare l’acqua in maniera particolare. Si fa presto a dire “goccia“.
Siamo così abituati alla normalità di quanto ci circonda che non ci rendiamo conto di quanto questa abbia da svelarci osservandola molto da vicino.
Macroscopic Solutions (link) ha realizzato il suo sistema su quella che ha chiamato tecnologia Macropod, perfetta per rendere forme, colori, tridimensionalità. Una scoperta rinnovata per i nostri occhi e per la nostra mente di umani curiosi. Soluzione molto utile da un punto di vista pratico per lo studio e la divulgazione, indirizzata a scienziati ed educatori.
Immaginatevi di avere un faccia a faccia con una mosca: vi stupirebbe assai. Anche con un cosiddetto “Grillo del cespuglio” o “Cavalletta dalle lunghe corna”, oppure con un Tafano bovino che si nutre del sangue di tori e vacche mordendone la pelle.
Vi posso assicurare che anche la visione di una tipologia di “insetto stecco” sorprende in pieno: in particolare la Diapheromera femorata mentre esce dal suo uovo, insetto tipico delle foreste di latifoglie nel Nord America, che da adulto è capace di raggiungere la lunghezza di 75 millimetri per i maschi e di 95 millimetri per le femmine. La fuoriuscita dall’uovo sembra quasi richiamare alcuni dei film della serie “Alien”. Nel caso reale dall’immagine di Macroscopic Solutions, l’insetto ha già molto del suo aspetto da adulto… a differenza del parassita-predatore alieno.
Tra le visioni dal piccolo e invisibile ci sono immagini di particolari che riguardano i rettili, come l’inquadratura dell’occhio di un Boa delle sabbie, l’impianto oculare di un Geco o l’ingrandimento della pelle lasciata da un serpente dopo la muta (foto qui in basso).
Le foto che più rendono lo spettacolo della “ingegneria naturale” per il mondo degli uccelli riguardano viste ravvicinate sulle penne, a prescindere dalle specie.
Anche la coda di un topo di campagna, vista con grande ingrandimento, può sembrare ugualmente aliena.
Prendendo una pausa dal mondo animale, anche i manufatti umani sorprendono durante una visione particolarmente ingrandita come nella galleria foto sottostante. Nell’ordine:
- una bustina di tè;
- seconda e terza immagine sui contatti di una cartuccia di inchiostro per stampante HP;
- quarta foto, sezione delle piste in rame di un circuito stampato (sezione trasversale e dorsale di un pezzo di RAM per computer);
- quinta e sesta foto una perlina in vetro turchese del XVII secolo vista d’insieme e poi con forte ingrandimento di un particolare – New York orientale, Collezione Cook;
- a seguire, la settima e ultima immagine che ritrae la punta di una biro con il particolare della sfera e dell’inchiostro blu che la unge (è fatta così la punta della vostra penna a sfera che scorre sulla carta tracciando le lettere da voi scelte).
E il mondo vegetale? Non lo escludo di certo, anche se qui unisco tipologie che insieme non dovrebbero stare. Osservate e sorprendetevi.
A questo punto concludo con una visione mista che parte da minerali e fossili, ma non riguarda solo questi.
Ecco la lista (come tutte le immagini di questo articolo sono scatti di Macroscopic Solutions):
- si comincia con il particolare di un’Agata blu;
- seconda foto, un cristallo di Citrino a goccia, varietà di quarzo il cui colore varia dal giallo paglierino al marrone a causa delle impurità ferriche;
- a seguire, nella terza foto, le ali dispiegate di Neurobasis Chinensis, una specie di libellula della famiglia Calopterygidae;
- quarta immagine tutta per un primo piano del bruco di Heterocampa biundata, l’eterocampa foderata ondulata, una specie di falena nella famiglia Notodontidae;
- e ancora, quinta foto che inquadra il particolare di un osso di Mastodonte, mammifero proboscidato fossile;
- sesta foto sui tanti occhi di un ragno saltatore, il suo corpo e alcune delle sue otto zampette così pelose;
- settima e ottava immagine, una tenia trovata in un Mustelus canis (sorta di squalo della famiglia dei Triakidi), in particolare lì dove stava attaccata alla parete intestinale;
- nona immagine, un uovo di falena;
- per chiudere, le ultime tre foto che metto in mostra bulbo oculare, iride, pupilla e ciglia di un occhio umano.