Tecnologie di Evoluzione Assistita – TEA, riprodurre gli effetti dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale in modo che l’Agricoltura possa affrontare con forza e convinzione i cambiamenti climatici, dare più sostentamento alla popolazione mondiale, diminuire lo sfruttamento delle risorse terresti. Questo obiettivo primario e gli altri che lo accompagnano, stanno al centro della strategia siglata tra Coldiretti e SIGA-Società Italiana di Genetica Agraria.
L’europarlamentare Paolo De Castro, appartenente al Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, ha sottolineato come “la normativa UE sia obsoleta. Bisogna distinguere nettamente TEA da OGM“.
Sono due mondi molto diversi della ricerca tanto che per gli Ogm transgenici è possibile il passaggio di geni tra specie e regni del tutto differenti (come tra piante e animali, ma non solo), un rimescolamento genetico fuori natura. Cosa che non avviene per le Tea (termine italiano per l’anglosassone Nbt-New breeding techniques) che mantiene il passaggio genetico solo tra specie sessualmente compatibili.
Si tratta di una tecnologia evoluta, rapida e precisissima, impossibile anni fa, capace quindi di “spegnere” o di aggiungere un singolo gene assecondando e velocizzando l’evoluzione della pianta.
Le indicazioni e posizioni di Coldiretti e SIGA sono state pubblicate sull’ultimo numero de L’Informatore Agrario (link al documento in formato PDF), dell’omonima casa editrice che cura cinque testate di primo piano, tutte portavoce del mondo agricolo e zootecnico italiano.
Da giornalista sono perfettamente cosciente che l’argomento è sempre stato al centro di numerosi dibattiti e lo è da moltissimi anni, da quando sono state aperte le frontiere della lettura del patrimonio genetico. Se ne parlerà e si dibatterà ancora a lungo, ma si fanno sempre più pressanti le esigenze umane, le mutazioni del clima, la necessità di diminuire fortemente l’uso di risorse. Anche e soprattutto nell’Agricoltura. Una ricerca del genere che non “pasticcia” con geni diversissimi e che mantiene la natura di un organismo, diventa una delle risposte più adatte.
Non possiamo “mangiarci” il Mondo. Dobbiamo rivolgerci a piante più resistenti che ci consentano minore utilizzo di agrofarmaci e fertilizzanti. In più, dobbiamo rompere lo squilibrio della capacità di nutrizione tra varie aree della Terra, differenti per clima, per possibilità economiche e per densità abitativa.
La strategia Farm to Fork europea deve creare sistemi alimentari capaci di affrontare le grandi crisi riportando anche la sostenibilità ambientale in primo piano visto che attualmente le reti agricole e alimentari in genere rappresentano quasi un terzo delle emissioni globali di GHG (Greenhouse Gases o gas serra), consumano grandi quantità di risorse naturali, provocano perdita di biodiversità e impatti negativi sulla salute che incidono su due aspetti diversi: la sotto e la sovranutrizione.
Nell’editoriale dell’ultimo numero de L’Informatore Agrario, Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti e Mario Enrico Pé, presidente di Siga, sottolineano che “le Tea rappresentano un’opportunità unica per il futuro del made in Italy, in particolare nella coltivazione di prodotti chiave dell’agroalimentare tricolore come cereali, mais, riso e vino, dove l’utilizzo di Tea consentirebbe di intervenire sull’aumento della produttività, della tolleranza allo stress idrico e ai cambiamenti climatici e della resistenza a parassiti e patogeni (come oidio e peronospora), fattori determinanti per la sostenibilità e competitività di questi comparti, nell’ottica di un sistema agroalimentare sempre più salubre e resiliente. A questo si aggiunge la possibilità di intervenire sulle caratteristiche nutraceutiche dei prodotti, con ulteriori benefici a vantaggio del consumatore finale”.
L’accordo Coldiretti-SIGA mette insieme un matrimonio di competenze e sperimentazione tra “camici e trattori”, quindi una connessione diretta tra chi lavora sul campo e chi lo fa nel mondo della ricerca: un doppio binario che vede l’azione su più aspetti, sostegno a livello nazionale ed europeo alle iniziative per superare le attuali restrizioni legislative sulle Tea e, dall’altra, sostenere la sperimentazione in pieno campo oltre al finanziamento della ricerca.
Un’azione comune che De Castro, come ho già evidenziato all’inizio di questo articolo, non intende rimanga lettera morta, inapplicata: “Le attuali normative europee di riferimento sono obsolete e non riconoscono la distinzione chiara e netta tra queste nuove biotecnologie e gli organismi geneticamente modificati (Ogm). Già ad ottobre il Parlamento europeo manifesterà la propria posizione a favore di queste soluzioni innovative che consentono di raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, ed entro la primavera 2022 la Commissione Europea avanzerà una proposta di nuovo quadro giuridico per le biotecnologie agrarie”.
Le Tecnologie di Evoluzione Assistita – TEA seguono l’evoluzione naturale perché le modificazioni apportate, a differenza che negli Ogm, potrebbero avvenire spontaneamente in natura. Per le piante Tea l’evoluzione della specie è assistita dall’uomo.
La situazione delle Tecnologie di Evoluzione Assistita – TEA nel Mondo
Come sottolineato da Coldiretti, oggi nel mondo sono in corso 230 studi orientati alla commercializzazione di piante Tea, sviluppati in Cina e negli Stati Uniti in più della metà dei casi.
La lista comprende 41 specie fra cui riso, pomodoro, mais, frumento, orzo, agrumi, kiwi, patata, soia, per un totale di 140 applicazioni. Le principali riguardano il valore agronomico della pianta (43), i caratteri qualitativi del prodotto finale (35), la tolleranza a patogeni e parassiti (23) e la tolleranza agli erbicidi (11).
Tra i prodotti già sul mercato statunitense, una patata che non imbrunisce quando tagliata (Innate) e non accumula acrilammide durante la frittura, una soia con profilo di acidi grassi modificato (Calyno).
Altri esempi li fa proprio la Confederazione dei coltivatori diretti quando parla di mandarini facili da sbucciare (easy-peeling), lattuga ad alto contenuto di vitamina C, melanzane che non imbruniscono e basilico resistente alla peronospora per salvare il pesto, la salsa cruda più consumata al mondo.