Continuo con questa serie sul Compendio del saper vivere che fonde curiosità, particolarità di tempi andati, episodi divertenti, buon comportamento da osservare anche oggi per imparare anche sorridendo. Non esiste un capitolo o una prescrizione del Galateo che non sia spiegabile con qualcosa di pratico e di vero.


Come ho già avuto modo di scrivere, non sono norme di comportamento scelte a caso, non sono inutili barocchismi e retaggi polverosi dagli scorsi secoli. Non è archeologia, ma dovrebbe essere piena attualità, anche in presunti alti salotti odierni che hanno dimenticato il Saper vivere.
Sono convinto che unendo le esigenze odierne con questi elementi di ottima educazione pieni di logica, vivremmo tutti con maggior rispetto reciproco comprendendoci molto meglio di quanto accade oggi sui social o tra sedie e poltrone.
Pettegolezzo, conversazione, cura del proprio corpo, comportamenti da evitare come la peste, favorire i contatti umani inserendo le persone nei posti giusti, i profumi del mattino, del pomeriggio, della sera, da indossare a tavola e… a letto.
Peraltro, molti dei capitoli di questo secondo compendio sono profondamente calati nella realtà odierna: vi sorprenderanno. Viviamo nell’oggi portando con noi il miglior bagaglio.
In questa “lista” (che è una selezione) troverete qualche elemento da me pescato, ma la parte del leone l’ho riservata ancora una volta a quanto scritto da Luigi Vinci di Moschitta, già fortemente protagonista nel mio primo articolo di questa serie (link).
Buona lettura e buon divertimento (vi assicuro che c’è abbondante divertimento).
Compendio del Saper vivere (2) o la capacità di fare la cosa giusta in ogni situazione
Luigi Vinci di Moschitta – Ho visto un nobile di alto lignaggio e stratitolato non cedere la poltrona ad un anziano con il bastone, non alzarsi in piedi e nemmeno accennare un segno quando una autorità istituzionale gli ha porto la mano. Mi sono chiesto, ma se il Re Sole si toglieva il cappello davanti le cameriere ed una gran dama francese del bon ton si alzava sempre in piedi quando la salutavano, che c…o ci sta a fare questo tra i nobili? Si vada a comprare un galateo da due euro giusto per iniziare!!!


Indovinello? In un pranzo di gala qual è l’esatta precedenza, nei posti da assegnare, tra un generale, un magistrato, un alto prelato ed un politico?
La ratio dovrebbe essere questa: all’alto prelato va la precedenza in quanto rappresentante della Chiesa e di Dio, inoltre, non essendo accompagnato da consorte bisogna fargli pervenire il nostro affetto e vicinanza. Segue il politico in quanto rappresentante del popolo, indi il magistrato che esercita la giustizia e quindi garante della pace sociale. In ultimo il generale che esercita poteri delegati dalla volontà politica ed in taluni casi dalla magistratura.
L’età è determinante a parità di grado. Ad esempio, tra due vescovi il più grande ha la precedenza, lo stesso tra due generali e così via. Ma tra un vescovo grande di età ed un cardinale giovane, la priorità è del cardinale.
Summa sulle le “precedenze a tavola” rotariane:
Nel considerare l’ordine di precedenza delle autorità è bene tenere comunque presente delle indicazioni di carattere generale anche nei riguardi di coloro che non figurano nelle tabelle di precedenza riportate:
a) vi sono preminenze di ordine sociale e culturale che conviene sempre prendere in considerazione alla pari di chiunque riesca ad imporsi alla pubblica stima con il proprio lavoro e le proprie capacità;
b) si deve accordare una precedenza di cortesia alle persone investite di un incarico di alto valore spirituale e rappresentativo;
c) i giovani cedono sempre il passo alle persone anziane: è questa una regola basilare alla quale non vi è ragione di derogare se non in circostanze eccezionali;
d) i titoli nobiliari, anche se non riconosciuti per i cittadini italiani, danno diritto agli stranieri a particolari precedenze quando ciò sia giuridicamente sancito nel loro Paese;
e) la persona in onore della quale viene offerto un pranzo o un ricevimento ha la precedenza sugli altri ospiti;
f) a parità di rango, la precedenza spetta agli stranieri ed alle persone ospitate per la prima volta.
Altra summa sul posizionamento a tavola
Solo nei pranzi formali si indicano i titoli delle persone. In presenza di diversi tavoli, un tabellone posizionato all’ingresso della sala da pranzo, indica la disposizione dei commensali. Tabellone che non esclude il segnaposto.
I padroni di casa siedono a capotavola e di fronte, quando il numero degli ospiti consente di trovare posto ad un’unica tavola. Alla loro destra l’ospite più importante e di maggior riguardo, non dimenticando l’alternanza uomo-donna tra tutti i commensali.
Il padrone di casa avrà alla destra la signora più importante e alla sinistra un’altra signora.
La padrona di casa: alla destra l’uomo più importante, alla sinistra un altro ospite. I celibi e le persone di famiglia occupano i posti più lontani dai padroni di casa.
Inoltre, “lei” siede dirimpetto alla porta d’ingresso della sala. Se questa disposizione non fosse possibile (ad esempio nel caso di un tavolo rettangolare con otto persone) la padrona di casa siede a capotavola, avendo di fronte l’invitato più importante. Regola primaria da seguire è comunque
l’alternanza uomo-donna.
