Deiana (Confassociazioni), nuovo volume “Rilanciare il management facendo cose semplici”: trasformazione e transizione d’impresa, mettersi in gioco senza paura

“Nel management bisogna avere la capacità di mettere le competenze al servizio della soluzione dei problemi. Tutto il resto sono bellissime chiacchiere di marketing”. Definizione immediata che forse ad alcuni potrebbe sembrare appena brutale, ma la brevità e l’efficacia sono essenziali per raggiungere efficacemente un obiettivo. In questo, Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, non è secondo a nessuno, anche con queste parole che incorniciano l’ultimo volume, Rilanciare il Management, ideato e realizzato con Giorgio Roveri, presidente di Confassociazioni Management.

Undici capitoli scandiscono il libro, da “Il primo pensiero felice che l’Italia deve ritrovare” a “Il management delle reti d’impresa”, passando per concetti e situazioni chiave come il mantra di Deiana sulle cose e sulle soluzioni semplici necessarie alla ricostruzione e al rilancio dell’Economia italiana, punto guida di tutte le sue ultime pubblicazioni. Poi, il necessario equilibrio delle reti, la necessità di mettersi in gioco senza aver paura di perdere e l’alto livello di preparazione. Questo solo per citare alcuni punti cardine del volume.

In tutto questo si inserisce la visione storica in una prospettiva futura, come il fenomeno pandemia che ha accelerato un processo di cambiamento imprenditoriale già in atto nonché necessario, il Family Business, le linee guida per innescare e gestire il cambiamento fino ai capitoli più tecnici.

Un lavoro corale che ha visto la redazione dei contenuti grazie anche ad alcuni super manager del board di Confassociazioni Management: Davide Resta, Andrea Gentili, Fabio Perrone, Fabio Gallerani, Alessandro Lorusso, Andrea Petrini, Roberto Giancarlo Daverio, Maurizio Quarta, Paolo Fiorentino, il tutto coronato dalle riflessioni conclusive di Luca Manuelli.

Come Angelo Deiana e Giorgio Roveri hanno avuto modo di sottolineare lo scorso 29 luglio, “Oggi presentiamo ‘Rilanciare il management facendo cose semplici’, il nuovo libro del format di Confassociazioni che offre le migliori competenze manageriali per sostenere la ripresa del paese”.

“La complessità del quadro economico nazionale, a seguito della pandemia, richiede e richiederà sempre più competenze e visione di ampio respiro – ha sottolineato Angelo Deiana – Nessuno meglio di una grande ‘Rete Di Management’ come la nostra potrà svolgere questo ruolo strategico di supporto al sistema delle imprese e delle PMI nella prospettiva di rilancio del Paese. Abbiamo deciso di scrivere questo libro perché pensiamo che, in questo contesto di grandi cambiamenti, mettere a fattore comune la nostra esperienza e la nostra visione del sistema azienda, possa contribuire a stimolare riflessioni, strumenti per accelerare la rinascita delle PMI e delle comunità in cui sono inserite. Vorremmo, contribuire a dare risposte concrete e semplici per far sentire gli imprenditori meno soli, sostenere e innovare le loro competenze manageriale e i relativi modelli di business”.

“Sia il capitolo di Angelo Deiana che il mio affrontano il tema delle imprese e del management da un punto di vista trasversale – ha raccontato Giorgio Roveri – mentre gli altri colleghi affrontano tematiche specialistiche di altissimo livello. Tutto questo per mettere a fattore comune la nostra esperienza e la nostra visione dei sistemi organizzativi delle aziende (ma anche delle Istituzioni), al fine di contribuire a stimolare riflessioni, strumenti per accelerare la rinascita del sistema delle imprese e delle comunità in cui sono inserite”.

Dati sul libro
"Rilanciare il management facendo cose semplici"
© 2021 Giacovelli Editore, Locorotondo (Bari) - Pagine 126 - ISBN 978-88-99967-57-4
www.giacovellieditore.com - www.facebook.com/EditoreGiacovelli
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Crisi pandemica, rinnovamento, preparazione e innovazione, rete d’imprese. Note dolenti sì, ma rappresentano alcuni dei punti per il rilancio e la necessaria trasformazione del mondo imprenditoriale italiano

“La necessità di riformare il tessuto imprenditoriale e il messaggio di questo volume rappresentano il primo capitolo di un racconto e di un cammino appena iniziato e che non finisce qui – sottolinea Angelo Deiana – Abbiamo fatto lo sforzo di prendere un format di Confassociazioni, in realtà mio perché giunge dal 2018 quando scrissi il libro “Rilanciare l’Italia facendo cose semplici“, sforzandoci di verticalizzarlo su alcuni settori. Uno dei più importanti per l’Italia è proprio sul management”.

“Se è vero che da venti, o meglio, da quasi trent’anni registriamo scarsa produttività – prosegue il presidente di Confassociazioni – le imprese e i manager fanno una fatica incredibile sia nel condurre il lavoro che nel cercare di far crescere il nostro sistema imprenditoriale. Dobbiamo quindi porci un quesito urgente: è soltanto colpa dei sistema se questo mondo non riesce più a crescere, oppure c’è un gap, un ritardo, una differenza che separa una realtà progredita da una arretrata nelle competenze manageriali?”.

