Rivivono le glorie Citroën al cinema: “The French Dispatch”, il nuovo film di Wes Anderson

Una città francese non identificata, immaginaria, un altrettanto imprecisato periodo del XX secolo, comunque del dopoguerra (anche abiti, acconciature e auto danno un chiaro indizio) e una rivista americana in stile newyorkese con una sua redazione che funge da avamposto statunitense per l’informazione, il “The French Dispatch”. Uscita prevista nei cinema italiani per giovedì 11 novembre 2021.

A percorrere le strade e a scandire momenti del film sono storici e vecchi modelli auto Citroën che ben rappresentano quel mondo transalpino. Il loro design così particolare si unisce perfettamente alla peculiare rappresentazione del racconto. E Wes Anderson, creatore del film, non poteva fare scelta migliore.

“Una collaborazione artistica con Citroën è illustrata in tutto il film – sottolineano dalla Casa automobilistica francese – La visita al Conservatorio Citroën prima delle riprese ci ha permesso di identificare i modelli che sarebbero serviti alla storia, principalmente con Traction Avant e il furgone monoscocca Type H. Nelle strade di questa cittadina tipicamente francese compaiono anche altri modelli Citroën: 2 CV, Ami 6, DS e GS .

In un momento cruciale del film, le immagini reali vengono sostituite anche da un’animazione che ricorda i fumetti francesi e la città delle riprese, Angoulême, capitale del fumetto. L’inseguimento viene effettuato a bordo dell’auto emblematica di quegli anni, la Citroën Traction Avant, primo modello a riunire tre innovazioni in una sola auto: trazione anteriore, telaio monoscocca e carrozzeria in acciaio. La Traction Avant fu prodotta in più versioni dal 1934 al 1957.

Tutto avviene in un’ambientazione francese durante il periodo di passaggio, di ricostruzione e sviluppo post bellico, quando inizia a mutare anche il pensiero della gente.

Le scene vengono dominate da una certa visionaria rappresentazione della realtà e il design dell’epoca è stato curato maniacalmente come è tipico di Wes Anderson che ha diretto il film, lo ha scritto e sceneggiato concertandosi con la storia dell’attore e scrittore Hugo Guinness e con il racconto imbastito dal regista e produttore Roman Coppola.

L’immaginario magazine The French Dispatch viene definito come supplemento settimanale di cultura e cronaca dell’Evening Sun, quotidiano statunitense di Liberty, in Kansas. Anderson ha preso a modello l’esistente settimanale americano The New Yorker.

“La base visiva del film, i costumi, i set, tutto si nutre di ricerca e documentazione – ha detto Wes Anderson – Anche se questa è un’invenzione da zero, anche se tutto è stato immaginato con molta fantasia, tutto si basa su riferimenti.

A prestarsi come scenario è la reale cittadina di Angoulême, capoluogo del dipartimento della Charente, situato nella regione Nuova Aquitania, comune francese che nel film prende il nome dell’immaginaria Ennui-sur-Blasé… nome che, tradotto in Italiano, sta per “La Noia sul Blasé“.

La storia

Muore il direttore del magazine così personale e giornalisti decidono di pubblicare un memoriale con le migliori storie realizzate dalla testata nel corso degli anni: tra queste spiccano quelle di un artista condannato all’ergastolo, le rivolte studentesche e un rapimento risolto da un cuoco.

Lo stesso Wes Anderson ha definito il suo film come “una lettera d’amore per i giornalisti”.

Alcuni degli interpreti

Bill Murray veste i panni di uno statunitense del Kansas, editore del French Dispatch. Con lui nel film, citandone solo alcuni, Tilda Swinton, Adrien Brody, Timothée Chalamet, Frances McDormand, Benicio del Toro, Jeffrey Wright, Owen Wilson, Léa Seydoux, Mathieu Amalric, Henry Franklin Winkler, Bob Balaban, Elisabeth Moss, Guillaume Gallienne, Liev Schreiber, Lois Smith, Lyna Khoudri.

