Io continuo a stupirmi, ma il sottosuolo del mondo nasconde ancora numerosissimi tesori dell’arte antica. Avrò e avremo ancora tanto di che stupirci. Tra i centri culturali che orbitano intorno al mediterraneo c’è n’è uno da dove è emersa una superficie ondulata che dà l’idea di un gigantesco tappeto volante. Invece, è un grande mosaico da 1.050 metri quadri: originariamente in piano, livellato, si è poi assestato nei secoli per lo spostamento del terreno dovuto ai diversi terremoti. L’antica e grande opera d’arte è stata scoperta durante la costruzione di uno degli hotel della Hilton Worldwide ad Antiochia (Antakya), in Turchia. La notizia venne fuori due anni fa circa, ma adesso il grande albergo sta riaprendo.



È bellissimo, ma la cosa che lascia ancora più sbalorditi è la complessità oltre alla stratificazione storica: in realtà si tratta di nove pannelli di una dimora appartenente a un alto dignitario del VI secolo d.C. con rappresentazioni geometriche e un’estensione, appunto, di 1.050 metri quadrati.
Tanto per capirsi, le opere ritrovate portano il visitatore in un viaggio lungo 23 secoli grazie ai tanti reperti che, grazie ai lavori per edificare l’albergo, sono state ritrovate e messe in luce.
Ed è proprio il caso di parlare di luce perché alla progettazione di questo aspetto ha partecipato Marco Petrucci Lighting Design, progettista italiano che lavora insieme all’architetto Piero Castiglioni, uno dei tre fratelli che hanno continuando la tradizione imprenditoriale di famiglia rendendola nota nel mondo.
Nel corso dei lavori e degli scavi nel sito archeologico sono stati trovati 30.000 oggetti tra monete, ceramiche, terrecotte, frammenti architettonici; tutti i reperti erano suddivisi in cinque strati principali. Rappresentano differenti epoche storiche, dalla più antica risalente al III secolo a. C. fino ai periodi ellenistico e ottomano.
L’albergo? La progettazione è stata adattata per non danneggiare la superficie a mosaico, anzi, per valorizzarla e renderla visitabile. Infatti il nome dato alla struttura la dice tutta: Museum Hotel Antakya (link).
Oltre ai mosaici, tra i reperti in mostra anche la più antica statua in marmo del dio greco Eros-Ἔρως, opera in marmo di 70 centimetri risalente al 200 d.C. circa.
Riflettendo proprio sulla commistione struttura ricettiva/sito archeologico, so già che per molti è già stato e sarà motivo di grande discussione.
Bisogna considerare l’enorme sforzo e il grande allungamento dei tempi di realizzazione, l’enorme investimento – circa 120 milioni di dollari – non previsto nei progetti iniziali che prevedevano uno stanziamento di quattro volte inferiore, la nuova progettazione, totalmente differente. Tutto teso a far rimanere la struttura come sospesa sui reperti rendendoli fruibili: uno scheletro allungato di colonne d’acciaio posto ai margini dell’area archeologica in modo da garantire che i mosaici rimanessero illesi; il dimezzamento delle stanze previste da 400 a 199.
Insomma, giudicate voi…
Il Museum Hotel Antakya, non solo accoglienza ma visioni dal passato, da opere di tante culture
La presenza di questo antico tesoro d’arte è l’ennesima testimonianza che riguarda la realtà sociale-creativa di Antiochia, da sempre crocevia di culture, influenze da varie civiltà che qui crearono una delle realtà artistiche più vive. È stata nei secoli uno dei massimi esempi di multiculturalismo e di convivenza. I reperti e i mosaici ritrovati sul sito sono testimonianza di influssi artistici e culturali di una quindicina di provenienze e civiltà diverse.
Fondata come Antiochia nel 300 a.C. dal Re Seleuco I Nicatore – membro e diadoco dell’armata di Alessandro il Grande – a cui toccò il Medioriente fino al Mediterraneo di tutto l’impero conquistato dal condottiero macedone (come il Regno d’Egitto fu concesso al generale Tolomeo I Sotère), la città divenne una splendida metropoli all’incrocio commerciale tra Oriente e Occidente, tra le rotte che attraversavano il deserto e il Mediterraneo, nucleo urbano a ridosso del fiume Oronte che nei millenni precedenti aveva visto affacciarsi, dominare e combattere tante civiltà, compresa quella dei Faraoni.
Nel I secolo dopo Cristo, in periodo di dominio romano, Antiochia col suo mezzo milione di abitanti era la terza più popolosa città dell’impero dopo Roma e Alessandria d’Egitto.
Il Museum Hotel Antakya è stato progettato dall’architetto turco Emre Arolat. Particolarità nella particolarità sono le circa 200 camere con vista mozzafiato sul mosaico che trasparirà dalle coperture in cristallo poste a sua protezione: è come se le stanze e la struttura alberghiera fossero sospesi sulla vastissima superficie a mosaico. Suggestivo, impressionante.
Tutto iniziò nel 2010 e durante i lavori ecco emergere questo ricco patrimonio archeologico. Tutto ha condizionato il lavoro del progettista che ha integrato le emersioni archeologiche nel design della nuova struttura.





La posizione strategica dell’hotel-museo
Innanzitutto bisogna sottolineare che a poca distanza dall’hotel si trova la Grotta di San Pietro, uno dei luoghi più importanti di pellegrinaggio del cristianesimo, scavata nella roccia sul fianco occidentale del Monte Stauris. Nelle pareti della grotta nicchie e aperture con simboli religiosi parecchio remoti, anche precedenti al Cristianesimo, segno che il luogo è sempre stato considerato massimamente sacro. Simboli che i primi Cristiani hanno rispettato come segni della religiosità dei loro predecessori. Da lì la trasformazione in luogo cristiano col nome dell’apostolo Pietro senza demolire il passato. Un luogo che rappresenta uno dei punti massimi di spiritualità e storia.





Descrizione dei mosaici
Per quanto riguarda i mosaici scoperti durante i lavori per erigere il Museum Hotel Antakya, oltre a quelli del VI secolo ve ne sono altri di epoche diverse, come l’opera appartenente a un’abitazione d’epoca successiva: la rappresentazione è complessa e vi appaiono figure mitologiche impegnate in cacce contro diversi animali. Al centro del mosaico gli artisti dell’epoca composero un medaglione: in questo è ritratta la personificazione della Megalopsychia/Μεγαλοψυχία che rappresenta la Magnanimità secondo il concetto aristotelico, quindi quella virtù “acquistatrice” e moderatrice di onori e fama per chi ne è veramente degno.
I mosaici più antichi sono sono del II secolo d.C.: decoravano un triclinium e si estendono per circa 200 metri quadri. Lo splendido disegno raffigura tre ninfe insieme al cavallo alato Pegaso, poi un pannello con otto muse fiancheggiato su due lati da: Calliope una delle nove muse e figlia di Zeus, personificazione della poesia, in particolare di quella epica, insieme a Esiodo; le personificazioni della Boeotia e del monte Alcyone dove le stesse muse risiedevano.
Un altro pannello con tre amorini che stanno pescando rappresenta una peculiarità delle rappresentazioni a mosaico trovate nel sito, senza dimenticare i resti della vasta area termale.
Museum Hotel Antakya
St. Pierre Mevkii, Haraparası Mah. Hacılar Sok. No: 26/1 Antakya/HATAY
Contatti dell’Hotel a questo link
Articolo come sempre interessante e con dovizia di particolari!!!
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Grazie! 😜
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