Una grande lacuna nella preparazione e nell’operatività del management italiano

“Dobbiamo partire da dati concreti che fotografano la situazione reale, sul campo – sottolinea Deiana – Il 99 per cento delle nostre imprese è sotto i 19 dipendenti. Difficile che un’impresa di simili dimensioni possa avere il CFO alla Andrea Petrini, grandi chair manager, il social media manager in remote working, un commercialista che faccia di conto – compito non gravabile anch’esso al CFO che, invece, deve occuparsi di strategia -. Alla fine, in queste piccole aziende chi rimane a lavorare, a produrre? Bisogna essere concreti. Siamo il solito esercito di generali con pochi soldati. Ma il quadro delle imprese italiane non finisce qui: il 95 per cento di queste ha fino a dieci dipendenti. Stante questa situazione, il problema che ho evidenziato si surriscalda sempre più. Sotto i dieci dipendenti che tipo di management ci potrà mai essere?”.

Il “come è” dell’imprenditoria italiana

“Esistono mediamente due fattori strategici del nostro sistema imprenditoriale. Il primo è la capitalizzazione – descrive il presidente di Confassociazioni – Lo vado ripetendo spesso e continuerò a farlo: abbiamo le PMI – piccole e medie imprese – che a parità di parametri come fatturato, dipendenti, strutture operative, fanno impresa col 17 per cento di capitale proprio, contro una quota pari al 40 per cento del sistema continentale europeo e contro il 70 delle PMI statunitensi”.

“A questo punto, il 99 per cento delle piccole e medie imprese italiane sono mediamente sottocapitalizzate e sottopatrimonializzate: potranno mai fare investimenti non in tecnologia digitale o industria 4.0, ma in management? – domanda Angelo Deiana – Questi sono fattori strutturali sui quali bisogna assolutamente riflettere. Il tema, come evidenziato anche nel libro, non è solo ragionare su quali devono essere le competenze da mettere a disposizione. Il problema cruciale è rappresentato dalle infrastrutture d’impresa e dalle persone che fanno impresa: questi elementi fanno la vera differenza”.

PMI italiane da riformare. Come appropriarsi di management e di uomini di valore per avviare un processo di crescita?

“Proprio adesso vedo un grande successo del Fractional Management – prosegue – È l’invenzione giusta in termini attuali. Una rotta e un ragionamento che dovrebbero fare le nostre piccole e medie imprese valutando una cosa molto semplice: qual è il costo del management e quale quello del non management? Un ragionamento che è anche rivoluzione culturale d’impresa, cosa che intendiamo stimolare grazie al nuovo volume”.

(ndR: Fractional Management o Part time management, derivazione dello “strumento” Temporary Management – utile per le piccole imprese nell’ottenere figure competenti a costi accessibili nonché capaci di reimpostare e far crescere la struttura e gli uomini dell’azienda).

“Qual è il costo nei prossimi dieci anni circa suddivisi in cinque anni di passaggio generazionale e in altri cinque/tre di transizione? – rimarca Deiana – Costi che le PMI potrebbero pagar caro non avvalendosi di profili manageriali di un certo livello, mancando di fare e attuare quel programma, quella progettazione, quel business plan anche in termini di deleghe?”.

Lo status dell’impresa italiana e il suo avvenire.

“Tema ampio il secondo nodo cruciale, quello della trasformazione del sistema – aggiunge il presidente di Confassociazioni – Dopo aver letto i dati dell’ultimo rapporto Istat sulla conoscenza, è vero che raccontiamo ancora una splendida favola, quella sulla nostra magnifica manifattura che sarebbe al secondo posto in Europa. In realtà, il 61 per cento delle nostre piccole e medie imprese ha un prodotto che è una commodity: una mini piattaforma attorno alla quale vende un sistema di servizi. Ma per vendere servizi ci vuole più competenza, bisogna fare rete. I servizi hanno una produttività inferiore all’attività produttiva e manifatturiera in senso proprio. Bisogna fare un importante salto di qualità”.

“Le qualità e le competenze non è che ce le si ritrova così, in un sistema a 18 dipendenti. L’impresa le deve andare a prendere sul mercato e, possibilmente, le deve pagare in un certo qual modo – aggiunge Angelo Deiana – A meno che non faccia un’altra scelta, quella della crescita. E per crescere ci sono due modi. Il primo: fare rete con altre aziende di sistema che portano avanti lo stesso tipo di lavoro, costruendo un’architettura collaborativa, cedendo degli spazi a fronte dell’integrazione. Il secondo: cercare capitali sul mercato finanziario, quelli utili per ottenere uno sviluppo che trasformi l’azienda da sottocapitalizzata, in un’impresa che cresca per dimensioni, sotto il profilo digitale, accrescendo anche le competenze manageriali e sviluppando l’internazionalizzazione… sempre che abbia uno o più prodotti adatti ad altri mercati”.