Nei pranzi di famiglia, presenti i quattro suoceri, il padrone di casa ha alla destra la suocera, alla sinistra la madre. La padrona di casa: alla destra il suocero, alla sinistra il padre.
Una coppia invita un’altra coppia: le due signore, una di fronte all’altra. La padrona di casa avrà alla sua destra l’invitato, alla sinistra il marito. Se la tavola è rettangolare: la padrona di casa e l’invitato siedono dallo stesso lato (lui alla destra di lei), il padrone e l’invitata sull’altro lato (lei alla destra di lui).
Una coppia invita una persona sola: se donna siede alla destra del padrone di casa; se uomo, alla destra della padrona.
Le signore divise dai rispettivi mariti. Egualmente divisi i grandi amici e i colleghi di lavoro.
Gli stranieri trovano posto a fianco di persone che parlano la loro lingua, facilitando in questo modo il loro inserimento nella conversazione.
Persone con interessi comuni vanno disposte in prossimità, favorendo in questo modo la loro conversazione.
Posti d’onore sono quelli alla destra del padrone e della padrona di casa. In un matrimonio: a destra dello sposo e della sposa.


– Nota di Galateo – Tu, Lei o Voi?
Dare del Tu o del Lei è sempre un dilemma, personalmente amo il Voi francese che non è distacco, ma rispetto.
Dare del Tu è una concessione non una pretesa, le regole vogliono che sia un atto di magnanimità e quindi va concesso, come il saluto, dalla persona più importante, purché sia facile sapere, nella società di oggi, chi è più importante e perché lo è, evitando eccessi di alta considerazione di se stessi.
Lo concede quindi, la persona più importante, per intenderci il Presidente della Repubblica, rappresentanti delle istituzioni, alti prelati etc.. la donna all’uomo e tra donne a parità di età la più grande, ma con la chirurgia estetica e il botox anche questo non sempre è facile né tanto meno si può chiedere l’età. Tuttavia, si suppone che la persona che intenda concede il Tu , quindi una certa familiarità, abbia quanto meno assunto informazioni da amici comuni.
Ho notato gente invadente chiedere ad Altezze Reali se possono dargli del Tu. Vi assicuro che non lo gradiscono (ndR.: stessa cosa per presidenti di repubbliche) , loro sanno benissimo come e quando vogliono concederlo, ma cortesemente rispondono: “certo deve”… ma è una forma, non lasciatevi ingannare: vi accorgerete a breve che voi gli date del Tu e loro vi risponderanno con il Lei e, se francofoni, con il Voi.
Situazione ancora più disdicevole vantarsi in giro di conoscere Emanuele Filiberto o William o Kate chiamandoli per nome, solo perché in un pubblico evento o ad Ascot, tra cento invitati e mille persone c’eravate anche voi. Personalmente ricordo un amico di infanzia divenuto politico che, anni fa rivestiva una carica pubblica, in privato ci davano del tu, ma in pubblico mi rivolgevo sempre con Onorevole!
Esiste anche un Tu televisivo e di social network, avrete notato che conduttori televisivi danno del Tu anche ad ospiti che incontrano per la prima volta. Questo non implica che nella vita reale tale rapporto si debba mantenere, anzi, ritornano le regole di cui sopra.
Un suggerimento: non concedete, se siete nelle condizioni di farlo, il Tu ad una persona da poco conosciuta o presentata, senza avere avuto delle referenze da amici, attendete un approfondimento di conoscenza. Se invece qualche persona invadente, che non deve, vi prega di dargli del Tu, fate come le Altezze Reali di cui detto sopra.
– Nota di Galateo n° 2 – Contegno e decoro del nostro corpo
Un filosofo del XX secolo, Yeshayahu Leibowitz, sosteneva che, l’uomo non è il suo cervello, ma il suo possessore, lasciando, tuttavia, irrisolto il problema dello psichismo.
Per estensione potremmo dire che non siamo il nostro corpo, mai suoi possessori, quindi come tutte le cose che possediamo dobbiamo prendercene cura.
Lo stesso autore sosteneva che Robinson Crusoe è un uomo libero poiché solo, già la presenza di un altro uomo limita la libertà.
Tenendo presente i due concetti il possesso del nostro corpo e la libertà, svilupperemo alcune utili osservazioni sul contengo e decoro del nostro corpo in relazione agli altri.
Inizieremo con il dire ciò che è sconveniente fare per poi, in altre note, ampliare l’argomento.
Cosa NON bisogna fare
Farsi sfuggire rumori corporali, se ciò dovesse accadere è meglio evitare di chiedere scusa, ma continuare come se nulla fosse, magari non se ne saranno accorti, gli altri mantengano lo stesso riserbo non stigmatizzando, è accaduto anche a Luigi XVI fatevene una ragione.
A tal proposito vi racconto un fatto che ho osservato da bambino quando ci portarono, con la scuola, a far visita agli anziani in un ospizio. Orbene vi era un signore che soffriva di flatulenze ed aveva escogitato un modo molto originale per non farsene accorgere, non appena capiva che non poteva trattenere si alzava in piedi appoggiava le mani sulla spalliera di una sedia e la spingeva facendo rumore , geniale no!?!
