Curiosando sul voto al Comune di Palermo e sui cinque quesiti referendari: enorme astensionismo in ogni partito politico, da destra a sinistra

Ultimo mio capitolo sul voto referendario, tanto per chiudere il discorso e, in più, una sbirciatina sulle Comunali 2022 della Capitale siciliana. Sono andato a osservare i dati sulle rilevazioni dell’Osservatorio SWG (link) proprio curiosando sul voto al Comune di Palermo e sui cinque quesiti referendari: l’astensione per questi ultimi è stata grande sull’intero panorama degli elettori, a prescindere dai partiti d’appartenenza e dalle affinità politiche, da destra (i più interessati a che il voto andasse a tutta forza) a sinistra. Certo, ci sono state varie sfumature tra le diverse tendenze, ma il partito dell’astensionismo è stato maggioritario, tanto che in Parlamento oggi potrebbe governare il Paese con una bella tranquillità.

NESSUN partito-movimento politico è riuscito nella piena mobilitazione. Grave problema di comunicazione? Non è il caso di rendersi conto che per trasmettere idee alla gente e per restare in contatto con i territori, non bastano i social?

Le mie personali considerazioni le ho già tratte e raccontate in un precedente articolo (link).

Lascio “parlare” i dati rilevati da SWG rappresentati nelle sue grafiche che qui inserisco (cliccare sulle immagini per ingrandirle).

Per il quesito 1 sull’abrogazione della Legge Severino riguardante l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, dei rappresentanti di Governo, dei consiglieri regionali, dei sindaci e degli amministratori locali in caso di condanna… gli astenuti variano dal 57% tra gli elettori della Lega, al 73% di quelli del PD e M5S. Questo quesito era condannato a prescindere.

È andata peggio con il quesito 2 sulla limitazione delle misure cautelari detenzione anche con arresti a domicilio, dove aumenta la quota degli astenuti, dal 59% tra i simpatizzanti della Lega, al 78% di quelli del PD.

I quesiti referendari che sono andati un po’ meglio sono stati il 3 e il 4, separazione delle funzioni dei magistrati e sulla partecipazione dei membri laici (professori universitari in materie giuridiche e avvocati) a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari: astensionismo sempre alle stelle, dal 49% dei leghisti al 76% di PD e M5S per il quesito 3 e al 79% del M5S per il quesito 4.

L’astensionismo tra le fila dei simpatizzanti di Fratelli d’Italia è sempre stato costante, al 60% con picco del 62% sul quesito 1.

In Forza Italia l’astensionismo ha avuto variazioni dal 68 al 74%.

Questa consultazione referendaria è andata molto male da qualsiasi prospettiva la si osservi. L’approccio politico deve cambiare radicalmente… a meno che non si voglia vincere solo con il popolo social che non rappresenta il popolo italiano, ma solo una parte. A meno che i leader non vogliano vincere solo con slogan sparati nel mucchio virtuale e in qualche piazza.

La Politica non può e non potrà mai essere questa, pena mandare in rovina il Paese.

Palermo, andamento del voto alle Comunali: chi ha votato chi? Rilevazione SWG

Anche qui lascio alle grafiche di SWG la descrizione del voto nella Capitale siciliana.

Nel primo grafico la società di rilevazione indica la distribuzione degli elettori tra i candidati sindaco rispetto al voto per le Europee del 2019. Quindi, la rilevazione riguarda i comportamenti dell’elettore-tipo rispetto a tre anni fa, se non aveva votato, oppure per quale schieramento politico aveva espresso la sua preferenza e su chi ha puntato per le attuali Comunali 2022 a Palermo.

Sull’età degli elettori, pare molto forte la quota dei 35-44enni e degli oltre 64enni a favore di Roberto Lagalla.

Per Franco Miceli hanno una certa prevalenza le fasce d’età 18-34enni e 45-54enni.

Fabrizio Ferrandelli sembra contare su elettori più spiccatamente appartenenti alle fasce 18-34enni, 54-64enni e negli ultra 64enni.

I non votanti? Abbondano (66 e 67%) tra i 45-54enni e tra gli ultra 64enni che battono i giovani tra i 18 e i 34 anni assenti alle urne per il 53% (sempre tantissimi).

Votano di più, nonostante anche qui ci sia un’alta quota d’astensione, i 55-64enni e i 35-44enni.

Sulla scelta del voto lascio parlare l’immagine SWG.

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