“Aggiungo un punto importante sul Temporary e sul il Fractional management – sottolinea Deiana – Questo modello non deve andare bene solo per le PMI fino a 19 dipendenti. Se ha un valore come modello è perché gestisce prioritari processi di transizione generazionale o digitale in questo momento post pandemico. Lo affermo in quanto ho vissuto anche l’esperienza di presidente di Atema (link), il Temporary e il Fractional dovrebbe essere applicato anche alle banche: è lì che va gestita l’innovazione o la transizione. Quindi gestione del passaggio di un imprenditore che prima aveva un modello diverso e che oggi deve andare verso uno nuovo con maggiori competenze e con le caratteristiche che ho già evidenziato. Oppure gestione di un sistema di transizione in termini di trasformazione digitale”.

“Un’alternativa non esiste – aggiunge il presidente di Confassociazioni – Queste imprese, senza trasformazione e transizione, saranno spazzate via dal mercato. Un esempio. Quando l’Europa dice che entro il 2035 spariranno le automobili a motore termico, tutto questo sta a voler significare che cesserà di esistere un pezzo significativo, importantissimo della nostra filiera produttiva come sub fornitura della componentistica auto. Qui considero tutta quella fascia produttiva che va da Torino alla Lombardia, Brescia e adesso anche Verona. Quando si produrranno solo auto elettriche, tutta quella catena produttiva della componentistica sparirà. A meno di non pensare che debbano chiudere, quelle aziende dovranno dirigersi verso nuovi obiettivi: c’è e ci sarà un problema di trasformazione e transizione digitale”.

“Ripeto però che il modello Temporary e Fractional management è buono per tutti – conclude Deiana – Le imprese con oltre 19 dipendenti saranno pure l’1 per cento del totale, ma comprendono il 52 per cento dell’occupazione: sono gli azionisti di maggioranza del sistema occupazionale italiano. Anche il loro management ha bisogno di modelli Temporary e Fractional che nelle imprese importa funzioni e impostazioni/modelli produttivi sempre nuovi, di innovazione, mai gli stessi, perché frutto delle continue esperienze in un gran numero di aziende. Frutto del confronto tra mondi e realtà diverse”.

Dopo l’iniziale periodo di assestamento, il management part timesarà sempre più veloce di qualsiasi altra tipologia di manager. Un processo e una spinta alla trasformazione e alla transizione che nel libro sono stati ben analizzati, spiegati, affrontati su più fronti“, rimarca Angelo Deiana.

Gli autori e coordinatori del volume “Rilanciare il management facendo cose semplici”

  • Angelo Deiana

Presidente di Confassociazioni (link), ANPIB (Associazione Nazionale Private & Investment Bankers) e ANCP (link – Associazione Nazionale Consulenti Patrimoniali), considerato uno dei maggiori esperti di economia della conoscenza e dei servizi finanziari e professionali in Italia. Manager di primari gruppi bancari nazionali e internazionali, è docente di Finanza presso l’Università di Parma e l’Universitas Mercatorum e opinionista sui principali quotidiani e media televisivi.

Autore di numerose pubblicazioni in campo economico/finanziario, annovera fra le sue ultime opere: “Rilanciare il Lazio facendo cose semplici” (2021), “Web Reputation” (2021), “Rilanciare Roma facendo cose semplici” (2020), “Rilanciare l’Italia facendo cose semplici” (2019 e 2018), tutti con Giacovelli Editore, “La rivoluzione perfetta”, Mind Edizioni (2014), “Il capitalismo intellettuale, Sperling & Kupfer (2007), “Il futuro delle associazioni professionali” (2010), “Come fare soldi nei periodi di crisi” (2012), “Il private insurance in pratica (2012), “Associazioni Professionali 2.0” (2013), tutti pubblicati con il Gruppo Sole 24 Ore.

Attualmente è vicepresidente Auxilia Finance SpA., Docente di Finanza Strutturata e di Progetto alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma e Docente di Finanza e Venture Capital alla Facoltà di Economia dell’Università Mercatorum.

www.linkedin.com/in/angelodeianawww.twitter.com/AngeloDeianaTW –  www.facebook.com/angelodeiana – www.confassociazioni.euwww.angelodeiana.itwww.instagram.it/angelodeianaIG

  • Giorgio Roveri

Presidente di Confassociazioni Management, Senior partner e socio fondatore di Provide srl (link), amministratore delegato e procuratore di diverse PMI. Si occupa di management per le piccole e medie imprese dal 1987 ed è attivo come Temporary e Fractional Manager dal 1993. Ha ricoperto incarichi di responsabilità ai massimi vertici aziendali e ha gestito diversi progetti di Change Management, in svariati settori, tra cui l’Alimentare, la Cosmetica, l’Information Technology e l’Automotive.

Attualmente è nel Consiglio Direttivo di ADICO. È stato Consigliere con delega allo Sviluppo Territoriale in ATEMA, Presidente Nazionale di CNA InProprio, vicepresidente di CNA Uniprof, membro della presidenza di CNA Alimentare Bologna e membro della Direzione Nazionale CNA.

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