Non stiracchiarsi, sbadigliare, quando si parla con qualcuno non date a vedere che siete annoiati.
Non incrociare le braccia dietro la schiena, le ascelle non sono mai belle a vedersi!
Questa è una posa tipica di alcuni film americani quando fanno vedere, ad esempio alla NASA, di uno scampato pericolo e come gesto di liberazione lanciano la matita e portano le braccia dietro la schiena. Sarà di effetto nei film, ma è meglio non imitare.
Rosicchiarsi le unghie e magari dopo avere finito porgere la mano per salutare.
Vietato infilarsi le dita nel naso e controllare il fazzoletto dopo avere soffiato.
A tal proposito vi racconto cosa ho osservato tempo fa. Un signore ci ha deliziati di uno spettacolo alquanto inusuale. Tirò fuori dalla tasca il fazzoletto, lo aprì tutto, vi soffiò dentro, poi infilò il dito indice della mano sinistra, rivestito dal fazzoletto, nella narice sinistra e lo girò. Lo stesso avvenne con la narice destra. Poi piegò gli indici in maniera orizzontale e li strofinò sotto le narici in maniera simultanea, indi guardò dentro il fazzoletto, lo ripiegò per bene e se lo mise in tasca. Provate a farlo voi se ci riuscite! Si sarà esercitato per anni per raggiungere una tale precisione nella esecuzione!
Starnutire moderando gli effetti sonori e sempre con il fazzoletto portare il volto lateralmente ed in basso.
Avvicinarsi troppo mentre si parla è odioso, mette in imbarazzo ed oltre ad elargire gocce di saliva si rischia di proporre un alito non sempre fresco.
Chiedere a qualcuno di bere nello stesso bicchiere, di fare un tiro alla stessa sigaretta, di utilizzare la stessa forchetta e così via…
Mettere le dita nei capelli ripetutamente e poi porgere la mano, apparecchiare una tavola o magari cucinare.
Girare le pagine di un libro leccandosi le dita, soprattutto se in una pubblica biblioteca.
Masticare a bocca aperta, soprattutto la gomma americana.
A tal proposito vi racconto un’altra storia. Ero a teatro e faceva bella mostra di sé un attore giovane dall’interessante interpretazione e dalla dizione perfetta stile accademia Silvio D’Amico. Finito lo spettacolo mi attardai a commentare con amici, nel frattempo guadagnava l’uscita l’attore i cui pregi ho appena enunciato che commise solo un errore: prese la gomma da masticare ed iniziò a ruminare come un cammello, facendo vedere pure l’ugola. Nel giro di pochi secondi aveva deturpato la sua immagine.


– Nota di Galateo n° 3 – Ancora con la cura del corpo: i capelli
Tenerli puliti vale per entrambi i sessi, vederli luccicare di grasso non è bello e dà senso di persona trasandata. Il taglio deve valorizzare la persona e soprattutto il viso. Tempo fa la donna giovane teneva i capelli lunghi, da maritata – come segno di cambio di stato – li tagliava. Oggi questa usanza non è più seguita, e meno male!
Il taglio deve valorizzare i lineamenti ed attenuare le imperfezioni, più che seguire le mode deve seguire il viso e l’età: la donna dietro liceo e davanti museo non conquista spaventa!
Una giovane può osare di tutto come taglio e colore, la donna di mezza età dovrebbe stabilizzarsi su un colore naturale e portare i capelli non oltre le spalle: desiderando mantenerli lunghi, li raccolga con acconciature eleganti tipo chignon. La donna grande di età si rassegni al bianco con eleganza ovvero ad un colore molto naturale evitando il nero o il rosso che mostra la cute ed accentua l’effetto diradamento capelli: volendoli lunghi, li raccolga dietro la nuca come detto prima.
Un consiglio: non risparmiate sui capelli, ma affidatevi a bravi maestri, una bella testa rende elegante tutta la persona e qualunque abito ne è valorizzato. Non vale il contrario. Mettete un abito Dior ed una testa stile Maga Magò e vedrete che bell’effetto ne verrà fuori…
Per gli uomini vale lo stesso concetto, taglio non di moda, ma di lineamenti, niente tinture nere, oltre la mezza età sono orrende, soprattutto quelle fai da te!
Unghie
Sempre pulite e curate per le donne sconsiglio un’eccessiva lunghezza, abbinata a smalti sgargianti fa strega o maliarda. Fate come le regine, smalto lucido trasparente o madreperla nient’altro!!! Se indossate coralli e amate i colori, lo smalto ed il rossetto devono avere la stessa tonalità della parure al fine di esaltarne l’effetto, anche perché punte di rosso diverso non sempre stano bene.
Per gli uomini vale lo stesso concetto di nettezza e cura evitando l’unghia lunga del mignolo, in quanto più che raffinatezza… fa pulizia di orecchie!
Trucco
Segue i colori moda, ma tra i colori moda trovate quelli che rendono gentile ed esaltano il vostro incarnato, più che abbondare sul trucco giocate con sapienza sulle ombre che creerete sul viso. Il concetto base è semplice: ad una pelle giovane tutto è concesso; ad una pelle matura no!
Quindi, più si va avanti con l’età e più il trucco dev’essere leggero, nascondere le rughe dietro un trucco pesante è un errore madornale perché le evidenzierà di più e vi farà apparire come la madre pazza in Profondo Rosso di Dario Argento!