La ricerca per l’ambientazione retrò

Come raccontato al periodico Elle Decor, lo scenografo Adam Stockhausen e l’arredatrice Rena DeAngelo, hanno dovuto farsi un’idea di come allestire gli ambienti del set cinematografico grazie a una lista di film del passato indicata da Wes Anderson.

Quali film dovevano essere analizzati per creare ambientazioni e scenografie?

The Red Balloon“, cortometraggio del 1956 su una grigia e malmessa Parigi del dopoguerra riportata ai colori e alla vita grazie a palloncini colorati; “Mon Oncle” di Jacques Tati (dove la casa fatiscente di Monsieur Hulot viene presa a modello per realizzare l’idea di edificio per uffici che ospita il The French Dispatch); “The Trial” di Orson Welles, “Masculin” di Jean Luc Godard; poi, Féminin , I 400 colpi di Francois Truffaut , “Sweet Smell of Success – Il dolce profumo del successo“, noir anni 50, diretto da Alexander Mackendrick, protagonista Burt Lancaster, con Tony Curtis, Susan Harrison e Martin Milner. Infine, la commedia “His Girl Friday – La signora del venerdì” film del 1940 diretto e prodotto da Howard Hawks, con Cary Grant e Rosalind Russell, rifacimento del film The Front Page del 1931.

Da quel punto è iniziata la caccia in mercati e mercatini delle pulci, dai maggiori parigini a quelli più periferici, piccoli e lontani, compresi liquidatori di proprietà con magazzini pieni di materiale. Bisognava trovare ogni oggetto e ogni particolare utile a ricreare quelle atmosfere, dalle semplici lampade ai mobili, dall’abbigliamento alla biancheria. Senza limite alla creatività e alla fantasia se non quello del budget da utilizzare per gli acquisti.

Per dare vita al film sono state utilizzate anche riproduzioni in scala di ambienti e strutture grazie a modelli tipo casa di bambole (frutto del lavoro di Simon Weisse, regista di scenografie, effetti speciali e responsabile miniature), un metodo molto usato da Wes Anderson che poi unisce il tutto alle scene girate in ambientazioni e mezzi a grandezza reale. Iter creativo già percorso in altri film, in The Grand Budapest HotelMoonrise Kingdom e Isle of Dogs, oltre che nel prossimo, già girato in Spagna, Asteroid City.

Le Citroën nel Cinema

La storica Casa automobilistica Citroën esiste ormai da più di un secolo ed è sempre stata presente nel cinema.

Molte le cosiddette “scene da antologia” filmica nella sua storia. Tutti i modelli sono stati inclusi nelle scene più disparati. L’elenco delle pellicole è lungo.

Tra i film di successo mondiale: la 2CV utilizzata nel film della serie 007 “Solo per i tuoi occhi – For Your Eyes Only” (1981) che festeggia i suoi 40 anni e che ha dato origine a una serie speciale; anche la celebre la DS comparsa in “Ritorno al futuro II” ( 1989); non poteva mancare un film d’animazione, “Cars 2” (2011) dove DS e una 2CV si incontrano e si baciano sopra la Senna.

Lo stesso Wes Anderson ha utilizzato in due occasioni modelli Citroën nel suo film “Le avventure acquatiche di Steve ZissouThe Life Aquatic with Steve Zissou” (2004): quando l’equipaggio del Professor Zissou va a salvare gli ostaggi nell’hotel Citroën e per viaggiare sull’isola che funge da base a bordo di una Mehari gialla.

E poi come dimenticare la Citroën DS 21 bianca fabbricata nel 1955, auto che fu protagonista cinematografica perché guidata dal criminale mascherato Fantomas – interpretato da Jean Marais che riveste anche il ruolo del giornalista Jerome Fandor – contrastato dal commissario Juve – impersonato da Louis de Funès – che gli dà la caccia. Un modello, questa Citroën DS, che seguendo il suo retaggio di innovazione tecnica, appare in una scena mentre decolla come un jet (video più in basso). Fu utilizzata nei tre film francesi, “Fantomas 70” (1964), “Fantomas minaccia il mondo” (1965) e “Fantomas contro Scotland Yard” (1966).

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