Per gli uomini che nei secoli hanno adoperato il trucco, i giorni nostri dedicano ben poco. Jean Paul Gaultier tempo fa aveva creato una linea uomo, ma era fatta di pochi piccoli accorgimenti come una terra abbronzante, un lucido per le labbra ed una matita bianca per gli occhi.
Concetto di prima ai giovani che fanno nottate un incarnato leggermente abbronzato potrebbe giovare, un uomo di età deve scappare dal trucco, pena fine dell’attore principale di morte a Venezia di Visconti, con il trucco che si scioglie al sole.
– Nota di Galateo n° 4 – I profumi
La natura fornisce tante essenze senza chiedersi a quale sesso siano destinate! Il differenziare i profumi è una questione puramente umana, così come mettere il fiocco rosa alle femmine e celeste ai maschietti, se non l’avesse fatto per la prima volta una famosa tata oggi troveremmo colori diversi ovvero nessun colore.
Il mondo dei profumi merita un argomento a parte, nati come olii essenziali per ungere il corpo ed ammorbidire la pelle, via via nel corso dei secoli sono diventati quelli che oggi conosciamo, cioè olii essenziali miscelati ad alcol ed acqua nelle colonie, miscelati a solo alcol nei profumi ed in base alla concentrazione, eau de toilette, eau de parfum etc…
Un profumo è formato dalle note di testa, quelle che immediatamente colpiscono l’olfatto, poiché più volatili, dalle note di cuore che si avvertono dopo circa mezz’ora e dalle note di fondo, le più persistenti che si possono avvertire anche dopo 24 ore.
Gli Italiani ebbero tra il XVII e XVIII secolo un posto rilevante. Profumieri come Giovanni Maria farina inventarono l’Acqua Mirabilis, l’acqua di colonia!
Firenze fu al centro di questa espansione con il famoso Giaggiolo.
Il Re sole, che non amava i profumi, consentiva a corte solo l’uso del Neroli, essenze tratta dai fiori di un’arancia amara del Sud Italia, che Maria Mancini, nipote del cardinale Mazzarino, aveva introdotto a corte.
Prima di profumarsi bisogna profumare di pulito e mai coprire gli odori con il profumo!
Un profumo troppo forte potrebbe nauseare qualcuno quindi attenzione per gli altri e soprattutto il tempo che dovete trascorre in quel luogo e con le stesse persone.
Una volta si faceva distinzione tra la mattina, il pomeriggio, la sera e le circostanze mondane. In base a queste si sceglievano i profumi.
Per chi ha tempo consiglio la distinzione anche oggi.
La mattina una colonia con tonalità di agrumi va benissimo anche sul lavoro, io utilizzo il Neroli.
Il pomeriggio un’eau de toilette che preannunzia il tramonto è da consigliare.
La sera note più intense, specie se siete al lume di candela e la vostra immagine e rarefatta, lasciate che la vostra scia inebri.
A teatro note al giaggiolo per le donne esalteranno l’eleganza.
Nei convivi occorre parsimonia e note appena percettibili per non alterare il profumo dei cibi e del vino.
A letto note floreali concilieranno il sonno.
Lutto: assenza di profumo.
Un consiglio per distribuire il profumo, fate una nuvola vaporizzandolo in aria e poi ponetevi sotto, così si distribuirà in maniera uniforme. Se è in boccetta con tappo ad ago, al solito, dietro le orecchie e sui polsi.
Un mio antenato era famoso perché camminava sempre con una fiala di profumo e quando era costretto, dalle circostanze, a recarsi nella ritirata, non ne usciva senza avere sparso profumo.
Insomma, lasciate sempre profumo dove passate e mai cattivi ricordi!
– Nota di Galateo n° 6 – Contegno da tenere al teatro dell’opera
Il teatro, in generale, è un’antica istituzione che nel corso dei secoli ha maturato diverse trasformazioni che non sto qui ad elencare, tuttavia, il suo fascino resta immutato anche se l’architettura, la recitazione ed il canto si rendono interpreti dei tempi moderni.
Il teatro dell’opera:
Nell’ottocento intere famiglie affittavano un palco e lo tramandavano di generazione in generazione. Ancora prima, nel settecento, le famiglie ne curavano l’arredo.
Nella città di Palermo, per l’appunto nel settecento, come riferisce il marchese di Villabianca , vi erano due teatri degni di menzione, uno era l’attuale Teatro Bellini, frequentato da uomini e da donne di non provata reputazione, poiché si davano spettacoli licenziosi, detto per l’appunto di Tramaglino ed un altro, quello ufficiale, frequentato dall’aristocrazia, denominato di Santa Cecilia. Il Teatro Massimo sorgerà successivamente con più maestosità, segno di una società borghese che prenderà il sopravvento.
In passato una dama non sarebbe mai andata da sola a teatro, ma accompagnata da un cavaliere, in palco i posti davanti le sarebbero stati riservati e non avrebbe applaudito, lasciando all’uomo tale piacevole compito.
Oggi i posti in palco non conoscono sesso, poiché si vendono numerati ed ognuno ha il suo. Spesso ci si trova con turisti che transitano per la città.
Per l’accesso in platea bisogna essere puntuali, ad inizio opera nessuno entra! Nei palchi si può, anche, arrivare in ritardo, ovviamente con discrezione senza creare rumore ed attirare l’attenzione.
Cosa bisogna EVITARE
Cappelli o acconciature piumate che impediscano ad altri la visione.
Osservare le persone puntando il binocolo.
Masticare… una volta era concesso un confetto, ma anche quello disturba: aspettate l’intervallo.
Indossare abiti non consoni, scarpe da ginnastica, tuta sportiva etc…
Dopo l’intervallo introdurre cibi, bottigliette d’acqua etc…
Sbaciucchiarsi tra fidanzati o amanti, bisbigliare tra amici e commentare durante l’opera.
togliersi le scarpe se fanno male, pensando che con l’abito lungo non si veda.
Il frac, lasciatelo al direttore d’Orchestra.
Addormentarsi, vi assicuro che qualcuno ha pure russato, se avvertite stanchezza, al momento più opportuno andate a casa.
Applaudire nel bel mezzo di un aria famosa, battere le mani accompagnando le marcie trionfali, canticchiare l’aria che conoscete a memoria.
Cosa è elegante fare
Nel palco accompagnare la sedia della vostra dama.
PorgerLe il binocolo.
Non lasciarla sola nell’intervallo.
Rivolgere qualche parola ai turisti che si trovano di passaggio nel vostro palco abituale.
Cosa è lecito fare
Appena arrivati nel proprio posto accennare un saluto, senza chiamare e senza sbracciarsi, agli amici dei plachi vicini.
Nell’intervallo, salutare gli amici facendo visita nei plachi, sempre senza lasciare la dama da sola.
Il teatro è una realtà viva non è un museo. Pertanto, se una interpretazione è stata mirabile potete applaudire, chiedere il bis e dire ad alta voce bravo o brava non è più prerogativa dei loggionisti!
Dimenticavo, non vi è situazione più deplorevole che assistere, alla fine dello spettacolo, alle persone che scappano fuori: non abbiamo mai capito cosa stanno inseguendo da non poter perdere qualche minuto ad applaudire chi ha donato arte e grandi emozioni!
– Nota di Galateo n° 8 – La conversazione
La conversazione è un’arte che i francesi hanno elevato al di sopra di ogni diletto. Dame del XVII e XVIII secolo, che non godevano di grandi diritti civili e trovavano nel matrimonio l’unica via di affermazione e nella vedovanza l’unica possibilità di disporre pienamente dei beni familiari, divennero regine indiscusse di garbo ed autentiche muse ispiratrici del buon gusto, della letteratura e del pensiero filosofico.
Basti pensare a figure come Madame de Rambouillet, Madame de Sévigné, Ninon de Lenclos, Madame de La Fayette, Madame Geoffrin, Madame du Deffand, Madame de Staël etc… Alcune di loro erano delle vere letterate, altre non avevano una grande preparazione culturale, ma tutte avevano usage du monde e la capacità di saper ricevere, mettere a proprio agio gli interlocutori, introdurre gli argomenti, saper passare con eleganza da un argomento all’altro quando la conversazione diveniva pericolosa, sapere sdrammatizzare senza offendere gli ospiti e non lasciare languire la conversazione.
Tali regole valgono ancora oggi, la vera moderatrice di una conversazione è la padrona di casa la quale introdurrà un argomento di carattere generale ed al momento opportuno chiedere parere ai suoi ospiti, senza fare la professoressa. Saprà evitare gruppetti e mantenere la conversazione sempre di interesse comune. Una prima accortezza sta nelle presentazioni: aggiungere al nome e cognome delle persone presentate qualche notizia in più sugli interessi e passioni agevolerà la conversazione e fornirà spunti interessanti.
Nella conversazione bisogna evitare argomenti che scaldino gli animi, niente religione, politica, calcio ed è sempre vigente l’antica regole delle tre S quindi nessun argomento su soldi, sesso e servitù.
Personalmente ritengo che, tra persone intelligenti, aperte al confronto ed al rispetto si possa parlare di tutto, purché con moderazione.
Evitare argomenti funesti, lutti, malattie etc… evitare i monologhi lunghi che, saranno importanti per voi, ma per niente agli altri. Ritorna alla mia memoria una signora la quale per un’intera serata ci raccontò di tutti i suoi malesseri fisici, dalla nascita sino alla sua veneranda età e, come se non bastasse, aggiunse quelli del fratello paralitico, con il marito che annuiva e ripeteva, come un disco incantato, “vero, vero!”. Una noia mortale dalla quale non siamo riusciti a liberarci!
I toni della conversazione siano sempre moderati, i buoni argomenti non hanno bisogno di urla, grida, concitazione etc… Si racconta che, Napoleone Bonaparte chiese ad una dama dell’Ancien Régime quali differenze ci fossero tra quella società e la sua. La dama rispose che loro parlavano a voce bassa!
Ho sempre ammirato, in alcune signore della presente società, la capacità di sapere tenere una conversazione viva, divertente e brillante con argomenti futilissimi. Vi assicuro che è una dote non da poco, anche perché evita il pettegolezzo spesso gratuito e cattivo.
– Nota di Galateo n° 9 – La vacanza in generale e la vacanza al mare
Le sospirate vacanze per alcuni sono alle porte e l’estate è la stagione più allettante, alcune persone amano viaggiare da soli altri in compagnia, altri in comitiva. Per tutti la vacanza sarà un momento di libertà, ma non di inciviltà. Abbandonarsi a cose che, nelle normali condizioni non fareste mai è disdicevole, ricordatevi sempre chi siete e cosa rappresentate.
Per coloro che amano andare in vacanza in compagnia la scelta degli amici è fondamentale onde evitare di rovinarsi le stesse e le amicizie. Ad esempio chi ama percorsi culturali, lunghe scarpinate, musei, pinacoteche, non si accompagni a chi cerca relax sotto l’ombrellone. La compagnia va scelta anche in relazione alle disponibilità economiche.
In albergo lasciate la stanza ordinata, non usate le tovaglie del bagno per la spiaggia o altri usi non consentiti dal buon senso, dopo l’utilizzo ripiegatele. Evitate rumori molesti.
Ai pasti ci si presenta puntuali, i preziosi si mettono nella cassaforte dell’albergo, ringraziate i camerieri: una volta non era d’uso, ma oggi si, poiché, sono persone che hanno studiato e si sono diplomate per il lavoro che fanno, sono dei professionisti! Non sono sottoposti, subalterni ed a vostro esclusivo servizio, non eccedete in confidenze e rivolgetevi con rispetto e con il Lei.
Non andate in giro per l’albergo in costume ed in maniera discinta, il conto si salda la sera prima della partenza.
La spiaggia è un luogo che condividete con altre persone, quindi niente occupazioni di spazi in maniera invasiva, non lasciate immondizia in giro, niente radio ad alto volume, racchette, schizzi d’acqua, niente conversazioni al cellulare ad alta voce. Create intorno a voi un ambiente sereno ed armonioso.
Il costume sia appropriato al proprio fisico, età e luogo, niente trucco pesante, gioielli vistosi, maleodoranti solari etc..
Alla partenza lasciate una mancia appropriata e non esagerata a chi del personale si è preso cura di voi.


– Nota di Galateo n° 10 – Il pettegolezzo
Il pettegolezzo è una malattia di cui non è nota immunità, colpisce tutti anche la nobiltà non è scevra, basti leggere le memorie di Saint Simon per avere uno spaccato della corte francese, Madame de Montespan (favorita del Re Luigi XIV) era di una abilità incredibile, grazie al suo esprit ed al sarcasmo di cui era maestra, ridicolizzava autorevoli membri della corte, i quali si guardavano bene dal passare sotto le sue finestre, dicevano infatti che, passare sotto i suoi veroni era come passare sotto le armi.
Ai giorni di oggi nulla è cambiato. Il pettegolezzo ridanciano e non malevolo, ammesso che possa esistere, può trovare una qualche tolleranza, come ad esempio notare un cappellino curioso e poco aggraziato o un vestito luccicante di paillette di prima mattina, ovvero, il gossip di grandi personaggi dello spettacolo, che spesso vivono di questa notorietà, talmente distanti da noi da non aggiungere nulla di più di quello che già si legge sui giornali del settore, ma anche quello lo sconsiglio fa molto basso ceto.
Non confidare grandi segreti è sempre una regola di buon senso, poiché, gli amori e le amicizie passano ma, a volte, ritornano ed avere rimorsi di coscienza non fa vivere bene. I segreti degli altri che ci hanno degnato della loro confidenza, qualunque cosa accada, si portano nella tomba, persone si nasce signori/e si muore!
Tacere è sempre saggio soprattutto quando non si può dire nulla di buona su una persona. Dire la verità nei casi di calunnia si rende doveroso.
State attenti a chi parla male di tutti: lo farà anche di voi a breve. Mantenete un contegno distaccato e poco interessato e, se potete, cambiate argomento o allontanatevi con una qualche scusa.
Alcune persone si serviranno di voi per fare sapere a persone a voi vicine maldicenze: non fatevi usare! Rimproverate subito ed ammonite la persona dal farlo e lasciate morire la cosa, non andate dal vostro amico o amica a farvi belli/e, non lo siete affatto, vi siete fatti usare e non siete migliori dei latori delle maldicenze. Gli amici si difendono in privato senza riferire per non fomentare odio! Ricordate che il tempo è un gran signore ed il vostro gesto, se verrà alla luce, sarà molto apprezzato.
Una volta una signora pettegola parlò malissimo della amica con cui spesso si accompagnava. Quando ebbe finito il suo sproloquio, nel silenzio generale, una gran dama di Palermo la raggelò dicendole: “Scusami ma, se non sbaglio, non è tua amica?”.
– Nota di Galateo n° 11 – Le vacanze, ospitati in casa di amici
L’amicizia vera è un dono da preservare e conservare e come tale dev’essere regolata dal reciproco rispetto, molti di voi per l’estate saranno ospitati da amici, allora ecco alcune regole da seguire.
Comunicate in tempo congruo la data di arrivo, il luogo e l’ora. Precisate nelle medesime forme la vostra partenza, in modo da potere dare la possibilità a chi vi ospita di organizzare il vostro soggiorno e di potere ospitare altre persone dopo di voi, quindi non vi trattenetevi più del previsto, salvo sincere e numerose insistenze dei padroni di casa.
Non presentatevi a mani vuote, portate presenti per i padroni di casa che saranno donati dopo che avrete posato i bagagli in camera e vi sarete rinfrescati.
Di certo vi sarà detto di fare come se foste a casa vostra: non lo fate! È un modo cortese di dire, nient’altro. Adeguatevi subito agli orari ed abitudini dei vostri amici.
Rifatevi il letto la mattina, non andate svestiti per casa, non spostate i soprammobili a vostro piacimento, non frugate nei cassetti e armadi, non fumate in camera da letto, non invadete il bagno, struccatevi bene e non lasciate segni su asciugamani e federe, svuotate il posacenere, non accendete la radio o la televisione di notte mentre gli altri dormono, non siate pretenziosi, capricciosi e schifiltosi sul cibo ed altro.
Prendete un sacchetto e mettetevi dentro tutti i piccoli rifiuti che produrrete durante il soggiorno, tale sacchetto lo butterete voi stessi dentro un apposito contenitore per lo smaltimento, non lasciatelo ai padroni di casa come souvenir.
Ricordatevi, se non siete fuori mano, ad esempio in aperta campagna, di invitarli una sera a ristorante.
Date una mano laddove potete, ad esempio per cucinare, sistemare la tavola e così via.
Alla vostra partenza togliete le lenzuola che piegherete con cura e li metterete sopra il copriletto, al vostro rientro a casa non fate mancare una lettera, una e-mail, un mazzo di fiori o apposita formula di sentito ringraziamento.
Se nella casa ospitante vi è servitù comportatevi così: non eccedete in confidenze, date del Lei, rispettate il loro lavoro ed i loro orari, non abusate come fossero a vostro esclusivo servizio, non fate avance se bei ragazzi o belle ragazze etc.. Alla vostra partenza con discrezione ed in privato donate un piccolo presente che avrete comprato appositamente sul luogo. Se vi doveste recare di nuovo nello stessa casa e sapete di trovare la stessa servitù, fatelo dopo avere donato i presenti ai padroni di casa, sempre in modo discreto.
– Nota di Galateo n° 12 – Vita da Re e Regine
Carissimi amici ho trovato un’annotazione sul cerimoniale di corte in uso ai tempi della Regina Margherita e di Re Umberto I, ve la propongo.
Quando non ci sono ospiti, si pranza alle ore 11,30 e si cena alle 19,30. I commensali si recano comunque a tavola in corteo: prima di tutte Margherita (La Regina) che dà il braccio a un gentiluomo d’onore, purché insignito del collare dell’Annunziata (si ricorda che il collare dell’Annunziata era la massima onorificenza di casa Savoia e dava diritto, a chi lo riceveva, di essere considerato cugino del Re), poi le principesse reali, che non danno il braccio che alle altezze reali; seguono gli altri gentiluomini da soli; in ultimo il Re.
La tavola è apparecchiata abbastanza semplicemente e illuminata con candelabri solo alla sera, ogni commensale ha davanti a se saliera e macinino del pepe. Vige però una netta distinzione, anche nelle piccole cose, per le persona della Famiglia Reale, che siedono su una sedia diversa dalle altre, usano posate di vermeil (invece che di argento) e sono serviti da un ispettore in frack che porge le vivande solo a loro, poi passa il piatto ad altri domestici che servono gli altri.
La servitù è composta da: un ispettore, con un piatto in mano, dietro al Re, due domestici in redingote, quattro staffieri in rosso, due aiutanti in livrea. Se a tavola non c’è la Regina, il posto di fronte a Re resta vuoto.
Per quanto sopra poiché si parla di saliera vi ripropongo una mia nota sull’argomento:
IL SALE E LA SALIERA
Al sale vengono attribuite grandi proprietà e tanti rimedi, non a torto si può ben dire che è stato il migliore amico dell’uomo, nei secoli laddove non c’era il frigorifero, quando i cibi si conservavano salandoli. Il sale marino, inoltre, con la presenza di Iodio, ha sempre preservato dal gozzo endemico, patologia della tiroide. Ti vinissi un corpu di Sali! Tipica espressione dialettale malaugurante. Ed ancora, il sale per lungo tempo è stato merce di scambio e di remunerazione da cui la parola salario.
Sarà un caso che Francesco I Re di Francia commissionò a Benvenuto Cellini la famosa saliera? La corte dei Valois era ben nota per gusto e raffinatezza.
Il sale e la saliera nel galateo, i gusti cambiano ed anche gli usi ed i costumi, dall’eccessiva ostentazioni della saliera sulle tavole più prestigiose si è assistito ad un declino per non dire alla scomparsa della stessa. Pertanto, vanno fatte alcune considerazioni: oggi il sale è consentito solo nelle pietanze in cui è espressamente previsto, salare una vivanda sapientemente preparata da una padrona di casa equivale a dirle che la stessa manca di sapore, ciò potrebbe ferire la sensibilità della signora. E’ dovere di un commensale non mettere mai a disagio la padrona di casa; se dovesse essere la padrona di casa ad accorgersi che manca di sale e dovesse scusarsi della manchevolezza, toglietela subito dall’imbarazzo rispondendo con garbo che voi mangiate poco salato e che per voi è perfetta .
Consigli per la padrona di casa raffinata, mettete sempre una saliera come segno di ricercatezza tra due commensali, la saliera deve essere preferibilmente di cristallo su piattino d’argento aperta con cucchiaino apposito per distribuirlo, evitare decisamente le saliere con i fori, anche se pratiche poco eleganti.
Il commensale, se non espressamente previsto per la pietanza, come detto in precedenza, non metta mai del sale su piatti già conditi, consideri la saliera come elemento di distinzione e di decoro della tavola.
– Nota di Galateo n° 13 – LA MONDANITÀ
Il mondo e le sue delizie (mondanità) ha avuto nel corso dei secoli accezioni negative come realtà di cruda perdizione e luogo di incontro di libertini in contrapposizione al mondo spirituale ed alla ricerca della spiritualità perdendo così quel significato di ricerca di oblio, eleganza e di leggerezza, ovviamente, non intesa come vacuità.
Per secoli illustri personaggi hanno fatto della mondanità un luogo di incontro e di dialogo ricercato, laddove era esclusa qualsivoglia forma di tristezza e di nuda miseria umana. Non bisogna, però, confondere il lusso, che è una nota di distinzione di chi è ricco, dall’eleganza che è propria di chi possiede un’educazione. Tuttavia, rimane salva la regola aurea secondo la quale, le consolazioni dello spirito sono più appaganti di quelle che il mondo può offrire.
I predetti personaggi che hanno costellato nei secoli la realtà mondana, hanno codificato tutto un insieme di comportamenti che hanno sancito l’uso di mondo ed il contegno da tenere in ogni circostanza.
Tali codici comportamentali sono racchiusi in tre libri, scritti da italiani, che hanno delineato l’essenza dell’Ancien Règime essi sono: Il Cortegiano di Baldassar Castiglione, La Civil Conversazione di Stefano Guazzo ed il Galateo di Monsignor Della Casa.
Una società mondana è, e deve essere una società elegante in tutte le sue espressioni la cui eleganza collettiva passa attraverso l’espressione di una eleganza personale la quale, per esemplificazione, deve contemplare almeno tre punti:
- l’eleganza di aspetto;
- l’eleganza di moda e dei modi;
- l’eleganza dell’anima.
L’eleganza di aspetto è un dono di natura: o si ha o non si ha, tuttalpiù, chi la possiede, la può migliorare. Essa è composta da armonia di insieme della figura, dal sembiante e dalla postura.
L’eleganza di moda non è seguire la moda rivestendosi di marchi e loghi, ma nel sapere adattare il proprio aspetto e personalità all’abito che ci rappresenta. Essa dev’essere combinata alla eleganza dei modi dettata dalla gestualità composta, leggera e, soprattutto, naturale.
L’eleganza dell’anima è anch’essa un dono di natura e si esprime attraverso una spiccata sensibilità, generosità d’animo e capacità di compiere grandi gesti, non con ostentazione, ma sempre con sentita naturalezza.

Quando in una persona si realizzano tutte e tre le predette forme di eleganza, allora si rischia di entrare nel mito, un nome per tutte: Donna Franca Florio!
La persona mondana deve abbeverarsi alla cultura, il dilettantismo culturale è cosa assai penosa!
Madame de Sévigné, una famosa e preziosa dama, scriveva alla figlia, divenuta contessa de Grignan, di deliziarsi nel leggere il Tasso e di esercitarsi nella lingua italiana e consigliava alla stessa di leggere Petrarca. Ciò dà uno spaccato di come la letteratura italiana e la sua lingua fossero tenute in alta considerazione dalla società elegante francese del XVII secolo.
Spesso la carenza di una vera cultura può essere sopperita da uno spirto arguto e brillante che conosca, però, le regole della buona conversazione. A tal proposito ho conosciuto una signora, la quale non godeva di un grande retroterra culturale, tuttavia, si poneva in una condizione interessante di ascolto dicendo alla fine: “sono talmente estasiata nel sentirvi parlare che non mi è gradito aggiungere altro se non una circostanza realmente vissuta” e li raccontava la sua esperienza sull’argomento. Anche questa è una forma intelligente di uso di mondo!
La società mondana si nutre di rapporti familiari che non hanno il dovere di diventare amicali, anzi è auspicabile che non lo diventino affatto, poiché, i rapporti familiari sono piacevoli, quelli amicali sono spesso gravati da pesanti e dolorose confidenze che alterano la natura stessa della mondanità fatta di gradevolezza e leggerezza.
La predetta società si adorna, inoltre, di formule di circostanza sempre eterne e gradite quali ad esempio: come sta? Se ne va di già? Come possiamo persuaderla a rimanere? Non abuseremo oltre della sua cortesia! Amo Parigi (Roma, Palermo, etc..) custoditemi l’onore dei suoi favori, la visiterò presto. La conferenza era degna della Palermo che l’ascoltava. Vi ammiro più di quanto non potreste desiderare, quant’anche fosse il più grande dei vostri desideri. Etc...
Non sono modi affettati, poiché, l’affettazione sta nel modo in cui le cose si dicono e NON nella ritualità delle formule di cortesia. In fondo, anche augurare il semplice buongiorno è rituale!
Del resto, di frasi rituali si mantiene il monarca che non sempre può inventarsi argomenti nuovi con tutte le persone che incontra, inoltre, tali espressioni conferiscono solennità e preservano dalle tremende gaffe.
Esiste poi un circo fatto di VIP, starlette, gente arrogante ed aggressiva che si svergogna e si calunnia, che si trova dappertutto, ma quella non è espressione di una società elegante e ricercata, quindi non me ne curo!